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sabato 19 ottobre 2019

FOLLIE D'ORIENTE di Alexandra Sellers


Quando ero ragazzina e la questione della contrapposizione tra oriente e occidente non era ancora così forte, come in questi ultimi decenni, prima ancora di una telenovela come O CLONE, subivo un'innegabile attrazione per le storie che ci presentavano questo mondo lontano, sfuggente per molti versi, millenario per altri. Ero un'appassionata degli uomini del deserto di Penny Jordan: intraprendenti, determinati, decisi. 

Quando tra gli scaffali della mia libreria ho ritrovato la collana TENTAZIONI TRA LE DUNE, ovvero tre romanzi frutto della penna di Alexandra Sellers, autrice che non conosco, mi sono detta che potevo tentare e rituffarmi in questi romanzi brevi, che permettono alla fantasia di evadere, senza troppo impegno.


I tre romanzi in realtà sono strettamente collegati, anche se la storia inizia con dei cugini, legati alla famiglia reale del Bagestan, immaginario stato orientale, che aprono il testamento di Jasmshid, colui che era stato designato dal Sultano, adesso morto, a salire al trono. Jamshid è morto durante la guerra per cercare di abbattere l'usurpatore, Gashib, che al momento è ancora saldo al comando.


Nella cassetta di sicurezza della banca, la cui esistenza è stata scoperta solo adesso, cinque anni dopo la sua morte, c'è un testamento che svela ai suoi parenti più stretti come in Inghilterra il ragazzo si fosse sposato con una giovane donna di nome Rosalind e come lei fosse incinta, al momento in cui era partito per la guerra.


Oltre a lasciare alla ragazza tutti i suoi beni, piuttosto cospicui, le lascia anche la Rosa di Al Jawadi, un misterioso gioiello di famiglia che simboleggia il potere della famiglia reale. Ad incaricarsi di ritrovare la donna, la rosa e il futuro erede al trono, è Najib, cugino di Jamshid.


Quando Najib incontra Rosalind, rimane subito colpito dalla sua bellezza, ma anche dalla somiglianza di Samir, suo figlio, con il sultano, anche se la giovane donna, rifiutata dalla famiglia del marito, subito dopo la sua morte, nutre del rancore nei loro confronti e racconta una storia che ha dell'incredibile. Sostiene, infatti, che Samir non sia il figlio di Jamshid, malgrado la sua somiglianza, ma Najib non è disposto a crederle, nonostante la forte attrazione che nutre per lei.


Deciso a difendere il bambino e a ritrovare la Rosa che lei continua a negare di aver mai ricevuto, Najib spiega a Rosalind che la loro vita è in pericolo, perché Gashib sta cercando di rintracciare tutti i membri della famiglia reale per ucciderli e rafforzare il suo potere.


Costretta dalle circostanze ad affidarsi a lui, Rosalind lotta contro l'attrazione che sente per un uomo che non si fida di lei e al quale non può raccontare la verità su Samir, che, pur non essendo il figlio di Jamshid, è legato a Najib in modo indissolubile, senza che lui lo sappia.


La storia è carina, presenta degli elementi interessanti, ma ad un certo punto della storia, quando Najib prima accusa Rosalind di essere una spia e poi si rende conto di quale sia la verità è trattato in modo molto affrettato, come se mancassero dei pezzi e si fosse semplificato per riuscire a ridurre il racconto nelle 160 pagine, o poco più, canoniche. È un peccato, perché con maggiore spazio la storia avrebbe reso ancora di più. L'epilogo è soltanto uno spunto per agganciarsi all'altro volume.

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