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domenica 4 marzo 2018

ANGELICA ALLA GUERRA di Anne e Serge Golon - Vol X



La seconda parte del volume ANGELIQUE SE REVOLTE ci racconta della guerra, della solitudine emotiva in cui la nostra eroina è precipitata, dopo la perdita dei figli e la violenza subita. Lotta con disperazione, conquistando il favore della gente e attirando l'interesse del capo ugonotto della rivolta, un personaggio oscuro e potente, che prova per lei un'ardente passione.


Nulla di nuovo, da questo punto di vista. Dopo ben dieci volumi siamo abituati a vedere gli uomini cadere ai piedi della nostra eroina, malgrado le proteste, i buoni propositi, il sangue blu o da contadino. Quello che cambia è la chiusura di Angelica nei confronti dell'altro sesso, soprattutto dopo l'orrore subito. 


Morte dopo morte, ribellione dopo ribellione, sconfitta e trionfi, Angelica si ritrova perseguitata dagli uomini di Luigi XIV che vogliono catturare la famosa Ribelle di Poitou, una figura ormai diventata leggendaria e che rappresenta per il regno un vero e proprio male da estirpare, malgrado il Re sembri sospettare che dietro alla misteriosa figura si possa nascondere proprio lei, l'oggetto del suo disperato desiderio.


Intanto le vittorie sfumano via e persino il piccolo ladruncolo che aveva seguito Angelica fin dalla Corte dei Miracoli viene sacrificato nell'orrore della guerra. Angelica, disperata, una dei pochi sopravvissuti dello scontro, trova rifugio nella laguna, nella casetta dello stoico Valentine, uno dei suoi amici d'infanzia, che, come Nicolas, l'aveva amata con fervore.


Sconvolta, la donna trascorre l'inverno con lui, in attesa che le acque si calmino e possa poter fuggire lontano. Qui sarà raggiunta dal capo degli ugonotti, altro sopravvissuto, che, deciso ad averla, si batterà fino alla fine con Valentine, sotto gli occhi sconvolti di Angelica, che si è resa conto, svegliandosi quasi dallo stordimento che la violenza della notte di Plessis ha gettato su di lei.


L'orrore vissuto non è passato senza conseguenze, in quanto la nostra eroina aspetta un figlio della violenza. Se con Colin, il bambino era stato desiderato e perso, adesso Angelica è pronta a tutto pur di sbarazzarsi di una creatura che non vuole, che sente come un'ulteriore violenza al suo corpo e alla sua mente.


Gli autori trattano benissimo lo scontro emotivo della donna, il desiderio di sbarazzarsene, ma il destino che si impone, ripetutamente, impedendole di liberarsi della sua creatura. Emozionante tutta questa parte, in cui i lettori seguono, soffrendo e sperando che lei si innamori di una bambina innocente che nessuna colpa possiede, come nessuna colpa è di Angelica.


Dopo averla abbandonata, ed essersela ritrovata quasi in fin di vita, nuovamente tra le braccia, Angelica accetta la volontà del destino, trascinandosi con sé la piccola Honorine, che diventerà una sorta di mascotte dei soldati ugonotti che combattono disperati una guerra che non sembra avere possibilità di soluzione.


Quando ormai tutto è perduto, Angelica si dirige con la figlia a La Rochelle, città dove verrà arrestata e creduta una protestante, marchiata a fuoco con il giglio, segno che viene lasciato su tutte le donnacce e i criminali. Ma nella sfortuna e nella disperazione, che la porta ad invocare l'aiuto di un signore ugonotto, Mastro Gabriel, che l'accoglie come serva nella sua casa, inizia per Angelica una nuova fase della sua vita.


Mentre tutti ignorano la sua identità, le sue nobili origini, e l'accolgono nella loro vita, Angelica cerca di fare del suo meglio per aiutare gli ugonotti che conducono una vita semplice, ma piena di valori. Quando la minaccia del Re diventa ancora più forte e la donna scopre un piano per arrestarli tutti e costringerli a convertirsi, organizza, con l'appoggio del rigido Mastro Garbriel la loro fuga in nave, verso l'America, una terra dove spera di poter riprendere a vivere con la piccola Honorine.


I loro piani vengono scoperti e la donna viene arrestata. A salvarla dalla situazione torna un vecchio amico che mai l'ha dimenticata (e che nemmeno noi abbiamo lasciato indietro senza rimpianti), ovvero Desgrez. Questi le offre ventiquattro ore per poter salvare i suoi amici e se stessa ed Angelica, che aveva scorto, senza essere vista, nei pressi della spiaggia di La Rochelle, i pirati del terribile Rescator, decide di giocare la carte fondamentale, pronta a tutto pur di salvare le persone che l'hanno aiutata e le hanno dato rifugio.


Dal momento in cui il Rescator compare sulla scena, il libro decolla di intensità e di emozione, regalandoci un finale mozzafiato, con una fuga disperata per la libertà e la salvezza e un personaggio, quello del Rescator, che ci regalerà, nel prossimo volume, tantissime altre emozioni. Storia che decisamente continua ad affascinare e che avvolge il lettore in un mondo lontano, ma pieno di fascino, di avventura e di amore.




FRASI TRATTE DAL LIBRO




Ascoltate, contadini! —gridò. —Ascoltate...I soldati hanno ucciso l'ultimo dei Plessis-Belliére..l'erede del dominio...È morta la razza. La razza ha perso. L'hanno uccisa. Hanno ucciso il vostro padrone. Ora non avete più un signore...È finita...è finita per sempre.




***


Tre essere umani diversi: una donna bella e tragica, un mugnaio taciturno, dai riflessi lenti e strani, un sacerdote cortese, pallido e tenebroso, chiusi nel silenzio delle acque morte.


***


Non è infondo la vita una ruota infernale che ti porta da un punto all'altro?

***


Angelica gli circondò le spalle con un braccio e ritornarono al castello con un passo lento. «Mi rivolgerò al Re —pensava lei— attraverserò la Grande Galleria, vestita  di nero, davanti agli sguardi divertiti e affascinati dei cortigiani. Mi inginocchierò...Mi consegnerò al Re...Ma poi ti farò restituire i tuoi titolo, la tua eredità. Ho peccato contro di te, figlio mio, volendo salvare la mia libertà di donna. Non c'era via di fuga.


***


Sii una luce, Honorine, in questo mondo di tenebre dove sei stata chiamata a vivere. Che i tuoi occhi si aprano a tutto quello che c'è di bello e di buono.
( l'abate Lesdiguire alla figlia di Angelica)


***


—...Tu non sei la figlia di nessuno ...La piccola del bosco...solo la piccola del bosco. Capelli rossicci come le foglie d'autunno, pupille nere come la mora degli arbusti. Pelle bianca, perlacea, come la sabbia delle grotte...Sei l'incarnazione dei boschi, un fuoco fatuo, un folletto...niente di più...Non sei figlia di nessuno...Dormi...Dormi in pace...


***

Rivivere....Perché rivivere? Non m'importa farlo. Angelica gridava, patetica, con le mani intorno alla gola, come se si asfissiasse.—Che volete che me ne faccia della vita? La disprezzo, la odio...Mi ha tolto tutto. Ha fatto di me una donna che...Si...è vero...mi fa paura. Rotta...».Angelica si lasciò cadere sullo sgabello.  —No  potete capire, ma morire di buon grado.


***


—Non è altro che il riflesso della fatica, ma il desiderio di morire, il sapore della morte, ce l'ha solo chi ha trionfato nella sua vita, lunga o corta. Sono quelli che hanno vissuto che desideravano vivere.  È il canto del vecchio Simeón: «I miei occhi hanno contemplato il Redentore del mondo ed ora solo mi resta dormire ».  Invece un individuo che non si è realizzato, che gira intorno al suo obiettivo, che ha conosciuto solo il fallimento, non può desiderare la morte. L'oblio ed il sonno, sì...Fatica di vivere? Questa non è la morte. La morte è il tesoro che Dio consegna per la nostra esistenza, una promessa ineffabile.(L'abate di Nieul ad Angelica)


***


Beh figlia mia, ricordatevi qualcosa di tutto quello che vi racconto. Succeda quello che succeda, si soffra quello che si soffra, la vita è come un ragno, ritorna ad annodare i fili rotti, più in fretta di quello che si crede e non è possibile impedirlo.(la vecchia Rebecca)


***


I bambini hanno bisogno di tenerezza per crescere, Mastro Gabriel, come i fiori hanno bisogno dell'acqua.(Angelica)


***


Sei rossa, ma bella, figlia mia...Che tu lo voglia o no, sono io che ti ho portato al mondo. E, soprattutto, sei qui. Sei unita a me dallo stesso orrore che sentivo nelle mie viscere, per la complicità delle nostre due debolezze, lottando per essere strappate ai nostri due destini mostruosi e implacabili, i nostri destini ciechi che hanno voluto che fossimo madre e figlia, cuore mio!



***


 Tra quel periodo e il presente c'era stata la notte di  Plessis. Poco a poco, si era recuperata ed era andata avanti. La vita aveva fatto crescere i suoi rami, ma di una cosa non si sarebbe mai curata. Non esisteva uomo capace di ottenere da lei questo miracolo, ovvero quello di resuscitare l'antica allegria dell'amore, l'impulso caldo del suo corpo verso un altro corpo, l'esplosione misteriosa del piacere, l'incanto della sua debolezza. «Ci sarebbe bisogno di un mago», pensò Angelica all'improvviso.


***


C'è un dolore più amaro di portare nel fondo del cuore il carico tragico di un figlio perduto? Dove sei, carne della mia carne? Dove vai, con le braccia distese, come un cieco, attraverso il mondo sconosciuto dove ti ho lanciato? Come ti riconoscerò dopo la morte? Avrò almeno il diritto di conoscerti nell'altro mondo, io, tua madre che ti ho abbandonato?(Angelica pensando alla figlia abbandonata)



***



Desgrez  si fermò sulla soglia e prese Angelica nelle sue braccia, in quel modo irresistibile e disinvolto che paralizzava ogni resistenza.«Vi amo», disse. «Adesso posso dirvelo, visto che non ha più importanza».



***


Dite al vostro capo, il Rescator, che sono....la donna che ha comprato a Candía  per trentacinque mila piastre, quattro anni fa...la notte dell'incendio.


***


Il Rescator era lì.  —Alla fine siete arrivata. L'ultima...naturalmente! Siete una donna impossibile!Angelica avrebbe giurato che, sotto la maschera, l'altro ridesse.


***


Per quale altro fenomeno la marchesa di  Plessis-Belliére, perché credo che utilizzavate questo titolo quando vi comprai, all'improvviso si interessa al destino di un pugno di pallidi protestanti? Avete dei parenti tra di loro? Un amante? Anche se la cosa non mi sembra degna di un'antica odalisca... o meglio, chi lo sa... avete forse scelto tra gli eretici il vostro nuovo sposo? Perché mi sembra di ricordare che abbiate la reputazione di consumarne in grande quantità.La sua ironia malevola sembrava nascondere un'aspra curiosità. —Nulla di tutto questo — rispose Angelica.(Il Rescator e Angelica)


***

Il Rescator rideva e la stringeva contro di sé, come se l'amasse, lei, la schiava comprata a Candia, con un amore fiero e trasformato in qualcosa di più esigente per le offese e le difficoltà che lei aveva creato.

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