È tra i best seller di Amazon, ha un numero interessante di recensioni e ha una trama al cardiopalma.
Oggi vi parlo di The Golden Girl di Arianna Di Luna.
Ecco a voi la trama:
Aaron Goldberg ha un grosso, grossissimo problema: sua figlia Delia è scomparsa il giorno del proprio diciottesimo compleanno, lasciando un biglietto beffardo in cui esprime tutto il disprezzo che prova per la sua ricchissima famiglia e per la vita che le si prospetta, annunciando di essere scappata con il chitarrista di un gruppo punk. La polizia ha le mani legate: Delia ha diciotto anni, il suo allontanamento è volontario, non può essere costretta a tornare indietro, e schiva una serie di investigatori privati con l’esperienza di una criminale professionista. C’è solo un uomo che può ritrovarla, l’ultima possibilità di riaverla a casa.
Leon McEnroe.
Il famigerato cacciatore di taglie.
Leon ha trentatré anni. Di origini scozzesi, ex poliziotto, è un detective con le palle, ed è l’unico in grado di ritrovare subito Delia e di riportarla a casa. Peccato che la piccola miss Goldberg sia una ribelle fatta e finita e Léon non vada famoso per la sua pazienza, ma non sarebbe neppure un problema se Delia non fosse così odiosa. E così intelligente. E ironica. E bellissima.
E Delia sarebbe persino disposta a scendere a patti se quello scozzese che ha il compito di riconsegnarla alla sua famiglia non fosse così prepotente. È così sprezzante e sarcastico. E così attraente.
Anche
se, a dire il vero, a me le tipe come Delia stanno un pochino antipatiche. Forse perché da
adolescente ne ho conosciute diverse e le ho subite, ma appena le vedo o ne
leggo un prurito si diffonde per tutto il corpo. Sono le classiche ragazzine
sveglie che si sentono meglio delle altre e danno il tormento a quelle che per tradizione vengono definite un po’ secchione e pallose… Quelle
come la mia vecchia me, per intenderci. Figuratevi, dunque, se le cerco nei romanzi,
ma Delia, a un certo punto, mi ha fatto tanta tenerezza e avrei voluto abbracciarla.
Insomma,
la ragazzina, una volta, approcciata, non è male ed è molto più fragile di
quello che vuole far credere.
Lui, Leon, è come da descrizione: poliziotto cazzuto, sveglio, solido e attraente.
Nella
vita, uno come lui, ti salva le chiappe e scompare dalla tua esistenza, a meno
che…
La
storia è dinamica, piena di colpi di scena, coinvolgente. Non ti accorgi
neppure che, per buona parte del romanzo, i due protagonisti interagiscono prevalentemente tra loro e gli altri restano in sottofondo. Detta così può sembrare una nota negativa e invece tutto corre con gli
eventi e quando me ne sono resa conto ero così dentro la loro fuga, che volevo
solo scoprire come andava a finire.
Per
quanto riguarda la narrazione, la consiglio soprattutto a chi ama il genere che
mescola poliziesco e romantico e considerato il successo riscontrato dal
romanzo credo proprio che ce ne saranno tanti.
Personalmente
preferisco altri intrecci, ma è solo una questione di gusti. Il romanzo è scritto
bene, la storia fila, i personaggi sono ben caratterizzati e per me la vera
scoperta è stata lei, l’autrice, Arianna Di Luna.
Come
vi accennavo sopra, non avevo mai letto nulla di lei e mi ha sorpresa piacevolmente. Scrive
bene. Le sue descrizioni non sono mai fumose, ma sempre fluide, essenziali,
piacevoli. La struttura del romanzo è ben costruita e ti tiene con il fiato in
sospeso fino alla fine, quando arriva il congedo dai lettori e dai personaggi
che ti hanno tenuto compagnia per diverse ore.
Fortunata
scoperta, dunque, la mia. Ora non mi resta che scorrere le varie trame per stabilire
quale sarà la mia prossima lettura di Arianna Di Luna.
Alla prossima.
Marianna
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