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domenica 19 febbraio 2017

IL PREZZO DELLA VITTORIA di Diana Gabaldon


Eccomi nuovamente a combattere con uno strano senso di frustrazione alla fine della lettura di IL PREZZO DELLA VITTORIA, seconda e conclusiva parte del volume dal titolo originale di AN ECHO IN THE BONE, ma questa volta questo stato d'animo dipende dal fatto che ho amato questo libro profondamente e la Gabaldon ha deciso, ancora una volta, di lasciarmi sul più bello. Il perdono è comunque concesso, ma solo perché essendo una ritardataria cronica nello scoprire autrici e saghe mi ero preparata comprando già il seguito, LEGAMI DI SANGUE, che mi aspettava sul comodino, pronto ad intervenire in mio aiuto alla fine di questo corposo volume. Mi chiedo solo come abbiano fatto tutte le fans a resistere l'attesa, anche se visto i tempi che si sta prendendo l'autrice per il nuovo capitolo, comincio ad entrare in sintonia con loro.  E neanche i produttori della serie televisiva ci stanno trattando troppo bene, ma questa è un'altra storia.




La verità è che le avventure appassionanti di Jamie e Claire continuano a conquistarmi capitolo dopo capitolo. Ho letto in giro alcuni commenti delusi su questa parte, ma sinceramente non li condivido. Ero convinta anch'io che dopo la  drammatica fine della rivolta giacobita, difficilmente il nostro eroe sarebbe ricaduto nella trappola, lasciandosi coinvolgere nuovamente dalle dinamiche della guerra, ma il problema fondamentale che la Gabaldon sembra sollevare è quanto si può restare estranei ed imparziali in un conflitto quando questi arriva prepotente sulla propria scena quotidiana. La rivoluzione americana travolge i nostri eroi, imprigionandoli nel forte di Ticonderoga, insieme agli altri ribelli, mentre le truppe inglesi cercano di conquistarlo. La nostra coppia, in realtà, non ci pensava proprio a prendere parte attiva alla guerra, ma stava disperatamente cercando di partire per la Scozia, per recuperare il famoso torchio lasciato indietro anni prima.




Nel tumulto degli eventi, Claire, Jamie ed Ian riescono a sottrarsi agli inglesi, evitando l'arrivo trionfale del Generale Simon Fraser, parente di Jamie, che conquista il forte costringendo i ribelli a ritirarsi. Altri momenti drammatici emergono dalle pagine che descrivono la terribile battaglia di Saratoga, dove eroismo, tragicità e precarietà della vita emergono con Jamie, che come al solito, pur non volendo, si fa notare sul campo di battaglia, sconvolgendo il nostro cuore nel suo inseguirsi e scontrarsi continuamente con William, il figlio a cui ha dovuto rinunciare e che la storia cerca di contrapporgli sul fronte nemico. L'episodio del cappello, in cui Jamie arriva ad un soffio dal uccidere il proprio figlio, resta tra le scene da ricordare per tutti noi appassionati, come a sottolineare che in guerra tutto si rischia, non solo la propria vita, ma anche la propria anima. 



Se la parte americana non ci risparmia emozioni, tornare in Scozia è ancora più toccante della prima volta. Ad Edimburgo, mentre Jamie cerca di recuperare il famoso torchio,  Claire conosce Percy Beauchamp, ex amante di Lord John, che è sulle tracce di un certo Claudel Rakoczy, che altri non sarebbe che il nostro Fergus, e che in realtà sarebbe il nipote (addirittura legittimo) del Conte di Saint Germain. A lui spetterebbero in eredità grandi possedimenti in America, utili alla causa della rivoluzione, sostenuta dalla Francia. Claire appare dubbiosa e con lei molti lettori, ma si tratta di uno di quei fili lasciati sciolti in questo volume, che solleva molti dubbi e non da nessuna certezza.



Jamie, Claire ed Ian lasciano Edimburgo alla volta di  Lallybroch, che non vedevamo da un po', e che risveglia i ricordi e le emozioni come sempre. Ritroviamo i personaggi che abbiamo imparato ad amare, i figli cresciuti, i nipoti, ma soprattutto dobbiamo fare i conti con una scoperta terribile e pesante: Ian sta morendo, come conseguenza delle sofferenze patite dopo la fine di Culloden che lo hanno segnato nel fisico.   A poco servono le conoscenze mediche di Claire e malgrado la rabbia di Jenny, la nostra eroina non riuscirà a salvarlo.




Dire addio ad un personaggio come Ian è uno dei momenti più commoventi della storia, soprattutto per il legame forte e sincero che lo lega a Jamie e a Jenny, che deciderà di dare una svolta alla sua vita, ora che il marito non c'è più, lasciando la Scozia per seguire il figlio amato ed il fratello. Tra i momenti toccanti bisogna anche citare quello in cui Claire, come un oracolo, racconta alla famiglia radunata la verità sulla sua  natura e soprattutto avvisa Michael, il secondogenito di Jenny ed Ian, mercante destinato a prendere il posto di Jared nel suo commercio a Parigi, del destino di una nazione e di un paese che nel giro di un decennio affogherà nel sangue. Siamo quasi alla vigilia di un'altra storica rivoluzione.



Se da un lato lasciamo andare Ian e risolviamo il ricatto dell'odiata Loaghaire, che Jamie era stato costretto a mantenere tutti questi anni,  dall'altro lato arriviamo ad una separazione che ci fa alquanto soffrire, soprattutto memori di quella precedente. Mentre Jamie e Claire decidevano di dividersi, in modo da permettere a lei di tornare in America e a Jamie di rimanere accanto ad Ian per i suoi ultimi momenti di vita, il mio cuore protestava accanito, perché ogni volta che i due si separano qualcosa di terribile accade. Il problema è che Marsali ha scritto alla madre pregandola di chiedere a Claire un ritorno precipitoso a Philadelphia, dove Henri-Christian è molto malato. Il bimbo soffre di apnea notturna, a causa delle tonsille ingrossate e solo lei potrebbe operarlo. Claire è decisa ad andare, anche se Ian sta morendo e sa che Jamie non potrebbe mai separarsi dalla sorella in un momento simile. I due si congedano e, malgrado non siano più dei ragazzini, ho provato lo stesso brivido che si prova alla separazione di Romeo e Giulietta il mattino dopo la loro notte di nozze.


Ancora una volta sembra che un destino tragico gravi su di loro, minaccioso ed implacabile, mentre Claire parte con il giovane Ian che vuole rivedere Rachel, la donna che ama e a cui ha affidato il mitico Rollo, ferito. Bisogna dire che mentre seguiamo la vita di Claire a Filadelfia e osserviamo la sua vita con Fergus e Marsali, mentre l'esercito inglese occupa la città, la mia mente corre ai ricordi di un altro famoso romanzo, l'indimenticabile VIA COL VENTO, tra balli e la morte che si avvicina, con un fronte sempre più minaccioso.  In questo contesto Claire opera da spia per i ribelli, salvango anche la vita di  Harry Grey, il nipote di Lord John, che vive in città in compagnia di William e di sua nipote Dottie. Mentre aspettiamo con lei il ritorno dell'eroe, l'inaspettato e terribile accade. La notizia giunge terrificante dall'Europa: la nave su cui  Jamie  e Jenny si sono imbarcati è affondata e nessuno si è salvato.




Il dolore è assoluto e insopportabile non solo per Claire, ma anche per Lord John, che ha sempre amato, anche se non corrisposto, Jamie. Nel frattempo però le autorità cominciano a sospettare di Claire e John decide di fare l'unica cosa che può per salvarla, ovvero sposarla. Il matrimonio dovrebbe offrirle protezione e sicurezza, ma a mio parere lo lega anche ad una donna che lo affascina, sia per il suo legame con la persona più importante della sua vita, che per la sua singolarità.




I due vivono alcuni mesi come coppia in una Philadelphia tormentata e turbolenta, fino a quando l'arrivo, davvero improvviso ed inaspettato di Jamie, fa esplodere la situazione. L'uomo infatti non è morto, avendo perso la nave ed essendo stato costretto ad imbarcarsi su un'altra, ma l'esercito britannico è in ritirata quando Jamie fa irruzione a casa di Lord John e qui William si ritrova faccia a faccia con chi è innegabilmente il suo padre biologico. L'arrivo di Jamie a casa di Lord John è inaspettato ed emozionante non solo per i personaggi coinvolti, ma anche per tutti noi che tratteniamo il respiro in attesa dell'esplosione. 




Intanto Arch Bug, che ha seguito come una spia per tutto il romanzo, i movimenti di Ian, capisce che il ragazzo ama Rachel e cerca di ucciderla per vendicarsi del torto subito. Il nipote di Jamie riuscirà a salvarla e a coronare il suo amore, ma tutti noi veniamo abbandonati in questa situazione trepidante, con William sconvolto e furioso per le bugie raccontategli dal padre, Claire speranzosa e meravigliata per la resurrezione di Jamie, questi turbato dalla rivelazione di John e io, povera lettrice, turbata ed infelice  più di tutti per non aver dato risposa ai miei quesiti.




Nel complesso la storia è stata davvero emozionante, anche se accellerata in alcuni punti. Mi sono completamente dimenticata di Roger e Brianna, che non ho trovato per niente interessanti, ma il fatto che qui la loro presenza fosse limitata, ha dato solo un tocco in più. Epico, emozionante e sempre coraggioso nelle sue scelte. Peccato per questo finale che davvero non posso premiare, perché troppo frettoloso ed aperto. Non so se la Gabaldon l'abbia fatto di proposito o doveva per forza consegnare all'editore, ma l'idea che il pubblico di lettrici abbia dovuto aspettare anni prima di leggere il continuo delle vicende mi costringe a non dargli il massimo dei voti. Per fortuna avevo sul mio comodino il continuo e non ho esitato a tuffarmi nelle vicende per capire come si andasse avanti.




FRASI TRATTE DAL ROMANZO



AN ECHO IN THE BONE
IL PREZZO DELLA VITTORIA
VOLUME XIII

«Quando la luce sbiadisce, arriva la notte... e, quando torna di nuovo, è la notte che sbiadisce, aye?
(JAMIE A CLAIRE)



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«Credi che io non abbia paura?» mi domandò sommessamente. «Quando faccio il mio lavoro?» «Oh, certo che ne hai. Ma lo fai comunque. Sei un fottuto giocatore d’azzardo... e la scommessa più grande di tutti è la vita, no? La tua... o quella di qualcun altro.»
(CLAIRE A JAMIE)



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Una vita in cambio di una vita, Mr. Murray», disse sottovoce. «Adesso siamo pari. Fa’ in modo che non ti veda, la prossima volta. Potrei non avere scelta.
(WILLIAM A IAN)



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«Non sapevo se ridere o piangere, Sassenach», disse. Si tolse la mano dalla faccia e, in effetti, ebbi l’impressione che stesse facendo entrambe le cose. Le ciglia erano bagnate, ma notai una contrazione agli angoli della bocca. «Ho perso un famigliare e ne ho trovato un altro, tutto nello stesso momento... e, un istante più tardi, mi sono reso conto che, per la seconda volta nella mia vita, ho rischiato di sparare a mio figlio. » Mi guardò e scosse la testa, non sapendo se abbandonarsi a una risata o cedere allo sgomento.Non avrei dovuto farlo, me ne rendo conto. È solo che... d’un tratto ho pensato, E se la terza volta non sbagliassi? Così ho ritenuto di... di dovergli parlare. Come uomo. Nel caso non avessi un’altra possibilità, aye?
(JAMIE A CLAIRE)



*****

«Non sono preoccupato di scoprire che mi ami», le disse lui, passando a un tono confidenziale, e mentre pronunciava quelle parole sentì che corrispondevano al vero. «Non adesso. Piuttosto, temo che tu possa morire, per questo.»
(IAN A RACHEL)




******

«Credo di essermi sentito come te», le sussurrò, troppo piano perché lei potesse svegliarsi. «Quando hai attraversato le pietre. Era come se il mondo fosse ancora lì... ma non era lo stesso di prima
(JAMIE PARLANDO A CLAIRE DOPO IL RITORNO A LALLYBROCH)



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 «Attraverserai il purgatorio come una nuvola che si leva in cielo, dal momento che non ricordo che tu mi abbia mai raccontato una bugia.» Ian sorrise con immenso affetto. «Aye, ne ho dette, di tanto in tanto. Ma no, non a te
(JAMIE ED IAN)




*****

Non puoi partire», sussurrai, urgente. «Lo so, Jamie.» Allora aprì gli occhi e mi guardò, lo sguardo cupo per l’angoscia. «Non posso lasciarti andare. Non senza di me.
(JAMIE E CLAIRE)



*****

«Credi che ci sia la minima possibilità di arrivare entro dieci miglia da Lallybroch senza che lo sappiano già tutti? Non temere, Sassenach», mi aveva rassicurata. «Nell’istante stesso in cui siamo entrati nelle Highlands, da Loch Lomond a Inverness si è sparsa la voce che Jamie Fraser sta tornando a casa con la sua strega inglese, e per di più con un pellerossa.
(JAMIE A CLAIRE)




*****

Con mio grande stupore, scoprii che Ned Gowan era ancora vivo. Quanti anni poteva avere? Mi domandai, osservandolo. Ottantacinque? Novanta? Era sdentato e raggrinzito come un sacchetto di carta stropicciato, ma ancora vivace come un grillo. E, in qualità di legale, la sua sete di sangue era rimasta quasi intatta
(CLAIRE)



*****

 «Non ho altra fede all’infuori della legge, ma’am», disse. «L’osservanza di un rituale piuttosto che di un altro è del tutto irrilevante. Per me, Dio è la personificazione della Giustizia, e Lo venero come legale.
(NED GOWEN)




*****

Post scriptum 3: Bramo dalla voglia di distendermi di nuovo accanto a te, e so che in questo i nostri corpi sono complici
(JAMIE SCRIVENDO A CLAIRE)



******

Quella notte, distesa in mezzo al groviglio infernale di coperte che era il mio letto, cercai un modo per morire. Ogni fibra del mio essere voleva lasciare quell’esistenza. Non potevo sapere se, nell’aldilà, mi attendessero una gloria impensata o un compassionevole oblio, ma il mistero era infinitamente preferibile all’inevitabile tormento di quella vita.
(CLAIRE)



*****

Per Claire, rifletté, la morte sarà sempre il Nemico. Una realtà da combattere, a cui non cedere mai. Lui la conosceva altrettanto bene, ma era stato costretto ad accettarla di buon grado. O, almeno, così credeva. Come il perdono, non era una cosa che potevi mettere comodamente da parte, quando l’avevi conosciuta; occorreva un esercizio costante per accettare la propria mortalità e vivere la vita appieno.
(JAMIE)




******

«Il mondo si è capovolto», sbottò. «E tu sei l’unica costante. L’unica cosa che... che mi leghi a questa terra.»
(IAN A RACHEL)



*****

Non riuscivo a credere che fosse morto. Non potevo. La notte, chiudevo gli occhi e udivo il suo respiro lento e sommesso accanto a me. Sentivo i suoi occhi che mi guardavano: spiritosi, pieni di desiderio, annoiati, accesi d’amore. Di giorno, mi giravo almeno mezza dozzina di volte, immaginando di sentire i suoi passi alle mie spalle. Aprivo la bocca per dirgli qualcosa... e, in più di un’occasione, gli avevo parlato davvero. Solo quando sentivo le mie parole affievolirsi nell’aria vuota mi rendevo conto che non era lì.
(CLAIRE)






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