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sabato 21 agosto 2021

Summer Killer Love di Ashley Andrews

 Buon sabato, amiche di Leggo Rosa!

Oggi vi parlo della mia ultima lettura, Summer Killer Love di Ashley Andrews, una storia d'amore nuova per me che non amo molto i freddi e spietati killer, ma l'autrice, che ho conosciuto su uno dei tanti gruppi di Facebook, mi aveva fatto una buona impressione e meritava un approfondimento.





Così, nonostante la trama fosse lontana da me e dalle mie letture solite, mi sono detta di provare e guardate un po' in cosa mi sono imbattuta:

È stato straziante, per la ventitreenne infermiera Amy Johnson, dire addio ai nonni, morti un mese prima. Li ha accuditi fin dall’adolescenza, costretti a letto, e il sacrificio le ha lasciato “il Problema”. “Il Problema” ha la sgradevole proprietà di causarne molti altri, come la prospettiva di trascorrere le ferie estive da sola. Il fatto è che Amy - faccia da bambina e una passione per gli abiti anni ’50 - , ha una fobia da contatto. Nella sua vita professionale si barda di protezioni come nessun altro. Eppure, quando il paziente della Sala Uno, in astanteria, comincia ad agonizzare avvelenato da una sostanza radioattiva, lei non può non commuoversi per come l’uomo invoca la moglie. Le ricorda il vero amore dei nonni, inseparabili fino alla fine, e lo aiuta, unica tra tutte le infermiere. Peccato che il paziente sia un sicario internazionale e che, per giunta, in punto di morte, le chieda di trovare un altro killer e di consegnargli una lettera.

Amy, per accontentarlo, finge di acconsentire, ma non potrebbe mai fare un’assurdità simile! Mettersi sulle tracce di tale Prothero, la leggenda internazionale dei killer a contratto, con gli occhi di brace, annidato per le vacanze estive in un capanno sul Redfish Lake.
Già. Quale strada si deve fare per raggiungere il Redfish Lake, esattamente?
Una strada lunga e tortuosa, come quella che porta al cuore spietato di Prothero. Per morire o per rinascere insieme.

Prothero ed Amy sono carinissimi!!! Sì, lo so, l'aggettivo carino associato a uno che si guadagna da vivere facendo fuori gli altri non è proprio aderente, ma credetemi, alla fine del suo percorso, ci si accorge di essersi innamorati di lui, al pari di Amy.
Naturalmente non posso raccontarvi nulla sulla trama, perché altrimenti svelerei troppo e uno dei punti di forza di questo romanzo è proprio la capacità dell'autrice di tenerci con il fiato in sospeso.
Amy assomiglia un po' a tante di noi che non hanno messo su famiglia presto e che abbiamo costantemente messo davanti a noi gli altri, ritrovandoci a un tratto sole e in cerca della direzione giusta da dare alla nostra vita.
Per Amy sceglierà il destino, mettendola sulle tracce di Prothero che, dibattuto tra il timore di doverla uccidere e il bisogno di amarla, finirà con lo scoprire che esistono esseri nati per amare.
Dunque, nonostante l'argomento ostico di base, quella che leggerete è proprio una bella storia d'amore, scritta bene, costruita magnificamente e  adattissima a chi ama restare con il fiato sospeso fin quasi all'ultima pagina.
Per non parlare poi della capacità dell'autrice di presentarci un killer, innamorato sì, ma sempre padrone della situazione e del suo ruolo, credibile anche quando darà una svolta alla sua vita. Sottolineo questo, perché spesso nei romance le soluzioni trovate non sono proprio aderenti alla realtà e non reggono al dovuto ragionamento su quanto ci viene propinato. Si legge per evadere, certo, ma il cervello resta acceso.
Unico punto debole di questo romanzo, a mio parere, è il modo in cui viene usato il pov alternato che torna sulla stessa scena con il punto di vista di entrambi i protagonisti. L'autrice lo usa per spiegarci come l'uno e l'altra vivono gli eventi (leggendo capire quanto è fondamentale questa operazione), ma la soluzione trovata rallenta il ritmo della narrazione.
 A parte questo, ragazze.  Non lasciatevelo sfuggire: è uno di quei romanzi d'amore che io definisco di qualità.

 

Per leggerne un estratto, cliccate qui!

 

mercoledì 18 agosto 2021

Shopping con Jane Austen di Laurie Viera Rigler

 


 Ho meditato qualche giorno prima di scrivere la recensione a questo libro perché, a differenza di quello che mi capita di solito quando leggo, non sono tanto sicura se SHOPPING CON JANE AUSTEN mi sia piaciuto oppure no. E pensare che c'erano tutte le premesse perché mi potesse conquistare. Adoro gli storici, ho una passione per Jane, amo il pizzico di fantasy, quando si mescola alla realtà. Eppure alla fine della lettura, ho l'impressione che tra un paio di mesi non ricorderò niente di questo volume, cancellato senza infamia e senza lode.


 

Eppure l'idea di base è carina e nasce da un amore sincero che l'autrice nutre per la Austen. Courtney, donna moderna, alle prese con un fidanzato che la tradisce quasi sulla soglia dell'altare, un amico di lui che lo ha spalleggiato ma che in qualche modo le è sentimentalmente vicino, si risveglia in un corpo non suo, in un'epoca completamente diversa e persino in un paese, l'Inghilterra, lontana da casa sua.


 

Scopre che, per uno strano effetto di congiunzioni astrali e per un desiderio espresso dalla proprietaria del suo corpo, che si chiama significativamente Jane (come l'autrice) Mansfield (come Mansfield Park!), che sogna di vivere un'altra vita, Courtney si ritrova bloccata nel suo corpo di damina dei primi dell'Ottocento, mentre molto probabilmente la vera Jane si ritrova a pascolo nel XXI secolo.


 

Jane è corteggiata da un certo Mr Edgeworth, su cui però si concentrano sospetti di leggerezza con una cameriera poi allontanata dalla sua casa. Sembra anche che abbia alimentato una romantica amicizia con James, un valletto a lei inferiore, che aveva preso in simpatia. Ad affiancarla c'è Mary, la sorella di Edgeworth, un tempo sedotta e abbandonata da un gentiluomo poco gentiluomo, che il fratello aveva ostacolato, ma che poi si rivelerà interessato solo alla dote, un po' come la sorella di Darcy con  Wickham.


 

Il problema però è che manca tutta la freschezza e l'ironia della Austen e il confronto tra le due epoche non basta a reggere una trama troppo esile e senza grandi svolte o introspezioni. È un racconto leggero, ma a tratti vuoto, come un puro esercizio di stile che a nulla porta. I personaggi appaiono trasparenti, come se fossero scritti su un foglio di carta velina, senza profondità e anche la scoperta di un interesse sincero tra Jane e Edgeworth appare senza passione, senza sentimento. Ho provato più interesse per il rapporto con Wes, l'amico traditore, che pur emerge come sinceramente interessato a Courtney che per quella sorta di pantomima della relazione tra Elisabeth e Darcy.


 

Mi resta il dubbio che forse il viaggio della vera Jane nella vita incasinata di Courtney posso offrire maggiore spunto e interesse, ma la motivazione per continuare la lettura con il secondo volume è piuttosto debole. Spero che possa crescere un po', in modo da dare una seconda possibilità all'autrice. Per quanto riguarda questo volume, posso solo dire che è stata una lettura senza infamia e senza lode.

sabato 14 agosto 2021

Ama il tuo peccato di Cat Venus


In questa calda estate mi sono imbattuta in un romanzo con tantissime recensioni. Al momento in cui scrivo ha superato abbondantemente le mille e quattrocento. La quotazione di massima è più che buona. A farmi decidere, però, per l'acquisto non sono state le recensioni positive, che non leggo quasi mai, ma quelle negative e alla fine posso dirvi che sono stata contenta del mio acquisto.
Andiamo per gradi, di cosa parla Ama il tuo peccato?


TRAMA(Ama, ama follemente, ama più che puoi, e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. William Shakespeare.)


Ariel vive a Brooklyn, ha ventitré anni ed è cresciuta sotto una campana di vetro. Ha frequentato un collegio cattolico, non le è stato permesso di iscriversi all’università e non ha mai avuto a che fare con gli uomini. Lavora in un’agenzia di viaggi cristiana, che organizza solo pellegrinaggi in luoghi sacri.
Lei, però, non ha mai viaggiato, e i suoi sogni e i suoi desideri sono quelli che le ha inculcato la famiglia: sposarsi, fare dei figli e non ribellarsi a quello che gli altri hanno deciso al suo posto.
Un giorno, tuttavia, qualcosa comincia a cambiare.
Quando un nuovo vicino si trasferisce nella casa accanto, tutte le certezze di Ariel perdono colpi.
Lui è bellissimo e sexy, e conduce una vita che è l’opposto della sua. Disinibito, selvaggio, sarcastico e scandaloso, Alex pare fatto apposta per metterla in crisi.
Come può l’ultima vergine di New York, cresciuta in una prigione d’oro, educata a considerare il sesso un abominio, resistere al fascino di un uomo che sembra nato per sconvolgerla?
Ma forse non ogni male viene per nuocere, e due persone apparentemente così diverse possono completarsi come nessuno avrebbe immaginato.
Se Alex non fosse soltanto un seduttore incallito intenzionato a giocare con la sua ingenuità, e Ariel si rivelasse meno candida di quel che credeva?
Un’appassionata relazione carnale può diventare qualcosa di più profondo e importante?
L’amore può rendere innocente il peccato?

Il romanzo parte dal solito cliché di lei carina, ma non consapevole, e lui bellissimo e pieno di peccati. Qualcuno potrà storcere il naso, pensando alla solita storia di lei "bruttina" e lui figo ma stronzo, ma per me i cliché sono la garanzia che per il 50%, anche senza leggere una pagina, il libro mi piacerà, fosse pure lontano dal capolavoro che acclamano le cinque stelline. Diciamocelo pure: a volte si legge anche per staccare la spina e divertirsi.
Così ho iniziato la mia avventura e mi sono innamorata di questo romanzo fin dalle prime pagine. Ho riso, ho riflettuto e ho riconsiderato quanto letto, ma quando sono giunta all'ultima pagina ho tirato un bel sospiro e ho pensato: che peccato che sia finito. A me Ariel e Alex piacciono. Certo, non sono perfetti, a tratti sono esasperanti, con la loro incapacità di parlarsi, e meriterebbero una sonora lezione, ma nonostante tutto si fanno amare e forse proprio grazie ai loro difetti.
Dunque, rispondendo a  chi su Amazon ha sostenuto che l'autrice non sa scrivere e dovrebbe cambiare mestiere, direi proprio che non è vero. Anzi, a me sembra che dietro lo pseudonimo di Cat Venus si nasconda una penna che forse nella vita fa altro, ma che conosce molto bene il mondo del romance e sa come attirare l'attenzione dei lettori. Il linguaggio è scurrile è vero. Dunque, se siete di quelle che non lo sopportano, meglio evitare questo romanzo, ma ad onor del vero, i termini scelti per il personaggio gli calzano a pennello. Quel linguaggio fa parte di Alex che vuole dare di sé un'immagine non proprio edificante. Diciamo pure che il suo modo di esprimersi rispecchia il suo desiderio di differenziarsi dai perbenisti come suo padre. Dunque, è coerente con il personaggio e la critica negativa che mi aveva intrigato, suo malgrado, a mio parere non trova fondamento, perché si basa esclusivamente sul gusto. Vi assicuro che io nella vita quotidiana non sfoggio il linguaggio di Alex, ma conoscendolo capirei che è un modo come un altro per dire io non sono falso come voi...
Inoltre, dobbiamo dirlo, di errori nella vita ne ha fatti tanti il nostro Alex che, a poco più di trent'anni, ha un curriculum di tutto rispetto, diversamente da Ariel che è il suo opposto, ma non immaginatevi lo stronzo classico che tratta male la protagonista, perché sareste molto lontani dalla verità. In fondo Alex è proprio un bravo ragazzo, solo che non lo sa... O meglio, non ci crede. Un po' come Ariel che si è convinta di essere brutta. Non lo direste mai, ma sono molto simili i nostri due protagonisti e quando si decideranno a parlarsi davvero, scopriranno di non poter fare a meno l'uno dell'altro. Ma per arrivarci... 
L'unica nota negativa che mi sento di avallare è la capacità di reggere il registro erotico. Lì mi è parso un po' carente, non perché non ci siano scene di sesso più o meno esplicite, ma per come si giunge a quegli eventi. Forse non era neppure nell'intento dell'autrice che ha investito molto più sulla sfera emotiva dei due protagonisti, ma per com'è impostata la storia ti aspetti che dal linguaggio scurrile si passi a una sensualità più marcata. Non so se sono riuscita a spiegarmi, ma vi basterà leggere penne che da tempo si muovono nel mondo erotico per capire di cosa parlo.
A parte questo, vi assicuro, che il romanzo è godibilissimo. Io l'ho trovato divertente, entusiasmante e piacevole. Dunque lo consiglio senza remore, ovviamente a chi non si scandalizza facilmente.
Ah, complimenti vivissimi all'autrice per il titolo. Me ne sono innamorata subito. D'altronde la fonte di ispirazione è di tutto rispetto.
Alla prossima.

Te lo dico sottovoce di Lucrezia Scali

Te lo dico sottovoce mi occhieggiava dagli scaffali del supermercato dove di solito mi reco a fare la spesa con la sua copertina romantica e dolce.
Dopo aver resistito per diverse settimane (ho la casa invasa di libri e presto dovrò uscire io), mi sono lasciata convincere all'acquisto da quel cagnolino ai piedi della coppia di innamorati di turno e mi sono immersa nella lettura.



Mia ha trent’anni, un passato che preferisce non ricordare e una famiglia da cui cerca di tenersi alla larga. Meglio stare lontano dalle frecciatine della sorella e da una madre invadente che le organizza appuntamenti al buio… Di notte sogna il principe azzurro, ma la mattina si sveglia accanto a Bubu, un meticcio con le orecchie cadenti e il pelo morbido. La sua passione sono gli animali e infatti, oltre a gestire una delle cliniche veterinarie più conosciute di Torino, Mia sta per realizzare un progetto a cui tiene moltissimo: restituire il sorriso ai bambini in ospedale attraverso la pet therapy. Il grande amore romantico, però, non sembra proprio voler arrivare nella sua vita. O almeno, così pensa Mia, prima di conoscere Alberto, un medico affascinante, e Diego, un ragazzo sfuggente che si è appena trasferito a Torino dalla Puglia. Cupido sta finalmente per scagliare la sua freccia: riuscirà a colpire la persona giusta per il cuore di Mia?
Per mesi in vetta alle classifiche del web
Conservo il tuo segreto, come tu fai con il mio: insieme saranno al sicuro


Ho così conosciuto Bubu e la sua padrona, Mia e mi sono immersa nella sua storia.
Te lo dico sottovoce è il romanzo di esordio di Lucrezia Scali ed è stato il caso editoriale di qualche anno fa, con una storia fresca, scritta bene e piena di animali. Se siete come me amanti dei pelosi, non potete perderlo.
Tutto è delizioso in questo romanzo dalle descrizioni ai musetti dei nostri migliori amici. L'intreccio è quello classico con la nostra protagonista attratta dal soggetto sbagliato che lo evita per evitare di soffrire, preferendogli qualcuno apparentemente perfetto.

«Meraviglioso, non riesco a trovare altri aggettivi per definire questo libro. Ho amato i personaggi e, sarò anche strana, ho amato i loro drammi.»
«Ho letto questo romanzo tutto d’un fiato! Tocca tanti argomenti e fa riflettere. Ho riso, sognato, odiato e ho anche pianto. Non vedo l’ora di leggere il prossimo.»
«Un romanzo che tocca l’anima nel profondo, una storia bellissima e ben raccontata con una scrittura fresca e curata.»

Queste alcune delle recensioni più entusiastiche riportate sul web e sul retrocopertina di questo romanza.
Personalmente lo consiglio agli animi romantici e agli amanti dei pelosetti che occupano il loro spazio in questa storia. Una lettura piacevole con cui trascorrere qualche ora lieta. 

sabato 7 agosto 2021

UN CUORE SELVAGGIO di Rosemary Rogers

 


 Mi sono imbattuta in questo romanzo per caso, cercando una storia d'amore che non si limitasse al solito schema riduttivo di un incontro, più o meno focoso, ma volendo una trama che mescolasse anche elementi d'avventura. Rosemary Rogers viene presentata come la Regina del Romance storico e d'avventura e mi sono detta che potevo tentare questa nostra conoscenza in quest'estate di letture.


 

Alla fine di questo lungo viaggio durato circa 500 pagine, infarcite di colpi di scena, di attacchi apache, di comancheros, di uomini guidati dalla brama e dal desiderio di vendetta, la domanda fondamentale che mi sono posta è stata: fino a che punto un'autrice di romance può spingere la sua fantasia e una visione piuttosto semplicistica e superficiale del passato? Possibile che romance, in molti casi, debba essere sinonimo di una scrittura trasandata (che molti che apprezzano definiranno scorrevole) con un'incapacità di affrontare temi corposi e drammatici?


 

La storia è quella della bellissima Lady Rowena Dangerfield, cresciuta in India con il nonno, dopo il drammatico divorzio dei suoi genitori, la fuga del padre in America, e il matrimonio della madre con il suo amante. Della fastosa e seducente India, che Lucinda Riley ha magicamente rappresentato in LA ROSA DI MEZZANOTTE, non compare neanche una virgola, ridotta a un racconto di poche pagine, senza atmosfera o respiro, prima che la ragazza venga spedita, selvaggia e irriverente, in Inghilterra dalla madre, quando il nonno muore.


 

Qui, come la più classica delle eroine gotiche, viene sottoposta alle voglie del patrigno e la violenza si consuma con una superficialità narrativa che dimostra solo il tono con cui proseguirà il romanzo, da un punto di vista anche strutturale piuttosto confuso. Si passa infatti dalla terza persona del periodo indiano, a un racconto in prima che dovrebbe essere un resoconto di una vita fatto da una prospettiva poco chiara.


 

Da questo momento, in una folla di personaggi quasi tutti uguali, senza dimensione e profondità, Lady Rowena passa nel giro di pochi capitoli a brillare come nuova attrazione dei salotti londinesi, per poi essere mandata via dalla madre, alla scoperta della malattia del padre in America, che ne vuole fare la sua ricchissima erede. 


 

Nella terra dei selvaggi, Rowena incontra il socio di suo padre (nel frattempo passato a miglior vita), un certo Todd Shannon, uomo dispotico ma fascinoso che esercita su di lei una certa attrazione, ma che vorrebbe sposarla soprattutto per impadronirsi della metà del ranch che il padre le ha lasciato. Ma soprattutto Rowena finisce per essere coinvolta nelle trame di un odio confuso e spiegato con racconti che si passano di bocca in bocca e che riguardano un certo Lucas Cord, mezzo sangue indiano e allo stesso tempo messicano, sui cui sembrano concentrarsi tutti i mali del mondo.


 

Tra aggressioni varie, donnine che si offrirebbero alla prima occasione, agguati e qualche bacio che dovrebbe essere appassionato, ma che riflette la freddezza di un personaggio come Rowena, quando siamo intorno alla metà del racconto, Lucas fa la sua comparsa come protagonista che suscita odio e amore. 


 

 

Rapita dagli indiani, venduta e finita nelle mani di Cord, Rowena arriva nella valle segreta dove vive la fascinosa Elena, che come quella del mito greco, è la più bella del creato e seduce tutti gli uomini che le ruotano intorno, anche se appare un po' tardona per colpa dell'età: il padre di Rowena ne ha subito il fascino, lo stesso Lucas, figlio adottato dalla donna, Todd la odia, ma c'è una sorta di attrazione. Rowena cercherà di strapparle Lucas con tutte le sue forze.


 

La trama poteva presentare degli elementi interessanti, ma la superficialità con cui tutto è affrontato non permette la fruibilità di questa storia se si desidera un minimo di credibilità. Un esempio fra tutti! Come può un lettore con un minimo di raziocinio emozionarsi o lasciarsi affascinare dalla scena del salvataggio di Rowena dalle rapide di un fiume, quando l'eroe, Lucas, poche ore prima è stato colpito ripetutamente da una valanga di proiettili, sparati dal fratello Ramon, geloso di lui? Manco fosse superman capace di resistere a qualsiasi colpo ad eccezione della kryptonite! 

 


Siamo oltre il senso del ridicolo, in quanto è già miracoloso che non sia morto dissanguato, ma addirittura dovremmo credere che è un supereroe che salva con la sua forza l'eroina dall'impeto e dalla violenza della corrente? Magari in un fantasy, cosa che qui non è! Oppure l'orripilante scelta del nome del bambino che i due avranno sul finale? Qualcuno che ha apprezzato il romanzo mi potrebbe spiegare non tanto il primo nome, Guy, messo a ricordo del padre di Rowena, ma quel Ramon, stesso uomo che ha violentato la protagonista, per averla sorpresa tra le braccia del fratello? Perché chiamare il proprio figlio con il nome di un violentatore? Non ci viene, ovviamente, spiegato.


 

 

Qualunque fosse l'intenzione dell'autrice, a mio parere non è riuscita a produrre un romanzo credibile e quando in un racconto, che si può riempire di colpi di scena, si sfiora l'inverosimile, l'emozione più probabile è il fastidio o l'ilarità. Decisamente bocciato!