IL GUERRIERO è il terzo volume de LA CONFRATERNITA DELLA SPADA, di cui sono stati pubblicati in Italia anche i due precedenti romanzi , LA POETESSA E IL CAVALIERE ( A Dark Champion ) e IL RITORNO DEL GUERRIERO ( Return of the Warrior ).
Arrivata come al solito all'ultimo capitolo, senza aver letto gli altri, devo confessare di essere rimasta attratta soprattutto dalla copertina, dove campeggia una splendida figura maschile dall'aria nordica. Diversamente da altre saghe, qui si entra nel pieno di una storia già in atto, in quanto ci ritroviamo catapultati in un castello scozzese dove si colgono i resti di una festa di nozze. quella di Ewan, sposatosi con Nora. Il protagonista è Lochlan, il laird del clan MacAllister, il più assennato e comprensivo, quello che fino ad allora ha cercato di consolare le donne, invece di sedurle.
La storia prende il via dall'arrivo di un macabro messaggio che sembra riaccendere la flebile speranza che Kieran, il fratello minore creduto suicida in seguito ad una delusione d'amore, sia in realtà ancora viva e traumatizzato dopo la terribile esperienza della prigionia in Terra Santa. La Confraternita della Spada, a cui allude il nome della saga, infatti, fa riferimento ad un gruppo di uomini che hanno vissuto la terribile esperienza delle Crociate.
Deciso a ritrovare il fratello, Lochlan parte per la Francia sulle traccie di un misterioso personaggio che dovrebbe dargli informazioni sul fratello e durante il viaggio si imbatterà in Catarina, la determinata cugina di Nora, la moglie di Ewan, già conosciuta in precedenza. La ragazza, dotata di un carattere determinato e ribelle, è nei guai, inseguita da alcuni uomini del Re Filippo. Lochlan, cavaliere nel profondo, e riconoscente nei suoi confronti per aiutato il fratello nel precedente romanzo, decide di intervenire, scoprendo che la donna è in realtà la figlia illegittima del Re, che vorrebbe utilizzarla per alcuni suoi piani politici facendola sposare con un uomo che lei non vuole.
Pur scontrandosi con lei ed il suo carattere spigoloso, Lochlan promette di riconsegnarla ai suoi parenti "buoni", ma durante il loro intrepido viaggio, fatto di fughe ed incontri numerosi, i due scopriranno aspetti dell'altro diversi da quanto immaginato e finiranno per innamorarsi. Anche se il personaggio di Catriona è sicuramente quello di una fanciulla per niente solo "decorativa", ben lontana dallo stereotipo della "donzella in pericolo", il più delle volte mi è parsa eccessivamente "moderna" secondo i canoni dell'epoca e quindi decisamente fuori contesto.
Anche se è lodevole l'idea di una donna pronta a lottare per la libertà di scelta, mi è parsa non proprio centrata con quella che era sicuramente l'educazione tipica di una fanciulla. Siamo in pieno Medioevo e malgrado la violenza e l'oscurità di alcuni aspetti della società, sicuramente una principessa di famiglia reale, anche se illegittima, doveva aver ricevuto una certa educazione.
Sicuramente il personaggio più interessante è quello di Lochlan, guerriero per educazione ed istinto, ma allo stesso tempo cavaliere nel profondo. Gli insegnamenti del padre, che avrebbe voluto educarlo alla violenza tipica dell'epoca, nulla hanno potuto contro la sua indole gentile. La sua determinazione ad aiutare il prossimo (che si tratti della bella Catriona o di alcuni ladruncoli che fuggono dalla miseria) lo inquadrano pienamente nel ruolo di cavaliere più che di vero guerriero, in quanto gli scontri non sono molti nel percorso delle loro avventure.
Romanzo affollato di personaggi, con al centro più che la storia d'amore (che pur è presente è possente), c'è la ricerca di un fratello perduto, di un dolore mai sanato e di un forte rimpianto. Peccato che sul finale alla fine si scopra che nulla c'è da fare e che la storia di Kieran è già stata compiuta. La presenza lungo il cammino di tantissimi personaggi a cui però poi non viene dato spazio (come il cugino di Catarina sfigurato dalla guerra) restano come punti sospensivi che non offrono profondità al racconto, anche se sicuramente creano atmosfera.
Il finale (con il classico lieto fine) mi ha lasciato comunque dubbiosa soprattutto per il ruolo di Filippo, che si era un padre, ma onestamente resta un politico e dubito che alla fine la sua scelta sia credibile, anche se comoda al famoso "vissero felici e contenti). Nel suo complesso, comunque, malgrado i punti decisamente deboli, la storia è interessante ed il romanzo merita di essere letto soprattutto per quelli che cercano figure maschili decise, ma dolci, forti, senza per questo perdere sensibilità.
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