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domenica 4 maggio 2025

Il mio nome è Farah: quando l'amore inaspettato fiorisce tra le ombre

Lo sapete, sono sempre a caccia di storie che mi facciano innamorare. Non accade spesso, ma ce ne sono alcune che mi entrano nel cuore e condividere con voi parte delle mie emozioni, mi sembra bello e inevitabile.



Adim Farah, Il mio nome è Farah, la potrete vedere presto su Canale 5.




Non temete, è una favola. Una di quelle che vi rapiscono il cuore, ma dovrete andare oltre l'apparenza.
D'altronde, la prima volta che ho visto Tahir ho pensato: "Non mi piace". Sono bastate una manciata di puntate e il "non mi piace" è diventato "Però...". Due settimane e, attaccata allo schermo, gridavo: "Ti amo!!!".
Engin Akyürek, che interpreta Tahir, non è l'ultimo arrivato. È considerato il migliore attore sulla piazza. Le dizi in cui ha recitato sono state vendute ovunque nel mondo e di lui si dice che non interpreta i personaggi, ma diventa ciò che l'autore ha creato sulla carta. Tuttavia, vi basterà seguire qualche puntata per capire che uno dei meriti di questo attore è saper scegliere personaggi e storie.
Tahir è un killer. Si guadagna da vivere uccidendo su commissione, ma da tempo è in crisi. Non vuole più farsi carico delle vite che toglie. Lo sanno tutti, anche il suo capo, l'uomo che lo ha "salvato" dal riformatorio. Uscire dal giro però non è facile. A meno che non si perda la vita. Ma il destino ha in serbo per lui qualcosa di molto speciale: una madre in fuga, disposta a tutto per salvare la vita di suo figlio.
Tahir ha il compito di ucciderla. Lui ci prova, lei lo fronteggia, lo scongiura, gli ricorda l'essere innocente che ha solo lei al mondo... L'uomo dalla fedina penale più lunga del rotolo di carta igienica tanto pubblicizzata tentenna, freme, si ostina a fare ciò che deve, ma gli occhi della madre gli ricordano quelli del bambino che vive isolato dal mondo e che, quando esce dalla sua camera, porta una tuta da astronauta. E senza che se ne renda conto si scopre padre, pur non essendolo mai diventato. E il sogno, morto il giorno in cui, per difendersi, ha ucciso l'uomo che ha amato come un padre, germoglia nuovamente. Forse, dopotutto, anche lui potrebbe avere una famiglia.
Farah farebbe di tutto per restare in vita. Lo deve a suo figlio. Ma essere testimone di un omicidio di mafia è una cosa grossa. Giura di tacere. Pulisce la scena del delitto con maniacale precisione, ma con vergogna ammette di aver pensato di farla finita. La sua vita era già difficile, ma da quando ha conosciuto Tahir la situazione è precipitata... I capi malavitosi la vogliono morta, anche se lei ha salvato la vita di uno di loro. E l'uomo che la scruta in silenzio, interrogandosi sui motivi per cui non riesce a eleminarla, non la tranquillizza per nulla. Eppure, quando lei ha bisogno... lui c'è! Lo ha dimostrato più volte e senza volerlo, passo dopo passo, è entrato nella sua vita sua e di suo figlio. Gli devono la sopravvivenza e molto di più. Ma si può amare un uomo che porta la morte?
Eppure in quegli occhi Farah scorge la vita e un dolore profondo che parla d'amore.