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lunedì 15 agosto 2016

LA SPOSA OBBEDIENTE di Mary Balogh


Che questa sia un'estate all'insegna di Mary Balogh è ormai un dato di fatto. Un'amica, che è un'appassionata di questo genere, me ne aveva parlato ampiamente, ma avendo letto un suo volume qualche anno fa che mi aveva lasciato alquanto fredda, me n'ero tenuta alla larga. Questa primavera, invece, merito di alcuni testi come LA LUCE DELL'AMORE e SEMPLICEMENTE PERFETTO, ho riscoperto quest'autrice e grazie alla fornita collezione della mia amica mi sono dedicata a pieno regime a questa scrittrice.


LA SPOSA OBBEDIENTE è un romanzo di qualche anno fa, pubblicato dalla Mondadori per la collana LE PERLE; poco più di 150 pagine che riassumono una storia con elementi noti, ma che parte da una bella intuizione iniziale. La storia infatti ci presenta il visconte Geoffrey Astor che ha da poco ricevuto il titolo e che ha deciso di aiutare la famiglia, composta solo di donne, del suo predecessore sposando una delle tre figlie. Astor infatti pensa che una moglie valga l'altra e che in questo modo non solo riuscirà a non fare nessun torto dalle familiari del suo congiunto, ma si eviterà tutta la trafila del mercato matrimoniale adesso che è diventato un ottimo partito a cui dare la caccia. Infondo non pensa minimamente di rinunciare alla sua sofisticata amante londinese, né alle sue abitudini.


Arrivato alla casa patronale Astor trova tre ragazze, tra le quali spicca la bellissima Frances, la sorella maggiore. Le altre due gli appaiono alquanto insulse e troppo giovani per sposarsi. L'idea di avere a fianco una consorte così decorativa lo seduce subito, ma il fraintendimento viene subito chiarito quando la vecchia Lady Astor lo informa il mattino successivo che quella che ha accettato la sua proposta è la goffa e voluminosa Arabella.


Geoffrey è pronto a mantenere la parola data, anche se si chiede che tipo di rapporto potrà avere con una ragazzina che lo evita continuamente, non è in grado di articolare un discorso, è timida e piuttosto insignificante. La verità è che Arabella si aspettava un vecchio signore dall'aria bonaria, non il giovane e bellissimo Geoffrey che al suo fianco non fa che accentuare tutti i suoi difetti e le sue insicurezza.


Disposta comunque ad essere per lui una sposa obbediente e perfetta, la ragazza lo segue a Londra, cercando di imparare tutto quello che è necessario per non far sfigurare il neo marito. Geoffrey nel frattempo continua la sua esistenza consolandosi tra le braccia della sua amante, anche se pian piano dentro di lui comincia a sviluppare una forma di insofferenza nei confronti del suo stesso stile di vita. La coscienza, che lui ha preteso di ignorare fino a quel momento, gli rinfaccia il tradimento nei confronti di una moglie che fa di tutto per dargli il minor disturbo possibile.


Quando la ragazza però scopre che il marito non ha rinunciato al suo stile di vita né alla sua chiacchierata amante, qualcosa in Arabella si spezza e da sposa obbediente si trasformerà in una creatura caparbia decisa a rivendicare un uomo che la rispetti e la ami, mentre intorno a lei, pian piano, si forma un circolo di amicizie e di uomini che colgono il suo fascino e si lasciano conquistare, spiazzando Astor e suscitando la sua gelosia.


Le premesse di questa storia c'erano tutte, ma alla fine il racconto resta piuttosto freddo e la lenta seduzione da parte di Arabella diventa alquanto superficiale e poco coinvolgente. Mentre ho odiato tutta la storia di Theo e Frances (di cui avrei fatto a meno senza problemi), l'interesse iniziale per la coppia protagonista finisce per scemare lievemente nella parte centrale, anche se la presa di coscienza di Astor è ben descritta, Si riprende sulla parte finale, quando lui si rende conto di amare la moglie, sentimento che aveva in qualche modo temuto.


Nel complesso il libro non è male, ma sicuramente ce ne sono altri della Balogh che meritano di più.

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