sabato 23 gennaio 2016
IL DIAVOLO DI AMBROSE di Karen Ranney
Karen Ranney è una scrittrice che praticamente non conosco. Ho quasi la sensazione che esista un elenco infinito di autrici del genere dove è difficile riuscire a rimanere aggiornate. La storia mi ha colpito per la trama ed il particolare della follia del suo protagonista maschile. Siamo sempre nel territorio in qualche modo selvaggio rappresentato dalla Scozia, che sembra profilarsi nel genere come l'unica terra dove nasce e cresce il vero "maschio alfa", nel significato più positivo del termine.
Certo questo romanzo ha come peculiarità non solo la figura di Marshall Ross, diplomatico dal passato brillante e glorioso, che dopo la drammatica esperienza della prigionia in Cina, si è ritirato a vita privata nella sua tenuta in Scozia, dove vive i tormenti di un esperienza difficile da superare. Siamo in qualche modo, infatti, nell'ambito della figura mitica e tormentata dell'eroe che sempre raggiunge il cuore delle lettrici.
Quello che mi ha colpito è sicuramente il carattere della protagonista, Davina McLaren, donna curiosa, intellettuale, ma bellissima, rovinata dalla sua curiosità che l'ha spinta nelle braccia del primo fascinoso che ha incontrato durante un ballo. Ben lunghi dall'essere però la ragazzina sedotta e abbandonata dal libertino di turno, Davina liquida l'esperienza come un esperimento che se ha saziato la sua curiosità, si è rivelato molto al di sotto delle sue aspettative.
Rovinata socialmente, anche se "il mascalzone di turno" avrebbe voluto riparare al danno fatto, Davina è esclusa da tutti i circoli e finisce per doversi piegare alla volontà della zia che si prende cura di lei. (La figura della donna è alquanto misteriosa ed interessante, anche se poi l'attenzione della lettrice si concentra sulla protagonista).
Il matrimonio tra Davina (bellissima, ma ormai bruciata in società) e Marshall Ross, divenuto una sorta di oscuro personaggio di cui si vociferano cose terribili, tanto da essersi guadagnato il nomignolo di "Il Diavolo di Ambrose", viene concordato senza che i due si siano mai visti. Quando però i due si vedono all'altare per la prima volta scatta subito la famosa scintilla.
Marshall non cerca però l'amore, ma solo una "fattrice" che possa permetterci di lasciare in questo mondo un suo erede legittimo, prima che lo spettro terribile della malattia mentale (che lo tormenta dai tempi della Cina) non si impadronisca di lui continuamente.
Davina invece è pronta a tutto pur di conquistarlo, pur di convincerlo che la vita non è finita con gli orrori vissuti e che se ci si apre al prossimo e all'amore c'è sempre una possibilità di guarigione. Romanzo singolare, giocato tutto sulla presenza solida dei due protagonisti che si affrontano, si scontrano, si ritrovano, si cercano e si sfuggono sul palcoscenico principale.
Piccolo spazio viene concesso anche ad altri personaggi che lottano o tramano contro o a favore della corona, ma l'attenzione è tutta concentrata su Davina e Marshall, su quella apparente malattia che sembra segnare come un orologio mortale i loro minuti insieme. Nulla di originale, lo so,
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