Potevo non iniziare con lui... Al Paradiso delle Signore di Emile Zola. Ha dato da mangiare a parecchie penne e non solo, ma anche la storia d'amore che ci racconta lui lascia il segno ed io ve la consiglio di cuore.
Il protagonista è un soggetto difficile da dimenticare. Nessuno conosce il mondo femminile come lui. La protagonista... è una di noi, alla fine dell'Ottocento. Il batticuore è assicurato, se vi piacciono le donne dolci, ma determinate.
La citazione che vi riporto è questa:
“Abbiate dalla vostra le donne e venderete il mondo”, Émile Zola.
Il secondo libro che vi propongo è un altro dei miei preferiti, Jane Eyre di Charlotte Brontë.
In estrema sintesi: Una storia d'amore tra una governante e il suo misterioso padrone.
“Non può essere ch’io abbia tanta felicità, dopo tanto dolore. È un sogno; un sogno di quelli che ho fatto spesso, di notte, immaginandomi di stringerla ancora una volta sul mio cuore, come faccio ora; credendo di baciarla e sentendo che mi amava e che non mi avrebbe lasciato mai”, Charlotte Brontë.
Lui la considera inarrivabile e lei glielo fa credere, prima di capire che quello davvero indimenticabile è lui. Di chi parlo? Ma di lui.. Nord e Sud di Elizabeth Gaskell.
"Aveva capito cos’era l’amore: un acuto dolore, un’esperienza atroce, in mezzo alle fiamme del quale era costretto a dimenarsi! Ma avrebbe attraversato quella fornace lottando e avrebbe raggiunto la serenità della mezza età, molto più ricco e umano per aver sperimentato quella smisurata passione", Nord e Sud, Elizabeth Gaskell.
Ci sono poi amori che non si arrendono al tempo.
“L’umanità, come gli eserciti in campagna, procede alla velocità del più lento”, Gabriel Garcìa Marquez.
Il romanzo di cui parlo, lo avete intuito, è L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcìa Marquez. La lunga attesa di Florentino Ariza per il suo amore giovanile Fermina Daza, durato oltre cinquant'anni.
Ci sono poi amori che nonostante tutto...
“Sapete che cos'è l'amicizia? Si, essere fratello e sorella, due anime che si toccano senza confondersi, le due dita della mano. E l'amore? Oh l'amore, è essere due e non essere che una persona sola. Un uomo e una donna che si fondono in un angelo. È il cielo”, Victor Hugo.
Tra i suoi capolavori, Notre-Dame de Paris. L'amore non corrisposto di Quasimodo, il campanaro deforme, per la bella gitana Esmeralda.
Alla prossima con l'amore e i libri, quelli senza tempo.
Al Paradiso delle Signore è possibile acquistare qualsiasi prodotto piaccia a una donna e la notizia corre velocemente per le strade di Parigi alla fine dell'Ottocento.
Il grande magazzino si amplia quotidianamente con nuovi reparti, offrendo alle sue clienti prezzi competitivi e grande scelta. Resistere è da prodi!
Quello che non tutti sanno, però, é che al Paradiso delle Signore c'è chi è destinato ad incontrare l'amore, quello che non ti lascia scampo e ti cambia la vita.
La vittima designata è uno che dell'amore, all'apparenza, non sa proprio cosa farsene! Il mondo femminile è il suo regno. Ne conosce i desideri più nascosti e sa come domare e conquistare qualsiasi donna.
Le veste e le spoglia a suo piacere e su di loro, sul mondo femminile, ha fondato il suo successo imprenditoriale.
Non c'è segreto che non possa scoprire, non c'è donna che non riesca a manipolare. Sono tutte ai suoi piedi e lui se ne gloria, senza mai esserne scalfito.
Agli amici più intimi ha confessato di non esserne mai stato innamorato e di non fuggire l'amore, semplicemente, perché per lui l'amore non esiste.
La sua vita è Il Paradiso delle Signore, ereditato dalla moglie, che lo ha lasciato vedovo e ricco. Il suo nome è Octave Mouret ed é il proprietario del più grande magazzino di Parigi.
E così sullo sfondo di una società che cambia, con il commercio delle piccole botteghe che arranca, Émile Zola ci racconta, con maestria, la lungimiranza di un uomo, che incarna il progresso e che avanza come un treno in corsa, lasciando dietro di sé le macerie di un mondo che si estingue, non senza sofferenza.
Denise proviene da quel mondo. E' rimasta orfana da poco e con due fratelli di cui prendersi cura, Jean e il piccolo Pépé. Arriva a Parigi da Valognes, sperando di trovare una sistemazione lavorativa presso lo zio Baudu che gestisce un negozio di stoffe. Purtroppo gli affari non procedono come sperato. L'apertura di un grande magazzino, a poca distanza, non lascia scampo ai vecchi commercianti come lui. Denise è dispiaciuta per lo zio, ma non può abbracciare la causa dei parenti. Ha bisogno di soldi e il Paradiso delle Signore può essere una buona opportunità per una ragazza come lei.
Si presenta ai colloqui, ma rischia di non essere presa. E' mingherlina, mal vestita, poco attraente ed eccessivamente timida.
Non ha nulla per cui valga la pena assumerla, eppure quel signore distinto che la scruta in silenzio, sembra non essere dello stesso parere.
Quella ragazza ha qualcosa di speciale. Quando sorride le si illumina il viso e poi è la nipote di Baudu, uno dei vecchi commercianti del quartiere, uno di quelli che hanno dichiarato guerra al Paradiso. Quale migliore occasione per dimostrare la clemenza del più forte?
E così quell'uomo è il padrone! Grazie a lui viene assunta, ma per Denise non inizia un periodo semplice. Le colleghe le sono ostili, la direttrice è molto esigente e il salario è scarso.
Per non parlare dei licenziamenti che sono all'ordine del giorno. Basta un nulla per ritrovarsi in mezzo alla strada e per una ragazza come lei, con due fratelli a carico, questo significherebbe la rovina, almeno che, come le suggerisce una delle poche amiche del Paradiso, non si trovi un'amante.
Molte ragazze che lavorano nel negozio ne hanno uno. Consente loro di avere qualcuno da frequentare, quando non lavorano e anche di essere aiutate economicamente. Perché non si trova un amante? Denise é sconvolta anche dal solo pensiero. Potrebbe concedersi a qualcuno, ma solo per amore e in quella fase della sua vita, ha ben poco tempo per pensare alla sfera sentimentale.
C'è un ragazzo che le piace, ma è timida e lui non sembra notarla. In quel posto sono tutti impegnati a tramare l'uno contro l'altro per tenersi il posto di lavoro.
Su tutti si erge l'occhio vigile di Mouret, che pur contando su un numero consistente di dipendenti e una cerchia ristretta di persone fidate, non manca di seguire i vari passaggi di quella difficile macchina organizzativa.
Dicono che abbia un'amante fissa, una donna potente, che lo ha molto aiutato negli affari, ma non disdegna le attenzioni delle sue dipendenti. Ne individua sempre qualcuna, che riempie di regali, fino a quando non si stanca e passa ad un'altra.
Denise ne è intimorita, ma sa che deve a lui la sua permanenza in quel luogo e non solo per la sua intercessione il giorno del colloquio.
Diverse volte è stata sul punto di essere licenziata, ma Mouret lo ha impedito. Che l'abbia notata lo sanno tutti, ma non le rivolge la parola più che alle altre ed interviene solo per ridimensionare i suoi errori. Denise sa che può fidarsi di lui.
Nonostante ciò, dopo l'ultima accusa infamante, avrebbe un figlio, Pépé, e un giovane amante, Jean, Denise non si oppone al licenziamento, stanca di quel clima soffocante e non si appella al suo protettore.
I mesi che seguono sono di fame e sofferenza, ma Denise è forte e per quanto la tentazione di cedere alle lusinghe di un amante siano forti, si mostra ferma e determinata nella sua decisione di concedersi solo per amore.
Grazie al buon cuore dei piccoli commercianti del quartiere trova una sistemazione per sé e il piccolo Pépé. Jean ha vitto e alloggio presso il suo datore di lavoro, ma non manca di darle problemi, innamorandosi costantemente di qualche bella signora, spesso impegnata.
Il peggio, comunque, sembra passato, quando incontra nuovamente Octave Mouret.
Vorrebbe far finta di non vederlo, ma lui la riconosce e le si avvicina. Sa tutto di lei e del suo licenziamento. Non condivide la scelta dei suoi collaboratori e le assicura che la porta del suo magazino resterà sempre aperta per lei. Quando vorrà potrà tornare e le sarà garantito uno stipendio adeguato alle sue necessità.
Perchè quella ragazzina gli piaccia più delle altre non lo sa, ma è dal loro primo incontro che si ritrova a proteggerla.
All'inizio gli è sembrata persino brutta, ma con il passare del tempo, con la sua grazia innata e la sua costante dolcezza, gli è entrata nel cuore e nonostante tenti, non riesce ad allontanarla.
Così quando lei ritorna al Paradiso, Octave la copre di attenzioni. E' evidente a tutti, che il capo ha individuato la sua prossima preda e lo assecondano trattando con rispetto e gentilezza quella ragazzetta derisa in precedenza.
Tutti i reparti non fanno altro che parlare dell'invito a cena che le ha formulato, ma Denise spiazza tutti rifiutandolo.
Il rifiuto di Denise infiamma il cuore di Octave cha ora ha una nuova missione, conquistare Denise, la donna della sua vita! Per lei è disposto a rinunciare a tutte le sue amanti. Le comprerà un appartamento, la nominerà direttrice, le comprerà il cielo se lo vorrà, ma lei non accetta.
Non vuole e non può diventare l'amante di un uomo, anche se è l'uomo che ama.
La determinazione di Denise costringe Octave a guardare dentro se stesso e per la prima volta si scopre innamorato. Lui che si vanta, non a torto, di capire tutte le donne, è vittima di una donna. Le perdona tutto, anche la confessione di amare qualcuno, senza rivelargliene il nome, ma lui la vuole al suo fianco, perché ha bisogno di lei lo aiuterà a superare i suoi limiti, perchè il cambiamento passa attraverso il dolore. E' una legge di natura e Denise lo sa.
Le è concesso spiegare come migliorerebbe il reparto? Cosa farebbe per i dipendenti? Cosa manca al Paradiso? Denise ha tante idee e sono tutte improntate alla massima umanità.
Mouret ascolta e senza renderseneconto attua tutti i cambianti che lei gli richiede e si accorge sempre più che Denise è l'anima di quel posto. I suoi consigli sono preziosi e non indeboliscono gli affari. Anche se, lo confesserebbe volentieri a chiunque, farebbe qualsiasi cosa per conquistare quella donna e oramai non vuole più solo il suo corpo, ma vuole lei nella sua interezza.
Ma Denise fa questo effetto su tutti. Oramai al Paradiso delle Signore sono ben pochi quelli che la ostacolano e sono tutti convinti che prima o poi Denise cederà e il signor Mouret la sposerà, perché il Paradiso delle Signore sono loro due, mente e cuore. Ma la scoperta più sconvolgente è quella di Mouret, quando in un solo giorno di vendita incassa un milione. Lo vede riverso sulla sua scrivania e comprende che ciò che desidera di più al mondo, non è più il successo imprenditoriale, ma è l'amore di Denise, la donna della sua vita.
Detto questo, non mi resta che invitarvi a leggerlo. E' un classico di 288 pagine, con descrizioni lunghe e dettagliate, che vi trascineranno in un mondo di pizzi, merletti e crinoline, mentre tutto intorno il mondo del commercio cambia, tra miseria e grandi speranze. Su tutti si erge lui il Paradiso delle Signore, che fa da cornice ad una storia decisamente rosa.
Mi sono innamorata di una scrittrice, si chiama Elisabeth Gaskell. E' vissuta nell'Ottocento, ma la sua prosa ha raggiunto livelli così alti, che ancora oggi risulta fresca e attuale. Di lei avevo già letto Nord e Sud ed il suo Mr Thorton si colloca al fianco del mitico Mr. Darcy di Orgoglio e Pregiudizio della Austen. Insomma, prelibatezze per palati raffinati.
Con Mogli e figlie, ultima opera dell'autrice, che ci lascia prima di aver scritto l'ultimo capitolo del suo romanzo, la Gaskell conquista definitivamente un posto d'onore nel mio cuore. E anche se manca un coronamento romantico a questo amore così intenso e vero, da lettrice vi assicuro che non se ne risente affatto. Vi dirò di più, una storia così bella ed intensa è un peccato non leggerla. La storia di Molly Gibson, orfana di madre, cresciuta dal padre, medico di campagna e uomo distinto, è di quelle che ti accompagnano per giorni, anche dopo aver letto l'ultima pagina, perchè smuove e commuove. Può una ragazzina timida e discreta conquistare il cuore di un promettente scenziato, che perde la testa per la bella e socievole Cynthia? Elisabeth Gaskell ci dice di sì e nonostante non sia riuscita a scrivere quel capitolo mancante, per chiudere quello che, lo dico da lettore, è un autentico capolavoro, ci lascia con una scena di un romanticismo assoluto.
E se pensate ad una protagonista dolce e bruttina, contrapposta ad una sorellastra bella e cattiva, vi sbagliate di grosso. Non ci sono contrapposizioni nette in questo libro. Nessun personaggio è completamente buono o cattivo. Cynthia ama Molly. La ama più di qualsiasia altra creatura al mondo, ma non può fare a meno di piacere e anche se ha intuito i sentimenti della sorella per Roger accetta la dichiarazione d'amore del giovane, impegnandosi a fidanzarsi con lui, una volta tornato dalla sua missione in Africa.
Molly soffre in silenzio, ma non si espone. Per il bene di Roger è disposta a qualsiasi sacrificio, ma Cynthia lo ama davvero? A volte sembra così irrequieta e insofferente. Prima attira l'attenzione di tutti gli scapoli in circolazione e poi cerca di liberarsene. Il suo comportamento rischia di compromettere anche Molly, ma il pronto intervento di Lady Harriet, della nobile famiglia delle Torri, sventa ogni pericolo. Pagine incantevoli sono dedicate alla descrizione del rapporto di Molly con suo padre e con la famiglia degli Hamley a cui appartiente Roger.
Molly è una creatura graziosa e silenziosa, che entra nella vita delle persone in punta di piedi e le conquista.
Così si esprime Osborne, quando, in confidenza con il fratello Roger, gli confessa che se non fosse segretamente sposato con una bella francese di umili origini, non avrebbe dubbi tra Molly e Cynthia. Ma Roger è accecato dall'appariscente esuberanza della giovane cresciuta lontana dalla madre, in prospettiva di un buon matrimonio e liquida la faccenda con poche parole.
Per Molly prova un sentimento di gratidudine e di affetto, per l'attenzione che la giovane ha avuto nei confronti di tutti loro, ma nulla di più.
Ah, povero Roger, se la scienza andasse a braccetto con la preveggenza. Quante sviste si sarebbe evitato! Ma l'uomo apprende dai propri errori e lo fa attraverso il dolore.
E così, una volta in Africa, sperimenta la freddezza di una donna che sembra già averlo dimenticato e il giorno in cui gli giunge la notizia della morte prematura del fratello, scopre anche che Cynthia non vuole più sposarlo.
Il precipitoso ritorno a casa, dal padre rimasto solo, lo mette con le spalle al muro. Osborne aveva capito, molto prima di lui.
Molly Gibson, la piccola e fragile Molly Gibson, è stata la roccia a cui si è appoggiato suo padre. A lei suo fratello ha confidato l'identità della moglie, a lei ha lasciato l'indirizzo dove rintracciarla ed è stata lei ad aver fatto da paciere tra il padre e la giovane e spaventata donna, che ha dato al fratello un erede.
Tutto questo nel silenzio, con un amore costante. Suo padre, una volta contrario all'unione di uno dei suoi figli con Molly, perchè di condizione sociale inferiore, sembra ora aver completamente cambiato parere. Non c'è persona migliore di lei. Sua moglie lo aveva capito e l'aveva scelta e amata come una figlia, fin quando era rimasta in vita. Perchè non la prende in considerazione? Quella Cynthia, per quanto avvenente e a modo, non vale quanto Molly. E' così difficile capirlo?
No, non lo è affatto, ma può un uomo che si è dichiarato alla sorella, per essere prima accettato e poi rifiutato, tornare sui suoi passi e correggere il tiro? Lo può fare?
Molly è cresciuta. E' diventata più bella e alle Torri, la tengono in grande considerazione. Qualcuno potrebbe portargliela via e lui non ha alcun diritto... Eppure, quando ha raccolto per Molly i fiori più belli del suo giardino e glieli ha donati, lei è parsa sorpresa e compiaciuta... A Roger è sembrato quasi di poter sperare e così le ha chiesto di restituirgli dal bouquet solo un fiore, uno a sua scelta, per lui.. E lei, ha sfilato dal mazzetto una rosa e gliela ha porta. Il cuore delle donne è volubile, ma quello di Molly Gibson è costante. Ha amato e creduto in Roger Hamley dal primo giorno che l'ha visto e mai avrebbe pensato che quel giovane attento e tenero, che la consola per la notizia delle nuove nozze del padre, sarebbe un giorno diventato suo marito.
L'eredità di Louisa May Alcott è un regalo della casa editrice Jo March, che edita in Italia scritti mai dati alle stampe in passato nel nostro paese, dandogli visibilità e luce.
E' il primo romanzo della nostra amata Alcott, nota al mondo per il suo "Piccole Donne". Scritto quando aveva solo 17 anni. E' stato ritrovato da due studiosi americani alla fine del Novecento e dato alle stampe con enorme stupore ed interesse.
Protagonista del romanzo è Edith Adelon, una
povera orfana di origini italiane, accolta e allevata dalla nobile
famiglia inglese degli Hamilton, presso i quali diviene istitutrice e
poi compagna della giovane Lady Amy. Una lunga lettera svelerà alla
ragazza l'inverosimile mistero della sua nascita.
Dimenticate lo spessore e la maturità di Piccole Donne, per assaporare il talento in erba di una scrittrice che muove i suoi primi passi nel mondo letterario.
Gli elementi interessanti ci sono. La storia è carina e ricca di spunti, tanto che se fosse stata rimaneggiata in un secondo momento, avrebbe potuto raggiungere livelli molto alti, con risvolti inaspettati. La narrazione è scorrevole e il personaggio di Edith potrebbe essere veramente interessante, se venisse meno quel dilagante e gratuito buonismo, che pervade tutta la storia.
Senza svelare nulla, per non farvi perdere il gusto della narrazione, è come se il tempo non sortisse effetto sui nostri personaggi, che non cambiano, nonostante gli eventi. Non c'è crescita o evoluzione personale. Tutto rimane immobile nelle coscienze dei protagonisti, nonostante vengano posti di fronte ad un evento del tutto insperato e inaspettato, come la cospicua eredità di cui si parla nella storia.
Manca insomma uno studio approfondito dei personaggi, che sono tratteggiati con penna lieve, come sospesi a vivere in un fiaba, dove il lieto fine non è solo scontato, ma regalato con eccessivo altruismo. A discolpa della nostra induscussa scrittrice c'è da dire che a diciassette anni scriveva proprio bene e già si intravedono in questa sede alcuni elementi che si rafforzeranno negli anni, quando giungerà alla sua piena maturazione artistica ed intellettuale. E se, come sappiamo, Jo altri non era che Louisa May Alcott, Edith è lo specchio della nostra scrittrice nell'età adolescenziale, quando la malizia e le tribolazioni della vita non avevano ancora fatto capolino nella sua esistenza.
Nonostante tutto, la lettura è piacevole e scorrevole. Ed è interessante non solo per gli addetti ai lavori, gli studiosi della stessa autrice, ma anche per noi che amiamo il mondo letterario dell'Ottocento e ci dilettiamo a riscoprilo attraverso le sue letture.
Ieri sera RAI UNO ha trasmesso un classico della letteratura inglese e della BBC, uno dei miei libri preferiti, Jane Eyre di Charlotte Brontë. Lo avete mai letto? Ne avete sentito parlare? A mio modesto parere si può inserire senz'altro nella narrativa rosa, quella di qualità, perchè, contrariamente a quello che si pensa e si scrive in giro, anche nel mondo del genere rosa, ci sono libri interessanti e di valore che si possono collocare tra i classici della letteratura al femminile. Con Charlotte Brontë ci collochiamo decisamente in alto, restando nel magico mondo dei sentimenti.
Se non lo avete ancora fatto, acquistatelo! Non ve ne pentirete! Lo trovate facilmente in tutte le librerie, ma se preferite uno shop on line, vi consiglio IBS, con cui personalmente mi trovo molto bene.
E se invece volete affidarvi al caro usato, Compro e Vendo libri, vi offre una vasta scelta.
Nuovo o usato, se siete amanti del genere rosa, non potete non leggere questo capolavoro della letteratura inglese di metà Ottocento.
Non storcete il naso, è un classico, ma non è affatto noioso e anzi, presenta molti spunti interessanti.
Se non vi fidate, provate a cercare la versione cinematografica.
Personalmente ho letto il libro, dopo la visione di Jane Eyre di Franco Zeffirelli del 1996.
Charlotte Gainsbourg è perfetta nel ruolo di Jane, ma se non amate il classicismo di Zeffirelli, optate per la versione più moderna della BBC del 2006.
Entrambe le rappresentazioni vi faranno conoscere un personaggio bellissimo, di grande spessore, che merita di essere divulgato ed amato.
Di cosa parla? In rete ho trovato una sintesi, che merita una menzione:
La storia romantica di una modesta e poco
appariscente istitutrice che, con il suo fascino discreto e la sua forza
di carattere, riesce a conquistare il tenebroso e avvenente signore di
Rochester, la cui giovane figlia è affidata alle sue cure.
Messa così, sembrerebbe uno dei tanti romanzi che ci piace leggere per evadere, ma faremmo torto innanzitutto a Jane e poi anche alla nostra Charlotte, perchè Jane Eyre è molto di più. E' una donna che soffre, che ama, che desidera con strugente dolore un uomo che non può essere suo.
E' un personaggio moderno, che si innamora, soffre e combatte, prima di comprendere che le regole della società non possono vincere sull'amore.
La protagonista del nostro romanzo è lei, Jane. Orfana di entrambi i genitori, viene affidata allo zio materno, che la ama come una figlia e vorrebbe che la moglie facesse lo stesso, ma la donna, dopo la morte del marito, si mostra sempre più fredda ed intollerante nei confronti di questa ragazzina forte, decisa e poco remissiva. Così decide di allontanarla da lei e dai figli, rinchiudendola in un istituto di carità, dove le insegneranno ad essere remissiva e a rispettare il ruolo assegnatole dalla società. Tutto questo, se sopravviverà. Il tasso di mortalità, infatti, è altissimo in quell'istituto e Jane perderà la sua migliore amica, ma non demorderà. Jane è forte e ha una mente curiosa ed attiva che la sostiene nei momenti più difficili, regalandole sprazzi di serenità, che trovano voce nello studio e nel disegno.
Diventata oramai una donna, accetta il posto di istitutrice presso la dimora di Thornfield Hall, che appartiene alla nobile famiglia
dei Rochester. Dovrà prendersi cura di Adele, la figlia
adottiva del padrone di casa, il misterioso Signor Rochester.
La vita a Thornfield Hall trascorre tranquilla, tra i compiti, i giochi con la bambina e le chiacchiere con la governante, almeno fino all'arrivo del burbero padrone di casa.
Jane lo incontra casualmente nei boschi e tra loro c'è una brusco e scarno scambio di battute, ma fin dal primo incontro, Jane capisce che la sua vita sta per cambiare.
Tra loro c'è un'affinità, che travalica le regole sociali e per quanto lei si sforzi di sembrare remissiva ed obbediente, lui vuole che lei si apra e che le riveli i suoi pensieri e più di tutto i suoi sentimenti. Jane ha paura. Può quell'uomo burbero e altezzoso, che sembra portare dentro una pena indelebile, provare dei sentimenti per lei?
Nonostante tutto ne è irrimediabilmente attratta, ma sa che non deve lasciarsi andare ad inutili fantasticherie. Rochester è il padronde di casa. Ha origini altolocate e presto sposerà la bellissima Blanche Ingram. Tutti si aspettano a breve un matrimonio tra loro eppure, a volte, in quello sguardo profondo e quelle parole farneticanti, Jane sembra scorgere qualcosa di simile all'amore.
L'anziana governante di Thornfield Hall la mette in guardia. Jane è una donna sola, di condizione sociale inferiore, con poca esperienza in campo sentimentale ed il signor Edward è un padrone giusto e gentile, ma resta pur sempre un uomo. La tentazione di cedere è forte, ma un simile errore le costerebbe caro, molto caro. Cosa deve fare, si chiede Jane. La risposta è ovvia: deve andare via! Non appena il signor Rochester sposerà la sua bella Blanche Ingram, lo farà. Ma Edward non glielo consente. Lei deve restare. Lui ha bisogno di lei. Jane è la sua unica salvezza. E' la luce alla fine di un lungo tunnel. L'unico modo per averla è sposarla? La sposerà! Sì, la sposerà contro tutto e tutti. La sposerà. Non voglia il destino opporsi, perchè lo farà.
Ma il giorno delle nozze, quando tutto sembra pronto, un'inquietante ombra si allunga sul futuro luminoso di Jane.
Edward Rochester non può sposarla. E' già sposato. Sua moglie Bertha Mason, vive nella soffitta di Thornfield Hall, guardata a vista 24 ore su 24. Bertha Mason è pazza ed è anche pericolosa. Ora acquistano un senso i tanti eventi strani e gli inquetanti rumori, che avvertiva nella notte.
Era questo il terribile segreto, che Edward le nascondeva. Non può sposarla e non perchè non la ami o la consideri di un ceto sociale inferiore al suo. Non può sposarla, perchè è legato ad una donna priva di senno.
Edward lo ha scoperto il giorno delle nozze, in un matrimonio combinato. Quel giorno è iniziato il suo personale inferno. Per sopravvivere ha trascorso gran parte della sua vita da coniugato lontano da Thornfield Hall, intrattendosi con donne come la madre di Adele. Che ironia restare sposato ad una donna priva di senno, quando la felicità è a pochi passi da lui! Basterebbe che Jane capisse, che accettasse la sua sorte... Che la condividesse con lui. Ma lei lo farebbe? Chi mai lo farebbe? No, non può lasciarlo, non può. Lei è sua. Loro sono simili... Lui ha bisogno di lei. Non può vivere senza di lei, soprattutto ora, che ha capito cos'è l'amore.
Jane ha il cuore a pezzi. Per tutta la vita l'hanno accusata di essere figlia del demonio. La sua intelligenza e la sua scarsa docilità le sono costate costanti punizioni corporali. Jane ha imparato a rispettare le regole della società. Ora dovrebbe infrangerle tutte, per vivere al fianco di un uomo che davanti a Dio e agli uomini non potrà mai essere suo.
E' la battaglia più dura della sua vita, perchè lei desidera dal profondo del suo essere Edward Rochester e vorrebbe restare al suo fianco, per amarlo, anche in clandestinità, ma non può farlo. E così fugge!
Spera di scomparire dalla faccia della terra, di cancellare la tempesta di sentimenti che la anima e la febbre che l'assale le porta ristoro nell'incoscenza. Il delirio e la vicinanza alla morte, fanno parte del cammino lento e costante verso la guarire.
A salvarla dalla morte è un ecclesiastico, St. John Rivers che si prende cura di lei, con l'aiuto delle due sorelle. Le trova un lavoro ed una casa. Lentamente tutto riprende il suo ritmo regolare e Jane si ritrova circondata dall'affetto di persone che le vogliono bene. Nonostante tutto, una strana inquititudine l'accompagna. E' come se Rochester non si fosse mai rassegnato e continuasse a richiamarla a sè.
Così, quando il reverendo le chiede di sposarla e di partire con lui in missione in India, Jane rifiuta. Oramai è diventata una donna ricca, grazie all'eredità di uno zio, che l'ha cercata per tanto tempo, senza mai avere la gioia di riabbracciarla. Potrebbe serenamente accompagnare quell'uomo mite e gentile nella sua missione, ma non lo ama.
E' giunto il momento di tornare a casa, di tornare a Thornfield Hall.
A questo punto, potrei svelarvi il finale, ma me ne astengo, perchè spero che, se siete stati così pazienti da seguirmi fino a questo punto, avrete la curiosità di scoprirlo da sole.
Posso dirvi solo, che vi stupirete. Il finale non è poi così scontato!
A parte questo, come potrete immaginare la qualità narrativa è davvero notevole. Le capacità descrittive della Brontë sono lodevoli.
Confesso di aver pensato di mollare, soprattutto nella prima parte del volume, quando si dilunga sulle vicende della piccola Jane, ma vi invito caldamente a resistere, perchè superato il primo ostacolo, vi ritroverete catapultate in una storia d'amore, con descrizioni degne di nota, che merita di essere conosciuta. Fatelo per Jane! Lo merita davvero!
Allora ci conto. Mi raccomando, non deludetemi! Date una possibilità a Jane! Che vi racconti la sua storia! Buona lettura!
Oggi su un gruppo di lettura di Facebook una ragazza chiedeva consigli su un libro che aveva acquistato e non aveva ancora letto.
Scorrendo pigramente le righe, il mio occhio si è fermato sul titolo del volume: Jane Eyre. L'aspirante lettrice si chiedeva se valesse la pena la lettura, al di là del fatto che è un classico della letteratura, e le colleghe le rispondevano entusiaste, invitandola a proseguire, anche se, scriveva qualcuno, ci sono parti cupe.
Mi sono subito unita a loro manifestando tutto il mio entusiasmo.
Ho letto questo libro diversi anni fa e nonostante la tristezza imperante, che domina il libro dall'inizio alla fine, l'ho trovato di una bellezza straordinaria e ancora di più mi ha colpito la prosa della nostra scrittrice.
Jane Eyre, regia di Franco Zeffirelli, 1995
Non sono un critico letterario, ma una semplice "lettivendola" e dunque chiedo venia per la semplicità e forse l'ovvietà dei miei commenti, visto che siamo parlando di un classico, ma mi sono innamorata del modo di scrivere della Brontë. Oggi la costruzione dei periodi così lunga ed il tipo di narrazione sono stati superati, ma a me è piaciuto tantissimo il suo tratto e lo considero immortale, senza tempo, perché perfetto.
Ricordo di aver trovato la parte iniziale un po' lenta e di essermi messa di impegno per continuare la lettura, ma quando ho finito il libro ho pensato che ne era valsa la pena.
Bellissimo.
Adoro il personaggio di Jane, così ribelle all'inizio, perché intelligenza allo stato bravo e così dimessa nella parte successiva della vita, quando, piegata dalla realtà, apprende a tacere, senza mortificare la sua intelligenza.
Non è bella Jane, ma è buona, è intelligente, è dolce ed è sensibile. Ama la cultura e il disegno. Sa di non poter aspirare a tanto, ma si innamora di Mr. Rochester.
Uomo misterioso, burbero e triste, che ha una pena nel cuore. S'innamora di Jane o almeno così le fa credere e lei, timida, bruttina e dedita al sacrificio si lascia andare con ingenuità e passione a questo sentimento che potrà ripagarla del dolore sofferto dall'infanzia o farla precipitare nel più cupo degli abissi. Ma può l'amore soccombere alla passione? Jane non può e non vuole rinunciare al bello che la vita le offre e così si presenta sposa al futuro marito. Purtroppo, le tante stranezze che accadono in quella casa buia e tetra, dove Jane si trova a svolgere il ruolo di istitutrice, hanno un nome e un'identità precisa, quella di Bertha Mason.
Mr Rochester è già sposato e non conta il fatto che la moglie sia completamente pazza e aggressiva, per la società e davanti a Dio non c'è posto per la piccola Jane. E Jane ha imparato che non ci si può porre contro la volontà del Signore. Dovrà rinunciare ancora una volta all'amore. Ma sarà per sempre?
Non vi resta che leggere il romanzo per scoprirlo!
Oggi vi voglio parlare di un amore,
quello nato, dopo la visione di uno sceneggiato della BBC, per un
romanzo, Nord e Sud di Elizabeth Gaskell.
Sulla
EFFE, rete televisiva della Feltrinelli, di tanto in tanto, mandano in
replica questo capolavoro del 2004, giunto in Italia solo 2013, grazie
alla coraggiosa intraprendenza della casa editrice Jo March, che traduce
e pubblica opere di valore della letteratura mondiale, non ancora edite
nel nostto paese.
Sul
web circolava da tempo un certo interesse per questo romanzo, per le
notevoli somiglianze con "Orgoglio e pregiudizio" della Austen.
L'apprezzamento
per il prodotto, insomma, c'era e quando è stato dato alle stampe "Nord
e Sud", nel 2011, è seguita anche la messa in onda sul piccolo schermo.
Personalmente,
però, pur avendone sentito parlare in famiglia, non avevo avuto modo di
leggere il libro, così, più per curiosità che per altro, mi decisi a
dare uno sguardo allo sceneggiato della BBC, trasmesso dalla EFFE.
Il
prodotto è di ottima fattura e gli attori sono veramente bravi. Ma dopo
aver letto il romanzo, il mio plauso incondizionato è agli
sceneggiatori, che hanno saputo racchiudere in quattro puntate l'essenza
del romanzo.
E così, come
mi accade spesso, dallo sceneggiato sono passata al romanzo. Ordinato
attraverso la mia libreria di fiducia, Imagaenaria, nell'isola dove
vivo, è arrivato dopo tre settimane, aumentando la mia curiosità.
Il
volume ha una copertina elegante e un'aspetto allettante, soprattutto
per me che amo i libri voluminosi, perchè mi danno l'impressione che
contengano tanta vita.
La lettura è scorrevole e piacevole, fino alla fine.
Per chi non lo avesse ancora letto, vi invito a farlo, non vi pentirete.
Il
romanzo narra la storia di Margare Hale, così avrebbe dovuto chiamarsi
anche il volume della Gaskell, ma l'editore scelse il titolo di "Nord e
Sud" per racchiudere le diconomie di cui è pregno la nostra storia, il
nord ed il sud del paese, ma anche il mondo imprenditoriale e quello
operaio, senza dimenticare l'uomo e la donna, ma soprattutto Margaret e
Thorton.
Tornando a noi,
Margaret si trasferisce con i genitori da Helstone, nel sud, a Milton
(Manchester) nel nord, dopo che il padre ha deciso di lasciare la chiesa
e di dedicarsi all'insegnamento, come docente privato, per mantenere la
famiglia.
Il contrasto
tra la sonnolenta e soleggiata Helstone e la grigia e fumosa Milton è
molto forte e Margaret non manca di notarlo, mostrando una certa
insofferenza per il cambiamento delle loro vite. A farne le spese è
soprattutto il signor John Thortone, proprietario di un cotonificio, che
nelle ore libere, si dedica allo studio della letteratura per colmare i
suoi vuoti culturali.
Thorton
è un uomo scivo, determinato e severo con i suoi operai, tanto da
sembrare a Margaret quasi privo di cuore. Ma la nostra giovane eroina
non conosce ancora nulla della vita. E' sempre vissuta circondata
dall'affetto e la protezione dei suoi familiari, i genitori prima e poi
la generosa zia con la cugina, che l'hanno accolta e cresciuta a Londra.
In questo senso possiamo dire che il Sud ed il Nord rappresentano due
fasi della vita di Margaret. Il Sud è l'infanzia e l'adolescenza, mentre
il Nord rappresenta l'età adulta e la presa di coscenza.
La
triste città di Milton, con le sue industrie, i suoi imprenditori e gli
operai, spesso anche vittime delle condizioni precarie di lavoro,
accompagna Margaret nel suo passaggio alla vita adulta e alla presa di
coscienza che non tutto quello che appare è nella realtà così come può
sembrare ad uno sguardo superficiale, tanto che alla fine decide
liberamente di restare e di costruire il suo futuro a Milton, nonostante
sia oramai una donna libera e ricca.
Se
il rapporto conflittuale con John Thorton ricorda non poco quello di
Elizabeth Bennet con Mark Darcy in "Orgoglio e pregiudizio", molto
diversa è la contestualizzazione socio economica di Milton, con la
descrizione attenta di una classe operaia pronta a rivendicare i suoi
diritti.
Un mondo operai
non poi tanto dissimile a quello di oggi, con la rivendicazione di un
salario giusto, di condizioni di lavoro più eque.
Mararet
conosce entrambe le faccie della stessa medaglia. E' invitata a cena
dai Thortone, ma frequenta anche la casa di Nicholas Higgins, operaio
legato al Sindacao, con una figlia malata di pneumoconiosi. Margaret
stringe una tenera amicizia con Bessy, che durerà fino alla morte della
giovane lavoratrice. Bessy, infatti, si è ammalata sul lavoro, inalando
involontariamente per anni la lanuggine che si respirava nell'aria.
La
frequentazione della casa di Higgins le permette di venire a contatto
con la difficile situazione degli operai ed il suo animo romantico, la
contrappone al severo e scostante Thortone, tanto da rifiutare
sdegnosamente la sua proposta di matrimonio.
Tuttavia,
con il tempo, Margaret si rende conto di aver frainteso quell'uomo così
determinato e legato alla sua famiglia e matura una sincera ammirazione
e un affetto sempre più profondo per quella persona che lotta per
tutelare i suoi diritti, facendosi carico degli oneri di un datore di
lavoro giusto e attento.
Interessante,
da questo punto di vista, seguire la silenziosa, ma efficace
mediazione, che inconsciamente opera la nostra protagonista tra Thorton e
Higgins, portandoli a conoscersi e ad apprezzarsi reciprocamente.
E
dopo tanto dolore, la malattia e la morte della madre, l'improvvisa
scomparsa del padre, la fuga precipitosa del fratello, per sfuggire
alla pena di morte, finalmente il lieto fine, con una Margaret ricca ed
indipendente, che può riscattare Thortone, punito per l'ennesima volta
dalla vita, per non aver voluto mettere a rischio gli stipendi dei suoi
dipendenti, investendo in una pericolosa speculazione, che si rivelerà
vincente.
Il Nord ed il Sud si incontrano a metà strada su un treno, che li porterà finalmente a casa.