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mercoledì 10 febbraio 2016

UN AMORE DI CONFINE DI AMANDA SCOTT


Tante volte mi sono imbattuta in romanzi con ambientazione scozzese. Sembra infatti che questa terra selvaggia, popolata da uomini duri e puri, rappresenta un punto di riferimento nel genere romance, un luogo dove l'amore, intenso e prepotente, possa in qualche modo emergere e fluire con più naturalezza.


UN AMORE DI CONFINE non solo ci ripresenta questo paese como sfondo di questo nuovo racconto d'amore, ma ci porta nel vivo nei conflitti e dei contrasti, in una zona a cavallo tra Scozia ed Inghilterra, terra di confine, di conflitti, mentre i due paese ancora si sfidano per dominare l'uno sull'altro. Siamo però in un'epoca particolare, nel 1388.


Il nostro protagonista è Sir Walter Scott che viene catturato mentre cerca di sottrarre gli animali che gli erano stati rubati da Sir Murray. La legge è piuttosto dura nei confronti dei ladri di bestiame e prevederebbe l'impiccagione dell'uomo insieme a quelli che l'hanno seguito. Ma Lady Murray è una donna pratica, con tre figlie da sposare e nessuna delle tre particolarmente avvenente. Conscia che Scott è il figlio maggiore di Buccleuch e quindi suo erede, suggerisce al marito di accogliere questo dono del destino e di proporgli salva la vita se accetterà di sposare una delle sue figlie.


Wat non è per niente attirato dall'idea di accettare un simile ricatto, anche perché Meg, la prescelta, gli appare come la creatura più insignificante che abbia mai visto. Quando lo esterna davanti alla ragazza, questa ha un moto di orgoglio e gli dice che il fastidio è reciproco. Sir Murray però arriverà al punto di promettere salva la vita non solo a lui, ma anche ai suoi uomini e Walter, più per fedeltà e senso di responsabilità nei loro confronti, decide di accettare.


Margaret Murray è una donna non certo appariscente, ma sensibile ed intelligente che cercherà fin da subito di essere una buona sposa per Walter, preso dai giochi politici e dagli scontri familiari. Pian piano l'uomo si lascerà conquistare da Meg, ma il più delle volte sarà indotto a partire per prendere parte alle trame e agli scontri che il potere richiede.


La storia è scorrevole soprattutto nella parte in cui i due protagonisti si incontrano, anche se ci sono sicuramente delle lagune che mi inducono a non considerarlo tra i miei romanzi preferiti. Scott infatti è un uomo del suo tempo: prepotente, ma allo stesso tempo galante, egoista, anche se consapevole. Basti pensare a come rimanga stupito dal fascino che la moglie esercita su di lui, ma praticamente la abbandoni di continuo per lo più insoddisfatta, con la sensazione che la natura piacevole del matrimonio non le sia ancora stata svelata completamente.


Intanto i continui intrighi (il dramma di Amalie, i fratelli infami Tom e Simon, la guerra) finiscono sempre per richiamare l'eroe o allontanare l'eroina, lasciandoci con al sensazione di un discorso abbandonato a metà. Per fortuna sul finale Scott sembra prenderne consapevolezza, ma l'autrice ci abbandona proprio sul più bello.


È un romanzo interessante soprattutto per chi ama la storia della Scozia, dei clan, e ambientazioni medievali tanto da essersi guadagnato lo Scotland Set Historical Romance Award del 2008.

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