Quando la penna è nobile quanto il duca.
Ci sono romanzi che si leggono con leggerezza, altri che si affrontano con pazienza, e poi ci sono quelli che ti portano dentro, anche quando non te ne accorgi. Un duca per mezzanotte di Lyanne Quay (pseudonimo dietro cui si cela Monica Montanari, autrice ed editrice colta e raffinata) è esattamente questo tipo di libro.
Lo ammetto: conosco bene la sua scrittura. Ne ho letti molti, e a volte – per via di uno stile ricco, terminologia alta e ritmo meno immediato – non sempre sono riuscita ad arrivare alla fine. Ma stavolta è stato diverso.
L’ambientazione ci porta nella Scozia del 1767, tra brughiere, porti isolati e chiese di pietra. Qui, Esther Brydon, giovane donna indipendente che apre una bottega tessile in un piccolo villaggio, incrocia il cammino del duca Justin Northall: affascinante, giusto, apparentemente fuori posto.
La loro unione non nasce da convenzioni, ma da un incontro insolito, quasi teatrale, che spezza ogni barriera sociale. Non è una grande epopea romantica, ma una storia ben strutturata, coerente, piacevole. E soprattutto, credibile.
Quello che rende questo romanzo speciale è proprio la mano dell’autrice.
La prosa è colta, curata, precisa. A tratti anche “difficile”, certo – ma sempre coerente con l’atmosfera e con la sua visione di letteratura. Non troverete scorciatoie emotive o scene costruite per “acchiappare”: troverete invece un rispetto assoluto per il lettore, e per il contesto storico.
E proprio sulla ricostruzione storica, posso dire: pur non essendo un’esperta del periodo, ho sentito ogni elemento al posto giusto. La tensione politica è sottile ma presente, i comportamenti sono per lo più credibili, e l’insieme funziona.
Un altro elemento che ho apprezzato profondamente è la sobrietà del tono romantico. Niente scene forzate, nessuna erotizzazione spinta: solo passione misurata, sguardi intensi, e qualche bacio sincero. Il tutto nel rispetto del contesto e del lettore.
In un panorama dove spesso si confonde sensualità con eccesso, Un Duca per Mezzanotte è una boccata d’aria pulita.
Esther è indipendente, decisa, anche un po’ moderna per la sua epoca. È vero. Ma nel romance questo è ormai un codice, e serve a far sentire le lettrici rappresentate. È una scelta consapevole, che funziona, senza rovinare l’equilibrio del racconto.
Il duca? Forse fin troppo perfetto. Gentile, servizievole, privo di vere ombre. Ma anche questo è un segno dello stile di Lyanne: i suoi uomini sono giusti. Sempre. E, in un’epoca di antieroi, ogni tanto fa bene leggere di uomini così.
Un duca per mezzanotte non è un romance qualsiasi. È un libro che richiede attenzione, ma restituisce emozione.
È scritto con cura, passione e cultura. È delicato, elegante, ben composto. E sì, mi ha conquistata. Nonostante le difficoltà iniziali, ho voluto sapere come andava a finire. E sono felice di averlo fatto.
Voto: 5 stelle piene *****
Per la scrittura. Per il rispetto del lettore. Perché ogni tanto è bello leggere un romanzo che non ti sottovaluta, ma ti coinvolge.
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