Il diavolo in primavera di Lisa Kleypas
Lo abbiamo atteso per lungo tempo e finalmente è arrivato anche il Italia, il terzo romanzo della serie Ravenel, Il diavolo in primavera, con la storia del figlio del nostro mitico Sebastian St. Vincent di Peccati d'inverno.
Siamo a Londra, nell'anno 1876. Gabriel, Lord St. Vincent è un giovane di belle speranze, noto per la sua condotta da libertino, che incanta con la sua bellezza e sorprende per la sua dolcezza.
Non somiglia interamente al padre, perché gli manca il fascino da canaglia, ma è un prezioso miscuglio di entrambi i genitori.
Ha alle spalle una famiglia numerosa e felice, a cui è molto legato. Da qualche tempo ha una relazione con una donna sposata, piuttosto illustre, con cui sfoga le sue voglie. Non ha dunque nessuna intenzione di sposarsi, ma quando scopre Lady Pandora Ravenel incastrata in un divano, con il sedere in aria alla ricerca di qualcosa, si offre istintivamente di aiutarla, finendo con l'essere sorpreso con le mani nel sacco da due illustri esponenti della buona società, tra cui Lord Westcliff, della mitica serie delle Zitelle, che gli ricordano il suo dovere di gentiluomo.
In verità, Westcliff sarebbe disposto a sorvolare, ma non della stessa opinione è il suo accompagnatore, è così Gabriel si vede costretto a fare il suo dovere presentando i suoi omaggi alla famiglia Ravenel, chiedendo la mano di Pandora.
Pandora è sconvolta. Non ha alcuna intenzione di sposarsi, ma non vuole neppure rovinare il futuro di Cassandra, impedendole di trovare un buon partito. Diversamente da lei, sua sorella, infatti, spera di convolare presto a giuste nozze. Che fare? La famiglia Ravenel le assicura che qualsiasi sia la sua decisione sarà rispettata, ma la invitano a concedere al giovane St. Vincent almeno la possibilità di farsi conoscere.
Su queste basi si sviluppa la storia d'amore dei due protagonisti.
Che dire? La storia è carina e la Kleypas dimostra di essersi documentata a dovere sull'argomento, offrendo al lettore, insieme alle solite scene erotiche e romantiche, una buona descrizione della società dell'epoca, che non sempre si ritrova nei romanzi di questo genere.
Ho letto in giro diversi commenti su questo volume e concordo con quanti sostengono che il personaggio più interessante in questa storia sia Pandora.
Personaggio eccentrico, ma coerente e ben strutturato, che rifiuta la logica del matrimonio che vuole una donna completamente succube, soprattutto da un punto di vista legale, al marito. Dopo le nozze, la donna cessa di esistere, se non in funzione del consorte e anche se Lord St. Vincent è un soggetto allettante, sotto tutti i punti di vista, lei fa resistenza, perché non vuole rinunciare alla sua individualità e non a torto.
L'amore la costringerà ad accettare dei compromessi, come accade anche nella realtà, ma la sua fortuna sarà aver scovato uno uomo dalla mente aperta, che considera le donne al pari degli uomini, senza perdere per questo la sua virilità.
Qualcuno lo considera il migliore della serie Ravenel. A me sembra buono al pari degli altri due volumi. Decisamente superiore ad altri romanzi della stessa autrice, che invece dimostravano un calo di idee, che qui tornano floride.
Insomma, ve lo consiglio e vi invito a leggerlo.
Non raggiunge i livelli dei romanzi più noti dell'autrice, ma è godibilissimo.
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