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domenica 14 agosto 2016

LA PRIMA NEVE di Mary Balogh


La Balogh è ormai una scrittrice a cui mi affido.


Quando voglio una storia che mi consoli e mi faccia sentire sicura, che mi dia l'illusione che l'amore possa nascere anche in circostanze improbabili, mi concedo la lettura di un suo volume, ed eccomi qui a commentare il suo ennesimo libro, letto in questa settimana afosa, di caos e di confusione che precede il grande ponte di Ferragosto.

Mentre la calura atmosferica ed umana impazza in ogni angolo remotamente turistico del nostro bel paese, mi sono lasciata sedurre da un titolo che mi ha riportato verso l'inverno. LA PRIMA NEVE finisce subito per attirare l'attenzione e ci ritroviamo con il protagonista, Alexander Stewart, visconte di Merrick, che avanza in una tempesta imbiancata nel vano tentativo di ritornare a Londra, dopo essere andato a trovare un vecchio amico di università che ha appena perso il padre.


Alexander vuole tornare a casa dalla sua splendida fidanzata, con l'intenzione di dare l'annuncio delle sue nozze. Il suo futuro sembra un campo di grano che si estende fino all'orizzonte. È bellissimo, ha un titolo nobiliare, una futura fidanzata perfetta e adatta alla società, ma la neve arriva, sorprendendolo lungo il cammino e l'unica possibilità di rifugio è una casa quasi abbandonata dove gli apre quella che lui scambia per una cameriera bruttina, timida e molto silenziosa.


La ragazza gli da rifugio e Alexander pensa anche di approfittare della situazione, fino a quando non si rende conto che la giovane è molto ingenua e non è mai stata con nessuno. Risparmiandola per la notte, ignora che è il destino non gli concederà altrettanti benefici. Infatti il mattino dopo, risvegliandosi, scopre che la ragazza che lui ha scambiato per una serva è in realtà Anne Parrish, la figlia di un barone che ha lasciato i suoi due figli nella miseria.

Bruce, il fratello severo di Anne, arriva il mattino dopo e trova questo sconosciuto in casa, così per riparare il danno fatto all'onore della sorella, costringe Alexander a chiedere la mano della ragazza. Il visconte lo fa credendo che la ragazza possa rifiutarlo, ma Anne stranamente accetta suscitando il furore dell'uomo che, dopo la loro prima notte di nozze, offende duramente la nuova moglie e l'abbandona nella sua tenuta di campagna trasferendosi a Londra.


Quando incontriamo Anne, la ragazza conduce una vita triste e solitaria. Ha perso l'amore della sua giovinezza, un ragazzo perso in guerra, ed il dolore in qualche modo l'ha annientata. È come vittima di una sorta di depressione e l'arrivo del bellissimo Alexander, con la sua vitalità e la sua passione, in qualche modo la scuotono, risvegliandola da una sorta di torpore nel quale era caduta.

Se il risentimento di Alexander appare comprensibile, la sua durezza nei confronti della ragazza è difficile da vivere freddamente. Deciso a dimenticarsi di lei, l'uomo si abbandona ad una vita di piaceri, pur provando un senso di colpa che cresce pian piano che Anne si adatta alla tenuta in cui è stata esiliata, trasformandola pian piano nel suo rifugio. A smuovere le acque interverrà la poderosa nonna di Alexander, con un invito per festeggiare i suoi 50 di matrimonio.

L'arrivo di Anne nella famiglia di Alexander sarà come una ventata fresca e la ragazza, ormai miglioratasi anche fisicamente, conquisterà i vari parenti con la sua sensibilità, il suo fascino discreto e la sua intelligenza. Quando il marito arriverà, faticherà a riconoscerla ed il loro rincontro è giustificato dal fatto che hanno trascorso davvero pochissimo tempo insieme prima di quel momento.

Anne è molto diversa dal ricordo che lui ha coltivato e l'occasione di una recita organizzata tra i vari cugini per celebrare l'evento sarà il momento in cui i due potranno relazionarsi. Alexander scoprirà di essere sempre più affascinato dalla moglie, ma incapace di ricucire le ferite che il suo disprezzo hanno causato in lei. Ci sarà bisogno di un evento grande e significativo perché possano vincere i reciproci timori e possano aprire il loro cuore, dichiarando il loro amore.

Il libro è piacevole, ben scritto, pieno di atmosfera, anche se i continui salti temporali, pur accellerando il ritmo, a tratti sembrano privarti di qualcosa. La folla di parenti non dispiace perché sono ben inseriti nel racconto, come il fascinoso Jack o il tenero Freddy. La primavera è la stagione dell'innamoramento, ma quella della tempesta e degli sconvolgimenti è sicuramente l'inverno. La Balogh ci regala anche qui un piccolo racconto elegante e coinvolgente, sicuramente più efficace di altri. Da inserire tra quelli da leggere.

4 commenti:

  1. L'ho letto un po' di anni fa, ma leggere la vostra recensione è stato piacevole perché me lo ha in qualche modo ricordato. Mi aveva colpito molto, anche se oggi lo vedo con occhi meno incantati. Carino, anche se non uno dei migliori della Balogh.

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  2. Grazie Claire per il tuo commento. Ci fa piacere sapere che hai apprezzato la nostra recensione. Concordo con te. La Balogh ha scritto cose anche migliori, ma nel complesso non era male ed il titolo ha un suo fascino.

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  3. Non ho letto questo libro della Balogh, ma sembra effettivamente interessante. I personaggi di quest'autrice sono sempre pieni di luci ed ombre ed è interessante leggerli. Grazie per la bella recensione.

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  4. Grazie MOnia per il tuo commento. Hai ragione; la Balogh si distingue dalle altre per creare personaggi che a volte sono anche discutibili, ma sempre stranamente comprensibili da un punto di vista psicologico.

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