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sabato 16 luglio 2016

IL RITORNO di Diana Gabaldon (vol. III)


L'editoria italiana ha deciso, dato la mole cospicua di DRAGONFLY IN AMBER, di dividere la storia in due parti, come se si trattasse già di una serie televisiva lasciandoci in sospeso per la pausa di metà stagione. La verità è che dopo la conclusione di L'AMULETO D'AMBRA , non si può fare a meno di tuffarsi nel suo naturale continuo, ovvero IL RITORNO, che ci riconduce per mano verso la Scozia che i due protagonisti avevano abbandonato precipitosamente alla fine de LA STRANIERA.


Se la prima parte di volume precedente era mondana, frivola, politica, sensuale e allo stesso tempo dolorosa, il ritmo de IL RITORNO è quello fatale, epico e commovente che scandisce l'avanzata dei nostri eroi verso il baratro. Che alla fine della corsa ci fosse la separazione ed il desolato campo di Culloden, dove tante vite saranno falciate, appare evidente fin dalla prima pagina di L'AMULETO D'AMBRA, dove una matura Claire bussa alla porta del giovane Roger.


La guerra è stata combattuta e persa, nulla è stato cambiato, e tutta la drammatica marcia, con l'esercito scozzese ed il bel Prince Charlie sono solo un precipitare nel cuore disumano e drammatico del conflitto. Claire e Jamie si amano ancora con follia e passione, ma il mondo che li circonda si sta frantumando e loro impotenti cercano di combattere fino alla fine per evitare l'inevitabile: ovvero la sconfitta, la morte, il tradimento e la fine di tutta una civiltà.


E se il ritmo incalzante di questo lungo addio tra di loro ci rende più prezioso ogni momento che i due vivono insieme, proprio nella proiezione di un addio e di una lunga separazione, nel frattempo seguiamo le vicende di tutti: la tragica storia d'amore di Mary ed Alexander Randall, il piccolo Fergus che scopre l'orrore della guerra e degli uomini, la vendetta di Murtagh, la morte di Rupert e la fine di un'epoca.


Il tono tragico e allo stesso tempo romantico di questa storia tiene stretto il cuore del lettore fino alla scena dell'addio davanti alle magiche pietre di Craigh Na Dun che Claire aveva cercato di raggiungere disperatamente nella prima parte de LA STRANIERA. Adesso questa meta è la porta di fuga, ma anche di separazione quando i due sentono ormai di non poter vivere l'uno senza l'altra, ma di doverlo irrimediabilmente fare.


La presenza di Roger e di Bree, il loro orecchio attento alla storia, ci riconducono al presente, ad una vita che Claire ha affrontato con il coraggio che la contraddistingue, ma a cui manca la parte fondamentale, quel cuore e quella passione lasciati indietro nel tempo, secoli prima, in un'altra vita.


E se Bree si fa odiare nella fase di ribellione ed incomprensione, non conoscendo Jamie e l'amore che è riuscito a conquistare non solo nel cuore di Claire, ma di tutte le fans, pian piano si riscatta grazie alla presenza costante di Roger, che l'aiuta a capire, che la conduce per mano nel viaggio che la porta dritta all'anima di sua madre.


E se tutto il tono del libro in qualche modo è drammatico ed epico, come se il rullo dei tamburi di guerra facesse da sottofondo costante, sul finale, con la comparsa di Geillis, pronta al suo salto indietro, con il ritorno della collina incantata, la speranza di un vero ritorno rende sopportabile l'addio.


Se il romanzo LA STRANIERA ci offriva un finale chiuso, dando respiro al lettore che aveva trepidato con i protagonisti durante tutto il lungo percorso, IL RITORNO ci lascia come sospesi sul orlo del precipizio, in attesa di saltare o di salvarci definitivamente. E anche se amiamo Diana Gabaldon, questa separazione brusca ed improvvisa proprio è difficile da digerire.


Nel corso della lunga saga, lo rifarà, ma mai come in questo momento il fatto che non ci sia un'altra pagina da girare, dopo l'annuncio di Roger a Claire, ci rende frustrate, infelici, insoddisfatte e allo stesso tempo assolutamente determinate a leggere il continuo. E questi sentimenti si accendono solo quando ci troviamo difronte ad un libro che ci ha conquistato completamente.

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