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venerdì 30 marzo 2018

PRENDIMI AL LACCIO di Marianna Vidal



Ana Alvarez è uno di quei personaggi che ci piace odiare, almeno nella prima fase delle vicende di questa appassionante saga familiare, gli Alavarez, appunto, signori della tequila, la bevanda più famosa di tutto il paese. Per quelli che non l'hanno ancora incontrata, l'inizio del quinto volume della saga LATINOS, frutta dell'abile penna di Marianna Vidal, permette di sviluppare un'idea di quello che diventerà negli anni successivi, come poi l'abbiamo vista nei precedenti volumi come VIENI VIA CON ME, UNA CENA DI NATALE e UNO SCAPOLO DA SPOSARE.


L'avevamo incontrata nel primo libro innamorata persa del fratello adottivo, quel Clark Alvarez Richardson che proprio non sembrava volerla vedere in altro modo, se non come una sorella. Se qui l'avevamo odiata, in quanto rappresentava un ostacolo verso la felicità di Giulia, innegabilmente la simpatia del lettore nei suoi confronti è cominciata a crescere con UNA CENA DI NATALE, dove l'infatuazione della simpatica Monica, l'aveva decisamente ammorbidita, fino a conquistare un posto speciale, nelle nostre simpatie, quando in UNO SCAPOLO DA SPOSARE cercava in tutti i modi di far finire sull'altare il suo fratello preferito, quello vero, Luís, insieme alla sua prima fan, ovvero Monica.


Dopo quella lettura, avevamo capito che Ana sarebbe stata la protagonista di un libro tutto suo, anche se dotata di un carattere decisamente lontano da quello delle sue amiche che l'hanno preceduta. Ana non è morbida, accondiscendente, positiva, convinta che a trionfare debba essere l'amore e non l'interesse. L'educazione che sua madre le ha dato è forse tipica di un certo mondo latino dove le differenze sociali ancora contano notevolmente.


Lei è una Alvarez, l'unica figlia femmina, una sorta di principessa a cui tutto è concesso, anche se sua madre ha avuto sentore di quello che sarà la scelta di Enrique, il capo famiglia, ovvero di dividere il suo patrimonio e le sue attività tra tutti e tre i suoi figli, cioé includendo anche quel ragazzino adottato, Clark, che infondo anche lei ama, ma che comunque non considera come un figlio. Per non dividere il patrimonio, Frida cerca di alimentare l'infatuazione della figlia per quel giovane bello e impossibile. Ma il destino ha altri piani, come ben sanno quelle che hanno già letto gli altri volumi, e Clark resterà sempre un sogno irrealizzabile.


La realtà è invece rappresentata da Demetrio Torres, un jimador, ovvero un operaio della grande hacienda di famiglia, che produce la migliore Tequila del paese. Ana, appena quindicenne, arrivata per un breve soggiorno in quella che è la casa degli Alvarez, si sente subito attratta da quel giovane dal fisico scolpito, bello come pochi, ma anche umile. Il desiderio la porta verso una direzione, mentre la convinzione, che lei crede ferma e non frutto dell'influenza della madre, la spinge verso un'altra parte.


Demetrio vede Ana come una creatura per molti versi irraggiungibile. È la figlia del padrone, un uomo buono che gli ha permesso di lavorare e studiare, che non avrebbe problemi ad accoglierlo nella sua famiglia, se Ana lo scegliesse. Il problema è rappresentato da Frida e dalla stessa Ana, che affronta la storia con Demetrio con l'immaturità dei suoi anni. 


La storia di una stagione, dunque, o di un amore potenziale, mai sbocciato, in qualche modo rappresentano solo un antefatto, che ci spiega il perché di quella strana tensione che avevamo notato tra i due in UNO SCAPOLO DA SPOSARE.


Con un balzo temporale che ci riporta al presente, ritroviamo Ana cresciuta, la donna che abbiamo incontrato e conosciuto nei romanzi precedenti. La sua storia d'amore e d'interesse con un grosso e grasso produttore televisivo è finita per l'ennesimo tradimento di lui e anche la sua carriera sembra essere in una fase di stallo. Non è più una giovane alla ribalta, Clark si è sposato con la donna che ama, Luís aspetta il suo primo figlio. Tutte i suoi sogni di gloria non si sono realizzati, quando, per decisione di Enrique, stanco della vita inconcludente della figlia, Ana si ritrova a contatto quotidiano con quello che è stato la sua prima vera passione, Demetrio, che ormai lavora come capataz e che ha bisogno di una segretaria.


L'idea di rivederlo e di trovarsi in una condizione di inferiorità nei confronti dell'uomo che lei ha allontanato, subito dopo la sua prima volta, non è certo il massimo, ma lei è convinta che riuscirà a trattare la situazione nel migliore dei modi e a trarne tutti i vantaggi. Peccato che Demetrio non è più un ragazzino, ma un uomo, e il fascino con gli anni non si è certo attenuato, anche se lui è pronto a tutto pur di evitare di finire nuovamente preso al laccio.


Romanzo spumeggiante, con una protagonista meno scontata del solito, che racconta di un amore in due fasi diverse della vita e di come, se si ha il coraggio di affrontare i propri errori, si possa davvero conquistare la felicità. 

sabato 24 marzo 2018

Matrimonio di convenienza di Felicia Kingsley

Oggi parliamo di Matrimonio di convenienza di Felicia Kingsley.




Questo romanzo mi è passato sotto le mani diverse volte, senza spingermi all'acquisto, perché non riuscivo a capire se la cover mi piacesse o meno. A dire il vero, neppure ora lo so con precisione. La trovo romantica, vintage e anche un tantino strana... In ogni caso ha fatto colpo, perché mi ha incuriosito. Il titolo del romanzo, poi, mi riporta alla mente un libro letto tanti anni fa, con un'ambientazione settecentesca, che mi era piaciuta, e nonostante tutto non l'ho acquistato subito e ho atteso un'offerta per afferrarlo al volo. In ogni modo, ora eccomi qui a parlarvi di Jemma, truccatrice teatrale e di Ahford, dodicesimo duca di Burlingham. 





Ve lo siete perso? Eccovi la trama: 


Jemma fa la truccatrice teatrale, vive in un seminterrato a Londra e colleziona insuccessi in amore. Un giorno però riceve una telefonata dal suo avvocato che potrebbe cambiarle la vita: la nonna Catriona, la stessa che ha diseredato sua madre per aver sposato un uomo qualunque e senza titolo nobiliare, ha lasciato a lei un’enorme ricchezza. Ma a una condizione: che sposi un uomo di nobili natali. Il caso vuole che l’avvocato di Jemma segua un cliente che non naviga proprio in acque tranquille: Ashford, il dodicesimo duca di Burlingham, è infatti al verde e rischia di perdere, insieme ai beni di famiglia, anche il titolo. Ashford è un duca, Jemma ha molti soldi. Ashford ha bisogno di liquidi, Jemma di un blasone… Ma cosa può avere in comune la figlia di una simpatica coppia hippy, che ama girare per casa nuda, con un compassato lord inglese? Apparentemente nulla… Il loro non sarà altro che un matrimonio di convenienza, un’unione di facciata per permettere a entrambi di ottenere ciò che vogliono. Ma Jemma non immagina cosa l’aspetta, una volta arrivata nella lussuosa residenza dei Burlingham: galateo, formalità, inviti, ricevimenti e un’odiosa suocera aristocratica. E a quel punto sarà guerra aperta…





Che dire? Adoro le commedie romantiche, anche se, quando leggo che è stato un grande successo sul web o è considerata la rivelazione dell'anno, tendo a storcere il naso, perché diffido di definizioni così promettenti. A mio parere i grandi capolavori sono spesso sconosciuti. Sono tra le poche che non ha ancora letto "Cinquanta sfumature di grigio", per intenderci, anche se l'ho acquistato e messo da parte... Lo stesso ho fatto con Io prima di te di Jojo Moyes, per poi consumare pacchetti di fazzoletti e ammettere che l'autrice sarà stata anche una gran furbona, ma io ho adoro Will! Insomma, sono spesso diffidente, ma poi mi lascio convincere. E in questo caso? Non è un capolavoro, ma è carino, divertente e godibilissimo. Se siete alla ricerca di una lettura piacevole, frizzante e romantica, questo libro fa per voi. I personaggi sono ben descritti e c'è attenzione anche per le figure di contorno, che rendono molto più piacevole e scorrevole la narrazione, facendo da spalla ai due protagonisti in modo adeguato.


L'autrice, nei ringraziamenti, confessa di essersi ispirata all'amatissimo Orgoglio e pregiudizio, ma a me ha ricordato, nel rapporto con il maggiordomo, Pretty Woman, film che ho adorato e rivedo ogni volta che posso.
Se gli opposti si attraggono, questo è proprio il caso di Jemma e Ashford, costretti a conoscersi e a frequentarsi per uno strano gioco della vita: lui ha bisogno di soldi per salvare il suo patrimonio e lei ha bisogno di un marito nobile per entrare in posssesso di una cospicua eredità. A farli incontrare sarà il loro legale, che bando alle ciance, spiega loro che l'unico modo per risolvere i problemi di entrambi è convolare a giuste nozze. Nella vita reale Jemma e Ashford avrebbero divorziato dopo una settimana, ad essere generosi, ma noi che amiamo film come Pretty Woman, dove la prostituta di strada sposa un milionario, vogliamo sognare a ogni costo e così, simpatizziamo facilmente con Jemma, parteggiando per lei, sorridendo alla posa di Ashford, che si rivelerà molto meno spocchioso di quello che sembra all'inizio. Carinissimi i genitori nudisti di Jemma e odiosamente adorabile la mamma di Ashford! Tra tutti i personaggi del romanzo, è quello che mi ha divertito di più in assoluto, dunque sono stata felicissima di scoprire che  alla fine l'autrice la premia con quello che più desiderava...
Insomma, storia non originalissima, ma nel complesso piacevole che strappa qualche risata e ti accompagna piacevolmente nella lettura.  Lo consiglio a tutte le romantiche, che amano il chick lit.
Voto:  ♥♥♥♥

domenica 18 marzo 2018

ANGELICA E IL NUOVO MONDO di Anne e Serge Golon - Vol XII


Ci eravamo lasciati sul più bello in ANGELICA E IL PIRATA. Dopo tensioni, scontri, rivelazioni, finalmente Joffrey e la nostra eroina si erano abbandonati l'uno nelle braccia dell'altra, ritrovando in qualche modo la passata sintonia. La riscoperta è però durata poco in quanto gli ugonotti, a bordo della nave, non fidandosi dell'ambiguo e pericoloso Rescator, prendono il sopravvento, dopo aver corrotto alcuni membri dell'equipaggio e Joffrey e gli uomini rimasti a lui fedele vengono catturati.


Angelica, che lo ha ritrovato dopo quindi anni di separazione, teme che possa perderlo di nuovo, prima ancora di poter chiarire con lui tutto il loro passato reciproco. Divisa tra la fedeltà agli amici, ma l'amore assoluto per il marito, che pian piano si riaccende, cerca inutilmente di fare da mediatrice, ma anche gli agnelli più innocui finiscono per rivelarsi dei lupi.


Gli amici fedeli di Joffrey, tra cui il vecchio medico che si era preso cura di lui, subito dopo essere fuggito al rogo di Piazza de Grève, viene barbaramente ucciso per la sua origine islamica, così come il fedele capitano Jason. La vendetta di Joffrey sarà atroce. 


Utilizzando la nave come un rifugio segreto, fatto di corridoi nascosti, di stanze occulte, Joffrey si rifugia con i suoi uomini, riuscendo ad affamare e a lasciare a secco gli ugonotti e gli ammutinati. Quando poi la nave finisce in una corrente particolare, che non riescono a gestire, Joffrey utilizza le sue competenze per ricattarli.


Angelica sente che l'uomo ritrovato è una persona sconosciuta e il ricordo dell'amore passato quello di una ragazzina che non era arrivata a capire fino in fondo l'uomo. Quando la nave arrivano sulle sponde del territorio americano,  Joffrey, grazie all'aiuto anche dei pellerossa locali, suo alleati, riesce ad avere il sopravvento sui suoi nemici.


Deciso a farli impiccare tutti, gli ugonotti pregano Angelica di intercedere con lui, pur ignorando il reale legame tra la donna e il pirata. La nostra eroina, pur condannando il gesto che ha messo a rischio la vita di Joffrey, è stanca di violenza e di guerra, pensa ai bambini che rimarranno senza padri e va da Joffrey decisa a supplicarlo in tutti i modi pur di indurlo a risparmiare la loro vita.


Joffrey, pian piano, fa cadere tutti i pregiudizi che aveva nei confronti di Angelica, cominciando a capire la donna, completamente diversa dalla ragazzina fascinosa che aveva avuto in dono come sposa, in un matrimonio combinato che era servito soprattutto per acquisire una miniera.


Quindici anni sono passati e Angelica è diventata una donna forte, bellissima, determinata, una vera e propria eroina che attraversato l'inferno e ne è uscita purificata. Tutte le barriere che lui aveva innalzato per difendere il suo cuore, per non permetterle di ferirlo ancora, cadranno ed Angelica avrà la forza di raccontargli tutto il suo tormentoso passato, incluso la notte di Plessis, che ha portato alla nascita di Honorine.


 Toccante il momento in cui la bambina, che durante i vari volumi continuava a chiedere a qualsiasi uomo ruotasse intorno a sua madre, se fosse il padre, alla fine otterrà da Joffrey la tanto attesa risposta.


E la conclusione, con l'arrivo della carovana che porta con sé due grandi sorprese, per Angelica, finiranno per sancire un finale toccante ed intenso, aspettato tanti anni, dalla nostra eroina e dai suoi lettori e che in qualche modo sembra quasi una conclusione di questo ciclo di avventure. 


Non è così. Gli altri volumi ci rivelano che le vicende di Angelica e di Joffrey non sono ancora finite e che in questo nuovo mondo, tutto loro, c'è ancora tanto da scoprire e da conquistare, ma resta, alla fine di questo volume, il piacere per la bellezza di una storia che, malgrado i decenni, conserva tutto il suo fascino.


FRASI TRATTE DAL ROMANZO


«È l'ultima prova»,  le  gridava una voce interiore.  —Il destino non vuole sapere niente del nostro amore  —disse ad alta voce— forse perché è troppo bello, troppo grande, troppo forte. Ma il destino si può vincere, come lo diceva Osman Ferradji.


***


—Ridete! —esclamò in collera. - Tutte le tempeste vi fanno ridere, Joffrey  de Peyrac... Le torture vi fanno ridere. Cantavate nello spiazzato di Notre  Dame...  Che vi importa se io piango? Che importa se ho paura delle tempeste, includo del Mediterraneo, senza di voi...

***



A che cosa vi serve essere trascinati verso una terra nuova, se vi portate sotto le suole delle vostre scarpe il fango di tutte le sciocchezze, tutta la polvere sterile del vecchio mondo?


***


Era un suo amico, ne sono sicura, come Osman Ferradji lo era per me. Lo ha salvato e lo ha curato. Senza di lui, Joffrey sarebbe morto e loro lo hanno ucciso.»  Angelica non sapeva più a chi odiare e a chi amare. Gli uomini, tutti gli uomini, erano imperdonabili. Capiva perché Dio, esasperato all'improvviso, inviasse fuoco sulle città e diluvi sulla terra per distruggere questa specie ingrata.



***


Giocate continuamente una partita, perseguendo un obiettivo. Quando siete sincero?  —Quando vi tengo tra le mie braccia, bella mia. Solo allora spetto di sapere quello che faccio. Ed è un errore che ho pagato molto caro.


***


Non desidero il male,  Joffrey. Il male è la morte e a me piace la vita.


***


La  terra  selvaggia ed aspra dove la stava portando non poteva accontentarsi di cuori meschini e vuoti. Aveva bisogno di devozione.

***


La vostra richiesta è ingiuriosa nei miei confronti, signora, e temo che vi spinga un affetto disprezzabile verso uno di quegli uomini che hanno tradito me, vostro marito, che pretendete di amare.—No, no,  e voi lo sapete bene. Amos solo voi. Non ho mai amato altri che voi fino a morirne, fino a perdere la vita per voi, fino a perdere il cuore lontano da voi.



***


Era stato difficile scoprirla, accettarla. La sua esperienza con le donne non gli serviva a nulla per comprendere quella, perché nessuna di quelle che aveva incontrato le somigliava. Non era perché era caduta molto in basso perché lui la riconoscesse, ma perché era salita ancora più in alto.


***


A parte di questa speranza di salvarli, di condurli ai verdi pascoli promessi secondo la loro ingenua credenza, che cosa mi resta? Ho perso tutto: le mie terre, il mio rango, il mio nome, il mio onore, i miei figli e voi...il vostro amore. Non mi resta nulla, tranne questa bambina maledetta.


***


Ti dirò una cosa, cara  Honorine.  Sei stata la mia preferita. Mi hai ispirato l'amore più grande che abbia sperimentato per gli altri miei figli. Mi sembra che, per disgrazia, fosti tu quella che mi ha insegnato ad essere madre. Non dovrei confessarlo, ma voglio che in qualche modo tu lo sappia. Perché tu non hai ricevuto nulla quando sei nata.



***


Volevate le isole, signora. Qui le tenete.—Come si chiama questo paese? —chiese lei.—Gouldsboro


***


 —Entambi siamo un po' pazzi —mormorò con dolcezza —Non credi?(Joffrey ad Angelica)


***


—Ho lasciato la mia capanna a quella Lady ammirevole che utilizza così bene la pistola e che i pellerossa hanno soprannominato "La luce dell'estate"!. Signor de Peyrac,  scusatemi ma vi devo fare i miei complimenti. Si dice che sia la vostra amante. —No, non è la mia amante, ma mia moglie. — Voi sposato! —esclamò l'altro. —...  Impossibile!   Lei, vostra moglie? Ma da quando?—Da sedici anni  —rispose il conte, riprendendo il galoppo.


***


—Lo spirito dei bianchi è opaco e rigido come una pelle tagliata male — rispose  Joffrey de Peyrac—. Non ho la tua visione penetrante, oh sakem, e mi pongo delle domande su quella donna. Ignora se sia ancora degna di stare sotto il mio tetto e di dividere il mio letto.


***


Temo che vi facciate delle illusioni. Sono ricco, ma il mio regno è vergine. I miei palazzi non sono altro che forti fatti di tronchi d'albero. Non posso offrirvi vestito sontuosi, né gioielli. Tutto questo è inutile in questo deserto, né sicurezza, né comodità, né gloria,  niente di quello  che compiace le donne.  — L'unica cosa che compiace le donne è l'amore.


***


Il vecchio indiano sorrise a metà: —La sua carne è fatta di miele. Assaporala.(Massaswa a Joffrey)


***



—In questo vi sbagliate —disse il conte— Dopo il cavallo, la carta è la conquista più grande dell'uomo, senza la quale non può vivere. L'essere umano si perde se non può esprimere il suo pensiero dandogli una forma meno duratura della parola. Il foglio di carta è il riflesso nel quale gli piace contemplarsi, come una donna allo specchio.


***


—Sono stato un guardiano pessimo, mio povero tesoro...mio prezioso tesoro, tante volte perduto. —Joffrey —mormorò Angelica.


***


Darmi al re? Potevo tradirvi, dopo che lui vi aveva condannato ingiustamente? Privandomi di voi, mi aveva tolto tutto: tutti i piaceri, tutti gli onori della corte non potevano sostituire la vostra assenza. Ah quanto vi ho invocato, mi amore perduto.


***


Maine.  —È un paese che vi somiglia, eccentrico, troppo ben dotato per non essere interpretato male. Lo trasformerete nel vostro paese prediletto, ne sono sicuro.


***


Joffrey de Peyrac aveva attraversato diversi destino con un'eleganza costante.


***


È strano —mormorò Angelica— Ho l'impressione che tutto mi sia stato restituito centuplicato. Credevo di aver abbandonato per sempre il paese della mia infanzia, la terra dei miei antenati. Posso dire che gli alberi che ci circondano mi ricordano il bosco di  Nieul?  Sì,  pero  ampliato, molto più bello, profondo, opulento. Ho l'impressione che accada lo stesso con tutto. Ho la sensazione che tutto sia smisurato, aumentato, esaltato: la vita, il futuro...il nostro amore.


***


Notte senza fine, notte di carezze, di baci, di abbracci, di confessioni mormorate e restituite in sussurri, di sogni senza incubi, interrotti da amorosi risvegli. Nelle braccia di colui che aveva tanto amato ed atteso, Angelica, trasfigurata, ritornava ad essere la Venere segreta delle notti d'amore che faceva svenire di estasi gli amanti colmi, lasciandoli pieno di un desiderio e di un dolore incurabili. El vento della tempesta cancellata tutti i ricordi e annullava i fantasmi. 

***


Sei l'unica donna che ha avuto il potere di farmi soffrire.(Joffrey ad Angelica)


***


—Ah, che codarda che sono! —sospirò Angelica.—Brava! Un grammo di codardia va benissimo con la vostra bellezza imperiosa. Siate codarda, debole, amore mio, che siete bellissima così.—Dovrei odiarvi.  —Non astenetevi, amore mio, a patto che continuiate ad amarmi. 


***




—Sei tutto per me —disse Joffrey. Il fervore della sua voce colmò Angelica. Adesso sapeva, che dopo tanti ostacoli, aveva raggiunto la sua meta: ritrovarlo, essere nelle sue braccia, possedere il suo cuore. La vita si apriva davanti al suo amore. 

domenica 11 marzo 2018

ANGELICA E IL PIRATA di Anne e Serge Golon - Vol XI



Ho aspettato più di venticinque anni per leggere questo libro, praticamente da quando, da bambina mi sono imbattuta nei romanzi di Anne e Serge Golon dedicati all'intrepida eroina francese Angelica de Peyrac e Plessis-Belliere.

Dopo aver cercato, inutilmente, in tutte le librerie del paese, aver chiesto l'intervento di un amico libraio, rinunciai nell'impresa di riuscire ad avere tutti i volumi. Al tempo internet non era che un mondo misterioso e appannaggio di pochi.Mi accontentai quindi di vedere i film, pur rimanendo con questo desiderio inappagato di scoprire la vera storia di Angelica e Joffrey.


L'attesa dunque è quello che mi ha preparato all'incontro con questo undicesimo volume, così come l'attesa, a volte senza speranza, a volte palpitante, a volte disillusa, è quella che ha accompagnato Angelica nel corso dei quindici anni in cui è stata separata dall'amato marito, amato come nessun altro uomo incontrato nel corso della sua vita alquanto intensa.


Se in ANGELICA  ALLA GUERRA, finalmente il Rescator era arrivato nella vita della nostra eroina, tutto questo libro ci regala lo scontro di carattere, il fascino, mai perso, di un personaggio che è saputo ripartire da zero, dopo essere precipitato nella disgrazia ed essere riuscito a ricostruire la propria esistenza pezzo per pezzo.


Angelica e i suoi amici ugonotti sono ospiti, non molto desiderati, da parte del Rescator e dei suoi pirati. La loro rotta li conduce verso il nuovo mondo, ma si trovano su punti opposti di una guerra che li ha voluti unire. Non si fidano di quel pirata strano, sempre mascherato, circondato da uomini di razze diverse, una minaccia per tutti loro che conducono una vita all'insegna della parola del Signore.


Angelica si scontra ben presto con il Rescator, per i suoi modi arroganti, ma comincia subito a sviluppare anche una strana attrazione, nata da una sensazione, non del tutto razionale, che l'uomo le ricordi di qualcuno molto amato e perso. Quando si arriverà alla sconvolgente rivelazione, che le svelerà tutta la storia di Joffrey de Peyrac, per Angelica inizierà una nuova lotta, la più importante, ovvero quella di riconquistare il suo amore perduto.


Joffrey è furioso con Angelica perché reputa che la donna  non solo lo abbia tradito quasi subito dopo la sua scomparsa, ma che in fondo non l'abbia mai davvero amato e che si sia subito buttata tra le braccia del fascinoso cugino. Inoltre la presenza a bordo della piccola Honorine, di padre ignoto, e quella di Gabriel Berne, suo corteggiatore e aspirante marito, lo innervosiscono quanto mai. A renderlo ancora più furioso nei suoi confronti, è l'idea che sia stata una pessima madre per Cantor e Florimond, entrambi persi per sempre.


Angelica non trova il coraggio di confessargli l'orrore della sua vita negli ultimi anni, ovvero da quando si è sottratta alle voglie del Re, arrivando ad una sfida aperta e trasformandosi nella famosa Ribelle di Poitou, dopo la terribile notte di Plessis. Non crede sia giusto farlo soffrire con il racconto della morte di Cantor e quello della scomparsa di Florimond. Quello che ignora è che Joffrey ha da tempo ritrovato il figlio più piccolo, portato a vivere con sé.


Attraverso i ricordi, riemergono gli anni di sofferenza di Joffrey e tutti i suoi sforzi per ricostruire il proprio mondo perduto, ricco delle sue conoscenze e delle sue abilità. Pian piano però il rapporto con Angelica, fatto di contrasti, tumultuoso come il mare che attraversano, con tutte le sue insidie si risveglia potente e l'antica passione rinasce.


Innegabile che l'attesa abbia reso ancora più emozionante il viaggio, dominato da due personaggi forti, pieni di fascino, carismatici, in qualche modo estremamente simili. Nessun altro, al loro fianco, sarebbe riuscito a reggere una tale presenza. Insieme invece dominano ogni pagina, rendendo la loro storia indimenticabile.




FRASI TRATTE DAL LIBRO






Assomiglia a qualcuno che ho conosciuto. Forse è per questo che a volte mi sembra famigliare e mi comporto con lui come se mi fosse amico. La stessa classe di uomo, evidentemente, perché dire che "Gli assomiglia" è una metafora, visto che non ho mai visto il suo volto... Però questa disinvoltura, questo modo naturale di dominare gli altri o di burlarsi di loro...Sì, questo mi è familiare. E per il resto... Anche l'altro portava una maschera.  (Angelica pensando al Rescator e paragonandolo al primo marito)



***


 Si assapora bene la vita solo quando la morte è stata molto vicina, quasi inevitabile.


***


—Non concedo maggiore importanza alle leggi del Islam di quelle dei paesi cristiani da dove provenite. —Siete un impuro —disse Angelica, spaventata. — Non avete assicurato un istante fa che eravamo stati salvati dalla tempesta dalla volontà di Dio? —Il Dio al quale ho ringraziato ha solo, secondo il mio parere, una relazione molto lontana con quello complice delle ingiustizie e delle crudeltà del vostro mondo...Il vecchio mondo corrotto —aggiunse con rancore.


***


Era su quella nave, in presenza del quell'uomo, il Rescator, che Angelica si sarebbe incontrata in contatto con tutte le sue passate esistenze.



***


La  vita si scrive su una pietra più dura della cera semplice e duttile dei sogni. La sua forma si scolpisce con grandi cocci tagliati, che fanno male.


***


No? E nonostante tutti, io, il  Rescator,  che conosce tutti nel Mediterraneo, vi posso assicurare che è stato  stato molto vicino a voi.Angelica sentì che le sue ossa si scioglievano, che il suo corpo si dissolveva. Quasi senza rendersene conto, gridò: —No, no,  non è vero! È impossibile! Se si fosse avvicinato a me, lo avrei riconosciuto tra mille. —Beh è qui dove vi sbagliate.(Angelica parlando al Rescator di Joffrey de Peyrac)


***


Quando vi ho detto che la mia voce si è rotta molto tempo prima, è perché avevo chiamato qualcuno che era troppo lontano:  Dio...  ma in cambio lui mi ha concesso quello che volevo: la vita. È stato nello spiazzato di  Notre-Dame.  Pensavo che era arrivata la mia ultima ora. Ho invocato Dio, l'ho chiamato così forte che non mi restavano più forze...La mia voce si è rotta per sempre...Dio da e dio toglie. Tutto si paga.(Joffrey ad Angelica)



***



Confessare una simile umiliazione sarebbe stato come scoprirgli una ferita vergognosa e ripugnante. L'avrebbe conservata per sempre, nascosta, con le cicatrici indelebili del suo corpo e del suo cuore, la bruciatura sulla gamba prodotta da Colin    Paturel,  la  morte del piccolo Charles-Henri...  Honorine,  nata da una violenza anonima, pagava per gli abbracci che Angelica aveva accettato o cercato,   Philippe, i baci del Re, la passione rustica ed esaltante del povero normando, principe degli schiavi, i piaceri grossolani e allegri che le aveva offerto il poliziotto Desgrez, quegli altri più raffinati che aveva assaporato con il duca de Vivonne. Ah e si era dimenticata di Racoski... E senza dubbio di alcuni altri, tanti anni trascorsi...vissuti...Da lei e da lui. Non si poteva chiedere che venissero cancellati. 


***


Honorine era lì, era il segno di tutto quello che era imperdonabile, il sigillo collocato sulla porta chiusa del paradiso perduto, come un tempo quelli del Re sulla porta del Palazzo del Gaio Sapere avevano significato definitivamente la fine di un mondo, di un'epoca, di una felicità.


***


Sono una vecchia aquila di mare abituata alla solitudine. A parte dei brevi anni coniugali che ho vissuto un tempo con la vostra incantevole compagnia, le donne non hanno mai avuto che un ruolo momentaneo.(Joffrey ad Angelica)
***



Ognuno dei suoi movimenti la commuoveva carnalmente fino al punto di farla tremare.(Angelica guardando il marito)



***


Durante tutta la vita, aveva conservato per se, e quasi senza saperlo, la qualità unica di quei baci  voraci e meravigliosi che si scambiavano, ridendo e mai sazi, nel tempo così lontano di Tolosa e che il sogno, che a volte cancella tutti i veli, era ritornato a restituirle come per miracolo.



***



 Era lui! Ah che dolore sentirlo così vicino e così lontano!  «E malgrado tutto è su quel cuore che ho dormito, fu in quelle braccia che sono diventata donna. In Candia, sapendo che era, mi teneva nelle sue braccia e mi parlava con una tenerezza accattivante. Ma a Candia ero un'altra. Che colpa ne ho per le fatiche che mi ha portato la vita, che mi ha causato il Re? Quel Re con il quale mi accusa di averlo tradito, con il pretesto di disprezzarmi e di rifiutarmi. E mentre lottavo contro il Re, lui stringeva tra le braccia altre donne.


**



Come era solo, solo come il vento. Così come lo aveva visto solo sulla landa, solo come lo erano gli uomini che non somigliavano a nessuno.(Angelica pensando a Joffrey)



***


«Por fortuna —si diceva, sfregandosi energicamente i vestiti — si trovavano sulla stessa barca e non potevano evitarsi».  La loro situazione attuale era fatta di felicità e tormento, perché, malgrado tutto, era lì, in carne ed ossa, e vederlo, parlargli era già un miracolo. Per tanto, ne potevano capitare anche degli altri di miracoli.



***


L'amore ... la morte. Il tempo continuava a tessere la sua tela, intrecciando i fili del destino che crea la vita e la distrugge. 



***


Peyrac  seppe conquistarli uno ad uno, grazie all'unico laccio che poteva esistere tra lui e quei selvaggi nudi: il gusto profondo per la terra e i suoi misteri.



***


Il canto libera il dolore dell'anima. Ancora adesso, anni dopo, il suo petto si riempiva di grida che non potevano sbocciare. Si era abituato a quella mutilazione, ma nelle ore di angoscia lo sopportava male. Ore di angoscia che doveva ad Angelica.


***


—Sono l'unico padrone a bordo, dopo Dio   —rispose con durezza il Rescator—. Tocca solo a me fare giustizia. 


***


La mia vita oscilla tra due passioni: i tesori della terra e gli incanti del mare. — E le bellezze? —Esagerano. Diciamo che le bellezze hanno patto parte, occasionalmente di un'avventura o l'altra. La terra ed il mare, Jason. Due entità, due amanti esigenti. Quando ho dato troppo ad una, l'altra mi reclama. 




***


—Mia cara, ti amavo, ti piangevo...E adesso che ti ho ritrovato non ti ho aperto le braccia. L'uomo è fatto così. Soffre e poi guarisce. E allora dimentica la lucidità e la saggezza che conferisce il dolore. Traboccante di vita, si affretta a recuperare il suo vecchio bagaglio di illusioni, di piccoli timori, di rancori distruttivi.(Joffrey pensando ad Angelica)

***
—Va tutto bene...Un po' di pazienza e sarà la fine!—La fine?—La fine della tempesta.(Angelica e Joffrey)


***


Si,  certo  —annuì, divertito. — ... un'autentica sirena intrappolata nelle mie reti dal più profondo delle acque. La sua pelle è amara e fredda e ha paura dell'amore degli uomini. Che strano travestimento avete indossato, Signora de Peyrac.



***





Ritornavano ad annodarsi tra loro i lacci della carne che, colmandoli di delizia e ricordi, li avevano conservati tesi l'uno verso l'altra attraverso lo spazio e il tempo.

***