Ero rimasta con il fiato sospeso, dopo la fine di ANGELICA SCHIAVA D'ORIENTE, con un romanzo che lasciava il lettore in trepida attesa del seguito, come accade oggi con molte saghe e con tante serie televisive. Dopo le turbolente vicende che avevano condotto la nostra eroina attraverso un'avventura quanto mai disperata, attraverso il deserto, in fuga dagli uomini del Muley Ismael, arrivata a Ceuta, terra di salvezza, Angelica era stata abbandonata da Colin, che aveva scoperto la sua vera identità, e arrestata dagli uomini del Re.
L'inizio del nuovo libro dedicato alle vicende di Angelica de Peyrac e de Plessis-Belliére riprende esattamente dove l'avevamo lasciate, con la nostra protagonista vessata dagli uomini inviati da Luigi XIV. Questi non riescono proprio a capire come una donna come lei possa essere riuscita a conquistare uno dei sovrani più potenti della storia, ma la verità è che l'esperienza del deserto è servita ad Angelica per rinascere e capire i veri valori della vita.
Lontana da Versailles, dai suoi intrighi, dalla sua dubbia moralità, la donna scopre di aspettare un figlio di Colin e spera, malgrado l'abbandono, di poter portare avanti la gravidanza. Questo è un altro figlio voluto, un figlio dell'amore, che si contrapporrà poi con le vicende successive. L'illusione di questa maternità che potrà in qualche modo purificarla dalla vita fatua e insignificante della corte dura solo lo spazio di pochi giorni.
Il Re ha ordinato di incarcerarla, per costringerla a meditare sull'offesa subita. Luigi XIV è in realtà ancora innamorato di lei, come dimostra in una lettera che le invia con un suo emissario, ma l'offesa è stata profonda, in quando Angelica ha disobbedito ai suoi ordini, che le vietavano tassativamente di lasciare Parigi per andare a cercare il marito scomparso.
Angelica resiste ad ogni tipo di pressione e quando perde il bambino che aspetta, per via di un incidente di carrozza, provocato dalla guida irresponsabili degli uomini a cui è affidata, il suo mondo sembra precipitare nuovamente.
Disperata, non intenzionata a cedere alla richiesta del Re, che sarebbe pronto al perdono se lei cedesse una parte delle sue terre e si sottoponesse ad una forma di umiliazione pubblica, nonché finalmente accettasse di cedere al desiderio del Sovrano, la nostra eroina pensa che l'unico modo per potersi riprendere è tornando nella sua terra, nel Poitou, nel castello di Plessis-Belliére, dove ritrova il figlio avuto da Philippe.
Controllata a stretto giro dagli uomini del Re, che arrivano nella regione anche per piegare la ribellione che divampa contro le autorità e il sovrano, Angelica cerca di portare avanti la sua vita, di godersi i suoi figli e di tollerare i soprusi dei soldati che, senza nessun rispetto, continuano a vessare la sua vita e quella degli abitanti della regione.
Mentre Angelica cerca di capire cosa fare della sua vita, lottando contro l'astio che le impedisce di piegarsi ai voleri del Re, anche se in questo modo condanna i suoi figli alla lontananza da lei e dalla miseria, l'insofferenza nei confronti di Versailles cresce sempre di più, soprattutto per le violenze inflitte alla minoranza religiosa degli ugonotti, che dovrebbero essere convertiti.
Quando Angelica, riconciliatasi con Florimond e con il figlio piccolo, comincia a meditare che forse dovrebbe accettare il Re, per permettere al figlio maggiore di riavere tutto quello che era suo di diritto, per eredità paterna, ma che gli è stata sottratta ingiustamente, la scintilla della rivolta divampa pericolosamente travolgendo la loro vita per sempre.
La terribile notte di Plessis segna per sempre il destino di Angelica, più di quanto lo abbiano fatto le mille sciagure che l'hanno travolta nel corso della sua vita travagliata. I soldati del Re, convinti che lei abbia in qualche modo aiutato e sostenuto i rivoltosi, arrivano mettendo a ferro e fiamme l'antica dimora dei Plessis- Belliére, uccidendo il figlio minore di Angelica e abusando di lei selvaggiamente.
Innegabilmente la scena del suo risveglio, il mattino dopo l'assalto, quando ritrova il corpo decapitato del figlio, sono di quelli che segnano il lettore per sempre, ma sono anche la legna che alimenterà il fuoco della ribellione di Angelica, che era stata proprio sul punto di cedere alla volontà del re.
Florimond è sparito per sempre, probabilmente fuggito dietro al desiderio di ritrovare il padre. Angelica, sola, sconvolta nell'animo e nel fisico, si rivolge alla sua gente, quella del Poitou, invocandoli a ribellarsi contro i soprusi del sovrano oppressore, rivendicando il diritto di scegliere, di credere e di vivere liberamente. Questo la trasformerà nel simbolo ella rivolta contro il Re.
FRASI TRATTE DAL ROMANZO
—Cavalieri, dite al re che non ha nessun diritto a essere buono con me.—Che significa questo, signora? —interrogò Marillac, sorpreso. — Vi giudicate indegna della bontà di Sua Maestà?—No. Voglio dire che la bontà non può esistere tra di noi. Il suo affetto mi insulta perché siamo nemici, vero? Tra noi può esserci solo guerra.
***Rotto il sigillo rosso, Angelica riconobbe la scrittura reale:«Sciocchezze, mia insopportabile bambina, mia indimenticabile... ».
***Arrivarono troppo tardi. Gontran de Sancé de Monteloup era morto impiccato al ramo di una quercia, difronte al castello di Versailles, scogliera bianca e immutabile nel crepuscolo. Si udivano gracchiare le rane.
***
L'uomo che amavo, quel signore che mi aveva scelta come sua dama, sarebbe stato al mio fianco tutta la vita...In questo caso non ci sarebbe stata quella successione di giorni segnati dal dolore e da un'attesa inutile, la felicità tagliata alla radice, l'angoscia e all'improvviso, dietro la speranza puerile e pericolosa, il peggio...ovvero capire che ci sono cose per le quali non c'è soluzione. Che sia morto o vivo, ha proseguito lungo un sentiero diverso dal mio. Ha amato altre donne, come io ho amato altri uomini. Ci siamo traditi reciprocamente. Quello che era solo un contorno, la nostra vit ain comune, è stata soffocata per sempre e per mano del Re. Non posso perdonare. Non posso dimenticare. No devo. Sarebbe il tradimento supremo.
***
Fino a quando una donna dubita di se stessa, ancora si può farla ragionare. È quando raggiunge la maturità, quando è in pieno possesso di se stessa che bisogna temere il peggio. Perché allora solo obbedisce alle proprie leggi.
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Era senza dubbio per il fatto che avesse qualcosa nel suo spetto che le ricordava Colin Paturel che faceva si che Angelica si sentisse in qualche modo attratta. Ma Colin Paturel era Adamo, l'uomo magnifico del paradiso perduto, mentre quell'uomo era l'uomo del peccato e delle tenebre.
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Quel grido era un grugnito sordo di un animale braccato che si sveglia ferito nel più profondo del bosco e decide lottare fino alla morte. Era la convulsione suprema di un popolo che non vuole essere schiavo. (Sulla ribellione di Poitou)
***—La terra è femmina. Serve a quelli che la proteggono e la fecondando e non a quelli che l'abbandonano al disordine. (Molines)
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Un amore diverso da quello che aveva provato per il suo primo marito, ma comunque amore, nel quale si mischiavano l'avverarsi di un sogno da adolescente, l'ebrezza di una conquista difficile e un laccio fraterno nato da due infanzie comuni e da un unica piccola patria.(Angelica pensando a Philip)
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L' Islam le aveva insegnato che solo la realizzazione di un individuo lo pone in armoniacon la sua anima.
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