Translate

lunedì 28 novembre 2016

Angelo tentatore di Sarah McCarty

Angelo Tentatore di Sarah McCarty è il primo volume della saga  Gli Otto dell'inferno ed ha un'ambientazione  selvaggia e violenta, come quella del western, con un alto tasso erotico.

La recensione che vi riporto di seguito è frutto di una vecchia lettura di Liberty Rose.


Il rispetto per le donne non è all'ordine del giorno. Spesso rapite e violentate, vengono poi lasciate alla loro sorte e le prime a puntare il dito contro di loro sono altre simili, che le considerano oramani compromesse. 

Desi ha subito la stessa sorte. Rapita dai comancheros è stata sottoposta alle loro sevizie, prima di riuscire a tornare nel mondo dei bianchi. Qui finisce tra le grinfie di James e dei suoi scagnozzi che hanno ne approfittato senza ritegno.


Il suo unico desiderio è riuscire a scappare e il disprezzo delle altre non la preoccupa più di tanto. Per fortuna, Caine giunge a riscattarla insieme ad altri due ranger de Gli otto deli Inferno ed è l'inizio della risalita, perchè Caine si lascia conquistare dalla ragazza, mostrandole comprensione e tenerezza.


Nonostante tutto, non ha alcuna intenzione di sposarla, anche se il prete che a preso a cuore la sorte della giovane gli fa capire che l'unico modo per salvarla da James è legarsi a lei attraverso il vincolo del matrimonio. Interessante è la lotta interiore della protagonista che si ritrova ad aver conosciuto la violenza sessuale di diversi uomini, quando l'educazione impostale vuole che una donna non provi piacere a letto con il marito.

  La descrizione cruda di questo mondo è resa abbastanza bene e se pensiamo a film come Gangs of New York, vi ritroviamo stessa violenza delle origini.

 Per quanto riguarda il personaggio di Caine è sicuramente  dolce e  comprensivo nei confronti di Desi. Non solo non la giudica, come è giusto, ma cerca anche di aiutarla a superare i suoi traumi, per poi, però, scigliere le briglia al suo istinto violento, che lo induce a meditare vendetta.

Ad attirare il lettore è soprattutto lo spirito di avventura, gli spazi sconfinati e la passione selvaggia, ma a parte questo è come se mancasse qualche cosa. Il finale, in particolare, sembra affrettato e questo va a danno della storia, che lascia una sensazione di non completo.
E' anche da considerare che con questo volume siamo all'inizio della saga, come ci ricorda la lettera dell'epilogo indirizzata alla sorella gemella di Desi, Ari. I sette dell'Ingerno  sono stati mandati in giro per ritrovarla e  questo è lo spunto per le altre vicende.
In conclusione, dunque, possiamo dire che  la lettura è sicuramente interessante, ma forse un po' troppo violenta, nonostante l'amore passionale e travolgente di Caine e Desi.

sabato 26 novembre 2016

L'AMANTE FRANCESE di Julia Justiss


Alla fine della lettura di questo romano di Julia Justiss ( nome assonante con la parola Giustizia) confesso che la mia mente indisciplinata continuava a portarmi lontano dalla piovosa Inghilterra di primo ottocento in cui sono ambientate le vicende. Ribelle ed insofferente continuava a dirottarmi verso occidente, nella soleggiata California, mentre un pensiero assurdo e apparentemente sconclusionato emergeva prepotente dentro di me, ovvero il fatto che non mi sono mai bevuta il mito di Zorro e che la mascherina nera che gli copriva il viso non avrebbe ingannato neanche un bambino e che solo un idiota come il capitano del presidio non si poteva rendere conto che quello era Don Diego de La Vega: stessa voce, stessa costituzione fisica, stessi occhi e baffetti.



La stessa irritazione l'ho provata anni dopo per Padre Coraje, personaggio di una serie televisiva argentina di successo, che scuoteva gli ormoni di tante donne, e che invece a me provocava una sorta di fastidioso prurito intellettuale. Come era possibile, mi chiedevo seguendo i primi episodi,  che un intero paesino e soprattutto Clara ( la bella innamorata di turno) non riconoscessero sotto il cappuccio del famigerato bandito di nome Coraje  l'attraente nuovo prete arrivato alla parrocchia de La Cruz?



Ebbene devo confessarvi che la frustrazione ed il fastidio sono stati molto simili a quelli che ho provato leggendo questo libro, dopo che per quasi tutta la prima parte del racconto continuavo a chiedermi chi fosse il misterioso Amante Francese del titolo italiano. Purtroppo una volta arrivati alla scoperta, tutto il potere narrativo della storia è sfumato sostituito da un certo furore letterario che scuote il mio animo di lettrice appassionata del genere. Mi sono infatti chiesta come fosse possibile che Quentin Burke, nostro eroe di turno,  non riconosca in Madame LeNoire, la sua amante francese, la sua amica fidata, la sua confidente: l'assennata Caragh? Arrivati a questo punto della storia ero troppi avanti nel racconto per lanciare il volume per la finestra, come avrebbe meritato. Ero ormai intrappolata nella storia e dovevo proseguire fino alla fine, per arrivare al confronto tra i due.



La verità è che il libro presentava un innegabile potenziale che aveva suscitato la mia curiosità. Adoro le storie dove i due protagonisti si conoscono e per qualche ragione fino ad inizio storia non si sono mai visti in una luce romantica. Poi qualcosa accade e quella persona che non ci sembrava particolarmente importante acquista un significato totalmente diverso. Questione di gusto personale,  mi rendo conto, ma c'erano tutti gli ingredienti per innamorarsi del romanzo. E invece ahimè ancora una volta non ci siamo per niente.



Caragh è da sempre innamorata di Quentin Burke, fin dal giorno in cui i suoi occhi si sono posati per la prima volta sul nuovo vicino. Pur essendo poco più di una ragazzina, messa in ombra dalla bellezza eclatante della sorella Ailis, Caragh è in realtà il vero pilastro della sua famiglia, andata allo sbaraglio dopo la morte della madre. Con un padre con la testa persa tra i libri ed una sorella eccentrica che sogna di fare la pittrice, Caragh manda avanti la casa e le terre con incredibile talento e capacità tanto da guadagnarsi l'ammirazione di Quentin.

Anni dopo, quando giunge il momento di presentare Ailis alla buona società per farle trovare un marito, Quentin si propone di accompagnarle a Londra cogliendo anche l'occasione di cercare una moglie per sé. Caragh però è decisa a fargli cambiare idea  e riesce a comparire ai suoi occhi finalmente come una donna e non solo come la sua amica e confidente. Peccato che Quentin stimi la loro amicizia molto di più della recente attrazione scoperta per lei. Non vorrebbe mai compromettere il loro rapporto e Caragh, quando ormai la follia della sorella l'ha trascinata nel baratro dello scandalo, decide di giocare la carta del travestimento per ottenere anche solo una notte d'amore.



Il problema di questi romanzi è sempre lo stesso: la superficialità con cui vengono presentati i rapporti sociali. Non pretendo certo di leggere un romanzo di Hardy, ma sicuramente il trionfo ed il successo di una donna che buttava al vento la propria virtù per vivere delle proprie passioni erano casi assolutamente eccezionali ed improbabili. Parliamo di un'epoca dove le donne non avevano il diritto a nulla, non potevano possedere beni perché il più delle volte loro stesse erano considerate tali, da passare da padre a marito, o a parenti generosi, qualora la possibilità del matrimonio venisse bruciata da qualche scandalo a da una scarsa dote. Le donne non potevano lavorare e se succedeva venivano pagate talmente poco da non poter provvedere alla propria sopravvivenza. Come è possibile che in un contesto del genere ci ritroviamo continuamente con eroine quasi oltraggiate quando il protagonista propone loro di riparare ad un momento di abbandono alla passione con il tanto aspirato matrimonio? Non pretendo certo la castità di un romanzo ottocentesco, ma vorrei un'autrice che si spreme le meningi per inventarsi una storia ammantata di un filo di credibilità, che possa giustificarmi certe prese di posizione di una protagonista.



Alla fine il mio senso di frustrazione nasce sempre da li, dal fatto che reputo che alcune scrittrici non abbiano alcuna stima delle lettrici che le seguono. Lo dico con tranquillità, senza reputare di avere nessuna preparazione storica particolare, di non avere una cultura superiore alla media, ma di essere sempre stata curiosa e di aver visto film, letto qualche libro (scritto bene) che riguardavano questo periodo. Perché quindi presentarmi situazioni e personaggi assolutamente moderni e fuori contesto? Cosa c'è di male nello scrivere un romanzo contemporaneo se si ritiene che il passato abbia troppi limiti dal punto di vista della trama? Queste ovviamente sono riflessioni di una lettrici che vorrebbe fare domande al mondo delle scrittrici e che onestamente il più delle volte si sente offesa e ingannata, come in questo caso.

Caragh è un bel personaggio, anche positivo, coraggioso, contestualizzato, ma ovviamente quella che trionfa è la sorella sbandata, egoista, che non pensa minimamente allo scandalo e alla famiglia, reputando giusto e furbo vivere la vita a modo suo. Ridicola anche la scena di seduzione di Caragh nei confronti di Quentin (che ovviamente racchiude in sé l'intontimento di tutti i personaggi stupidi che si lasciano raggirare solo per amore di trama), Qualcuno mi spiega come fa una ragazza cresciuta nell'Ottocento a sembrare l'ultima delle cortigiane solo per aver visto dei disegni e aver ascoltato qualche suggerimento durante quella che è la sua prima volta?



Deludente, non tanto per il romanzo in sé, ma soprattutto per le potenzialità sprecate, per il desiderio di riportarci sui soliti binari e limiti di questo genere. Peccato perché la Justiss non sembra incapace, ma con una trama più credibile avrebbe sicuramente potuto raggiungere buoni risultati.

PRIGIONIERA DEL CONTE di Helen Dickson


Non so voi, ma  io quando ascolto qualcuno parlare della Scozia nella mia mente sento inequivocabilmente il suono delle cornamuse, vedo sventolare drappi di tartan multicolori, distese affascinanti di una natura selvaggia e la corda del romanticismo epico che è dentro di me comincia a vibrare. Non so se è tutta colpa di Candy Candy e del complesso del principe della collina, mai superato, di HIGHLANDER film degli anni ottanta con un fascinoso Christophe Lambert (dove l'amore di una vita immortale era interpretato dalla terrificante Prudy dell'attuale Poldark, o del più recente e intrigante Outlander. Fatto sta, quando sento parlare di Scozia mi sento un po' a casa e tutto mi diviene familiare.


Siamo alla fine del settecento e la situazione di questo attraente angolo di mondo non mi sembra migliore di quando l'ho lasciato, nel romantico universo di Claire e Jamie de La Straniera. Gli inglesi sono gli odiati nemici di sempre; i clan scozzesi si combattono tra di loro e ancora una volta uno Stuart cattolico è lontano dal trono, pur minacciando di tornare. La storia pero' ci racconta di tre ragazzini che corrono tra i campi dopo l'ennesimo scontro. Sono  due fratelli:  Duncan, il  più violento e sanguinario, e Rory,  più timido e sensibile. Con loro c'è anche  la piccola Lorne McBryde.


I tre trovano un ragazzo poco più grande di loro, rimasto ferito in uno degli ennesimi scontri. Lorne decide di aiutarlo, nascondendolo nella grotta del gigante e proteggendolo dagli adulti assetati di sangue. Sarà però tradita da Duncan, tradimento destinato a segnare per sempre la vita della piccola Lorne, reputata colpevole da Iain il fratello del ragazzo uccido.


Anni dopo Lorne è diventata una donna bellissima. Cresciuta lontano dalla Scozia, dalla nonna materna, dopo che il padre è stato condannato all'impiccagione per l'uccisione di David, il ragazzo trovato ferito nella brughiera. Alla notizia che i suoi fratelli hanno combinato le sue nozze con Duncan, Lorne si vede costretta a partire per la Scozia, ma durante  il viaggio la ragazza viene rapita e consegnata a Lord Iain da un suo amico e parente. Iain decide di utilizzare la cosa per stanare il padre della donna, facendolo venire allo scoperto e vendicando così la morte del fratello.


Malgrado il carattere passionale e deciso, Lorne appare anche una ragazza dolce e delicata tanto da conquistare le simpatia dei suoi nemici. Lo stesso Iain se ne sente irrimediabilmente attratto e cerca di starle lontano maledicendo John Ferguson, il suo miglior amico, responsabile di questo rapimento. Ovviamente non c'è nulla di originale in questo intreccio, ma quello colpisce di più è  il modo in cui battibeccano l'uno con l'altra, con frasi intelligenti e ponderate, la descrizione della nascita di un amore contro ogni logica, permettendo al lettore in ogni momento di capire la lotta che alberga nel cuore dei due. L'intreccio si complica di nuovo ed i due si allontanano.


Ecco il punto esatto in cui, nella mia mente,  al dolce suono delle cornamuse si è sostituito il fragore dei tamburi Bodhran pronti ad annunciare l'attacco. Perché che il libro sia stato amputato dagli editori è " cosa chiara e ingiusta". Non posso credere che una scrittrice degna di tal nome si perda all'improvviso dopo aver scritto in modo coerente fino a questo punto. Dalla fuga di Lorne si accelera in maniera assurda ed inspiegabile raccontando in forma di riassunto momenti cruciali della trama: il rincontro con i fratelli, la liberazione del padre e la rottura del fidanzamento  con Duncan. Troppo facile decifrare le cesoie degli editori (italiani o inglesi non saprei dirlo) che si sono dati ad un feroce giardinaggio. Peccato davvero perché  la storia ha un certo fascino e una sua coerenza.


Romanzo di passioni forti, di sentimenti violenti, ricco anche di avventure penalizzato da decisioni editoriali alquanto discutibili. Avrebbe potuto essere un grande racconto; resta comunque una lettura piacevole degna di essere fatta.

NELL'ANTRO DELLA SIBILLA di Michelle Styles


Nella disperata ricerca di qualcosa di diverso che caratterizza il mio desiderio di lettura in questi ultimi tempi,  pur rimanendo nel mio piccolo angolo rosa di mondo che reputo estremamente confortevole, sono finita per puro caso ai temi dell'Antica Roma, in un libro di un'autrice per me completamente sconosciuta, ovvero Michelle Style.


NELL'ANTRO DELLA SIBILLA è stato un po' come varcare un cerchio magico e ritrovarsi all'improvviso catapultati in un altro mondo molto lontano dai pizzi Regency, dalle carrozze chiuse in una piovosa campagna inglese e dalle scintillanti sale da ballo della stagione mondana. Siamo al centro del Mediterraneo, da sempre crocevia di civiltà' e di mondi, più precisamente su una piccola isola dove si erge il tempio dedicato alla dea Cibele, divinità che simboleggiava la forza creatrice e distruttrice della natura.


Marco Livio Tullio è  un centurione romano che ha sempre posto l'onore e gli interessi di Roma davanti a tutto tanto da perdere la prima moglie che gli preferisce un senatore, che a quanto pare già all'epoca reputavano più importante la vita personale che quella del proprio paese. Quello che conta per Tullio sono i suoi uomini e quando viene fatto prigioniero dai pirati e portato sull'isola di Cibele, in un primo momento quello che lo guida è il desiderio di riportarli tutti a casa e riuscire a convincere la Sibilla a fidarsi di Roma, fino a quel momento vista come il nemico principale. Sul suo cammino arriverà invece Elena, non la mitologica creatura in grado di rubare il cuore di Paride, ma l'assistente e la nipote dell'attuale Sibilla.


Elena è  nata dalla colpa e in qualche modo crede che gli dei le abbiano risparmiato la vita per uno scopo, ovvero quello di dedicare la sua esistenza al tempio e al divino. Quando Tullio arriva sull'isola la sibilla è gravemente malata. Stretta tra le minacce dei pirati, che vorrebbero prendere il sopravvento, e l' inquietante presenza dei romani, tenuti prigionieri in attesa del pagamento del tributo, Elena si finge la Sibilla durante i rituali e solo Tullio scoprirà il suo segreto.


Anche se in in primo momento l'avvicinamento dell'uomo ad Elena è guidato dall'interesse, pian piano la ragazza riuscirà a trovare una strada per accedere al suo cuore, coinvolgendolo come non era mai successo prima. L'attrazione tra i due porta il loro rapporto su di un piano assolutamente nuovo, mentre intorno a loro ruotano tutti gli altri personaggi: zia Zenobia, la sibilla, Kimon e il padre, presi da intrighi politici e vicende varie.


Onestamente i cattivi sono personaggi alquanto deboli, che occupano uno spazio nell'economia  del romanzo più come elemento di tensione che come vero e proprio pericolo. Basti pensare alla battaglia finale risolta in un frettoloso scontro che mostra un certo imbarazzo narrativo da parte dell' autrice, come se si trattasse di scene a cui non è particolarmente abituata.


Malgrado la tensione e l'attrazione, tutto sembra essere giocato su quello che potrebbe succedere invece che su quello che si verifica davvero, e questo in definitiva genera nel lettore una forma di frustrazione che non trova sfogo. Intrappolati a nostra volta come prigionieri sull'isola, vaghiamo come Tullio per i corridoi e le stanze, per i giardini ed i boschi circostanti alla ricerca di una via di fuga. L'azione c'è già stata e noi ce la siamo persa e quella conclusiva è liquidata frettolosamente.


Questo è il libro delle possibilità mancate, del poteva essere ma non è stato. Peccato, perchè mi ero approcciata a questo romanzo con l' intenzione di farmelo piacere per le sue ambientazioni mediterranee, per il respiro di un contesto storico diverso e le infinite possibilità che questo offriva. Eppure alla fine sono solo un condimento di un piatto che onestamente faccio fatica a digerire. Speriamo di gustarci una prossima portata.

venerdì 25 novembre 2016

Ti amo ma non posso di Cecile Bertod

E' uscito da qualche settimana l'ultimo romanzo di Cecile Bertod, che ci regala una protagonista decisamente curvy e bellissima.


Putroppo, come accade spesso, lei non lo sa. Vittima di una concezione di bellezza imposta dal mercato e oramai ingerita e digerita dalla massa, è convinta che per avere una chance nella vita debba uniformarsi all'opinione generale, sottoponendosi a strazianti sacrifici per arrivare ad una visione pallida e bruttina del mito della donna moderna.


Per fortuna, nella sua quotianità arriva un concorso dedicato alla bellezza curvy. Un misterioso e bellissimo Al la convince a partecipare senza impegno ad una gara di miss in carne. Sam pensa stia scherzando. Lei è lì per raccogliere le informazioni necessarie per scrivere poche righe, che finiranno sul fondo della pagina del «Chronicle
», il giornale per cui lavora da tre anni, non per farsi umiliare in costume da bagno. Invece lui insiste, facendo barcollare anche la più radicata delle convinzioni. Chi dice che lei è brutta? Per quanto lo riguarda, la considera una soffice e stuzzicante brioche da divorare a morsi.

Sam non vorrebbe credergli, ma è così piacevole sentirsi apprezzata, che finisce con il presentarsi alla prime selezioni. Tutto questo di nascosto da Dave. Chi è Dave? L'uomo di cui Sam è innamorata da sempre. Il vice direttore del giornale per cui lavora.


Un uomo affascinante e irragiungibile, che passa con grande facilità da una modella all'altra, senza mai impegnarsi con nessuna.

Sam ne è perdutamente innamorata e non riesce a rifiutargli nulla. Lui chiama e lei corre. Sam c'è sempre, per qualsiasi esigenza. Ma che pensa Dave di Sam?  Per lui è un'efficentissima e asessuata assistente, che può portarsi dietro ovunque, senza complicazioni carnali.

Sam sa che dovrebbe smetterla di costruire castelli in aria, perchè lui non la prenderà mai in considerazione, impedendole di vivere una vita normale, al fianco di qualcuno che la ami per quello che è, ma nonostante i buoni propositi,  non ci riesce e finisce sempre con il farsi travolgere, accettando di aiutarlo. Ora gli chiede addirittura di seguirlo in un'appuntamento che di solito lo ringalluzziva enormente, a contatto con donne bellissime.

Ma il destino ha qualcosa in serbo per loro. I percorsi di Dave e Sam, da sempre divergenti, si ritrovano  su binari paralleli, perchè mentre lui deve mantenere fede ad una promessa fatta al direttore del giornale, che non lo vuole coinvolto in qualche scandalo sentimentale, per almeno tre mesi, Sam, invece, grazie al concorso, cominicia a prestare maggiore attenzione alla sua persona, finendo con il catturare l'attenzione degli uomini dell'ufficio e non solo.


Per Dave è una congiura! Anche l'ultima donna sulla terra, che avrebbe mai immaginato in atteggiamenti sexy, comincia ad accendere le sue voglie e non è certo per l'astinenza prolungata, perchè ad un certo punto si rende conto che non tollera quel cambiamento in Sam. Lei deve rimanere la sua Sam, sempre a disposizione, mentre lui cerca altrove, perché la verità è che Dave non vuole impegnarsi e le donne come Sam sono complicate, impegnative e ti legano a sé anche se tu non lo vuoi. 

Il problema è che quel concorso di bellezza regala alla donna della porta accanto la consapevolezza che non ci sono canoni estetici preconfezionati a cui aderire, perchè l'avvenenza è qualcosa che attiene alla sfera personale e si può conquistare anche un uomo come Al!


Dave non riesce a  trovare pace, da quando ha visto quel Al che esce con la "sua" Sam. Si arrovella il cervello nel tentativo di scoprire chi è... E alla fine ci riesce! Ma come dirlo a Sam?


In un esilarante caccia e fuga, si sviluppa la storia d'amore di due personaggi apparentemente agli antipodi, che mettonono in discussione ogni stereotipo, regalando al lettore momenti esilaranti e commoventi.

Cecile Bertod ci offre una protagonista curvy, che è un'inno alla bellezza, qualsiasi taglia si abbia, riprendendo quel concetto che a fatica si sta facendo largo tra un pubblico sempre maggiore di telespettatori che hanno portato quest'anno a posizionarsi al secondo posto nel concorso italiano di bellezza per eccellenza, Miss Italia, una donna dalle forme decisamente morbide, che a mio parere è molto più avvenente della vincitrice in carica.
Prima dell'editing

La bellezza non ha misure o forme preconfezionate, perché è armonia di forma e lineamenti. Se poi si vela di un pizzico di fascino, diventa veramente irresistibile e Dave lo scopre a sue spese.


In conclusione, Sam assomiglia a tante di noi. E' una donna piena di insicurezze, che nasconde dentro un universo tutto da scoprire, che può conquistare qualsiasi anima sensibile, che sappia guardare oltre gli standard imposti dalla moda. Dave, invece, è bellissimo e di successo.  E' abituato ad avere tutto in modo semplice, ma si scopre preso da una donna che apparentemente gli sembra lontano dai suoi canoni. Lui frequenta solo modelle, con cui consuma sfrenate notti di sesso. La parola "impegno", con una donna, non fa parte del suo vocabolario, ma solo, perché non ha mai pensato di mettere in discussione il suo equilibrio. Dave non vuole cambiare il suo stile di vita e Sam è una di quelle donne che non si possono liquidare con un discorso ben impostato. Che dire di Al? Noi tutte dovremmo incontrarlo, almeno una volta nella vita, per imparare a guardarci senza sovrastrutture, riuscendo a parlare con noi stesse.

Per questo Natale, se avete un'amica curvy, che si ostina a non apprezzare il bello che c'è in lei, presentatele Sam. Ti amo ma non posso è un libro che non può mancare nelle librerie di tutte noi irresistibili curvy!

domenica 20 novembre 2016

IL PROFUMO DEL PARADISO di Jennifer Blake


Nel mio paese una bancarella con dei vecchi romanzi è diventata ormai una novità, nel senso che è ormai da un po' di tempo che non capita più di vederne. Probabilmente non viene considerato un affare, visto che la gente legge poco o niente da queste parti. Ho sempre sofferto questa privazione e quindi quando capita di imbattermi in questa rarità ne sono fatalmente attratta e finisco sempre per comprare qualcosa, interessante o meno.


Il mio incontro con questo volume di Jennifer Blake è capitato proprio così. Mi guardava dal tavolino di una bancarella, sotto il sole di una mattina estiva, lungo una delle stradine del paese dove vivo, sul lungo mare e mi sono avvicinata incuriosita. La copertina era un po' ingiallita e presentava diversi personaggi a suggerire una storia non solo d'azione, ma anche di avventura, decisamente diversa da quelle di corpi intrecciati che comunicano al lettore soprattutto passione.


Confesso di essere cresciuta  a pane e CUORE SELVAGGIO e quindi di essere praticamente dipendente da uno scenario che mi offre  i Caraibi del ottocento. Se mi capita di posare gli occhi su una foto della Martinica, provo un groppo di nostalgia e nella mia testa partono subito le note trionfanti della sigla che accompagnava il mitico Juan Del Diablo.


E siamo nei Caraibi anche in questo volume, più precisamente a Santo Domingo, nei primi dell'ottocento, un'epoca segnata dai conflitti con l'ascesa trionfale di Napoleone in Europa e Santo Domingo  che come colonia frances e cambia identità e bandiera molto rapidamente. La nostra eroina è Elene Larpent  che è sul punto di sposare un  uomo che non ama solo per assecondare gli interessi economici della famiglia, Durant Gambier, uomo fascinoso, ma prepotente che è intenzionato ad avere una sposa fedele e devota, ma allo stesso tempo non vuole rinunciare alle sue conquiste tra le schiave.

Durante la cerimonia, non portata a termine, si verifica una rivolta degli schiavi ed Elene riesce a fuggire insieme alla sua fedele schiava, che le regala un profumo magico che possiede la capacità di far soccombere tutti gli uomini che incontrerà sul suo cammino. A salvare le due donne arriverà Rayan Bayard, un affascinante corsaro e tra Elene e Rayan sboccerà subito l'amore e la passione, malgrado i mille ostacoli in cui si imbatteranno.


Molto fascino del racconto è dato anche dal contesto narrativo. L'epoca è turbolenta e pericolosa., come dimostrano anche le rivolte di schiavi. Le parti migliori sono sicuramente la preparazione della cerimonia e la successiva rivolta, in quanto la Blake si rivela abilissima nella ricostruzione storica. Altri momenti cardine sono sicuramente l'incontro con Rayan e la successiva prigionia nella botola sotto il pavimento, durante la quale i due saranno travolti dalla passione, pur mantenendo intetta la loro differenza caratteriale e le loro divergenze.


Elene sostiene la patria e fatica a capire il concetto di onore di Ryan, che riconosce come sua un ica causa la famiglia e gli amici, rifiutando il concetto di appartenenza ad un paese o ad una bandiera, basti pensare alla Louisiana, dove vive, e che continuamente viene ceduta per ragioni politiche, prima alla Francia, poi alla Spagna. La sua unica bandiera è se stesso e coloro a cui vuole bene.


Il racconto presenta una trama solida e ben sviluppata, malgrado ci fossero dei momenti di vuoto che mi inducono a temere qualche possibile taglio. Certo il romanzo è appassionante non solo per il suo contesto, ma anche per la storia dei due protagonisti, legati in modo quasi ossessivo da una fragranza misteriosa che si mormora abbia dei poteri magici, ma che in realtà è solo un'essenza che lavora a livello psicologico. I personaggi sono ben costruiti, persino Durant, ed esercitano una certa attrazione sui lettori. Storia interessante, meno scontata del previsto, sicuramente un vecchio romanzo da recuperare.