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giovedì 31 luglio 2025

Può un killer scegliere la vita?

 Può un uomo che ha ucciso – o che è pronto a farlo – fermarsi? Può provare, non una, ma due volte a togliere la vita a una donna… e non riuscirci? Non perché manchi di determinazione, ma perché lei parla, parla troppo, parla al cuore.


Farah non supplica per sé. Piange, sì, ma con dignità. Si appella a suo figlio. Quel bambino che Tahir conosce. Che in silenzio ha imparato ad amare. Un figlio che gli ricorda un sé stesso dimenticato, più piccolo, più fragile, più puro.

Tahir vorrebbe solo che lei tacesse. Ma Farah non è fatta per il silenzio. Gli offre una via d'uscita: diventare come lui, una criminale. Forse è l’unico modo per salvarsi.



Nei suoi occhi si accende qualcosa, un’idea, una speranza. Se lei entra nel giro, Ali Galip sarà soddisfatto. E lui, Tahir, non dovrà sporcarsi le mani. Non con lei. Perché, anche se non lo ammetterebbe mai, lui l’ammira. E quel bambino? Quel bambino gli piace. Gli ricorda chi era prima.

Ma Ali Galip è più sveglio di tutti. Ha già capito tutto con uno sguardo. Ha visto il modo in cui Tahir provava a difenderla. Sa che quella donna è un problema. Gli dice di non preoccuparsi, questa volta ci penserà qualcun altro. Ma Tahir si oppone. Lo farà lui. Deve dimostrare a se stesso di non avere debolezze. Ci riprova. Torna armato. Vuole finirla.


E invece... il destino interviene. Kerimşah sta male. Un killer dovrebbe fregarsene. Ma Tahir no. Perché ormai non è solo un killer.

Lei mente, lui lo sa. Eppure... Eppure qualcosa lo tiene fermo. In quel bosco, dove dovrebbe chiudere tutto, lei gli dice una verità che taglia più di un proiettile: sta per ammazzare due persone con un solo colpo.

E lì, finalmente, qualcosa si spezza. O forse si ricompone. Tahir capisce che se non riesce ad eliminarla… può aiutarla.

Lo fa per lei. Per Kerimşah. Per quel bambino dentro di sé che non ha mai avuto voce. Oggi Tahir sceglie la vita. Anche se sa che pagherà caro. Anche se disobbedire ad Ali Galip significa firmare la propria condanna.



Ma adesso è pronto. Perché ha visto uno spiraglio: una famiglia, una possibilità. E a volte basta questo per cambiare tutto.

martedì 29 luglio 2025

Io sono Farah: la nuova dizi di Canale 5

 Ho visto questa serie qualche mese fa in streaming e speravo davvero arrivasse anche da noi. Non vi dirò che è perfetta, perché non lo è. Alcune cose si potevano scrivere meglio, ma evito spoiler. Mi fido di chi mi segue da tempo e sa leggere tra le righe: credetemi, è un prodotto valido. La scrittura è solida, la fotografia curata, la regia efficace e la recitazione sorprendente.


I due protagonisti sono bravissimi, ma anche molti dei personaggi secondari si fanno notare. Alcuni sono davvero talentuosi.

In questi giorni si parla molto di Engin Akyürek, che interpreta Tahir. Non può che farmi piacere. Da quando l’ho visto in questo ruolo ho recuperato ben tre sue serie. Piaccia o no, è un attore straordinario. Lavora profondamente sui personaggi: non si limita a interpretarli, diventa quei personaggi.

Una nota personale: stamattina sono stata aggredita (verbalmente) da una persona per aver scritto che la bellezza di Engin non è stereotipata, ma discreta e presente. Secondo me chi ha occhio lo nota. Non è Can Yaman, non è Kıvanç Tatlıtuğ, ma di certo non è brutto. La sua bellezza non si impone, si scopre. Gli occhi, il profilo, la bocca, i capelli (che in “Io sono Farah” tiene rasati, ma conoscete la sua chioma?)... e poi l’altezza: un metro e ottantasette non è poco! In un mondo che spesso ci impone modelli estetici tutti uguali, dovremmo imparare a rispettare chi vede bellezza anche nei tratti meno convenzionali e coltivare questa virtù, senza sentirsi attaccati perché non si ha questo dono.



“Io sono Farah” è un buon prodotto. Può piacervi oppure no, ma resta fatto bene. Se avrà successo, sarò felice per chi l'ha realizzata.
Amo il personaggio di Farah, interpretato magnificamente da Demet Özdemir: è intensa, vera, struggente. Mi commuove. Per me è l'incarnazione perfetta della maternità. E Tahir... Tahir è uno di quei personaggi che ti restano nel cuore. Non so se nella vita reale esistano uomini così, ma credere che ci siano soggetti così profondi fa bene all’anima.


Se un giorno mi trovassi nella situazione di Farah (Dio non voglia!), avere al proprio fianco un Tahir Lekesiz sarebbe un grosso colpo di fortuna. Amarlo e essere ricambiati da lui sarebbe un dono immenso e Farah presto la penserà come me.

Scoprirete da soli il perché, se deciderete di guardare la serie. E se non lo farete, pazienza. Ma vi perderete qualcosa di fatto bene.


Ultima cosa: non leggerò più i commenti da “chiacchiere da bar” di certi telespettatori. Ognuno ha diritto alla propria opinione, certo, ma io preferisco riflessioni intelligenti, anche se diverse dalle mie.

sabato 19 luglio 2025

Un duca per Mezzanotte di Lyanne Quay

 Quando la penna è nobile quanto il duca.

Ci sono romanzi che si leggono con leggerezza, altri che si affrontano con pazienza, e poi ci sono quelli che ti portano dentro, anche quando non te ne accorgi. Un duca per mezzanotte di Lyanne Quay (pseudonimo dietro cui si cela Monica Montanari, autrice ed editrice colta e raffinata) è esattamente questo tipo di libro.


Lo ammetto: conosco bene la sua scrittura. Ne ho letti molti, e a volte – per via di uno stile ricco, terminologia alta e ritmo meno immediato – non sempre sono riuscita ad arrivare alla fine. Ma stavolta è stato diverso.

L’ambientazione ci porta nella Scozia del 1767, tra brughiere, porti isolati e chiese di pietra. Qui, Esther Brydon, giovane donna indipendente che apre una bottega tessile in un piccolo villaggio, incrocia il cammino del duca Justin Northall: affascinante, giusto, apparentemente fuori posto.

La loro unione non nasce da convenzioni, ma da un incontro insolito, quasi teatrale, che spezza ogni barriera sociale. Non è una grande epopea romantica, ma una storia ben strutturata, coerente, piacevole. E soprattutto, credibile.

Quello che rende questo romanzo speciale è proprio la mano dell’autrice.

La prosa è colta, curata, precisa. A tratti anche “difficile”, certo – ma sempre coerente con l’atmosfera e con la sua visione di letteratura. Non troverete scorciatoie emotive o scene costruite per “acchiappare”: troverete invece un rispetto assoluto per il lettore, e per il contesto storico.

E proprio sulla ricostruzione storica, posso dire: pur non essendo un’esperta del periodo, ho sentito ogni elemento al posto giusto. La tensione politica è sottile ma presente, i comportamenti sono per lo più credibili, e l’insieme funziona.

Un altro elemento che ho apprezzato profondamente è la sobrietà del tono romantico. Niente scene forzate, nessuna erotizzazione spinta: solo passione misurata, sguardi intensi, e qualche bacio sincero. Il tutto nel rispetto del contesto e del lettore.

In un panorama dove spesso si confonde sensualità con eccesso, Un Duca per Mezzanotte è una boccata d’aria pulita.

Esther è indipendente, decisa, anche un po’ moderna per la sua epoca. È vero. Ma nel romance questo è ormai un codice, e serve a far sentire le lettrici rappresentate. È una scelta consapevole, che funziona, senza rovinare l’equilibrio del racconto.

Il duca? Forse fin troppo perfetto. Gentile, servizievole, privo di vere ombre. Ma anche questo è un segno dello stile di Lyanne: i suoi uomini sono giusti. Sempre. E, in un’epoca di antieroi, ogni tanto fa bene leggere di uomini così.

Un duca per mezzanotte non è un romance qualsiasi. È un libro che richiede attenzione, ma restituisce emozione.

È scritto con cura, passione e cultura. È delicato, elegante, ben composto. E sì, mi ha conquistata. Nonostante le difficoltà iniziali, ho voluto sapere come andava a finire. E sono felice di averlo fatto.


Voto: 5 stelle piene *****

Per la scrittura. Per il rispetto del lettore. Perché ogni tanto è bello leggere un romanzo che non ti sottovaluta, ma ti coinvolge.

giovedì 17 luglio 2025

Rosa Camilli: una giornalista in erba e un cuore infranto

Rosa Camilli (interpretata da Nicoletta Di Bisceglie) è uno dei volti più amati de Il Paradiso delle Signore, la daily soap di Rai Uno che da ormai otto anni intrattiene i telespettatori del pomeriggio. Colta, idealista e affascinante, è entrata in punta di piedi nel grande magazzino, presentandosi come la nipote dell’amatissimo Armando Ferraris (Pietro Genuardi), il sindacalista più apprezzato dello show. Allontanata dalla scuola per le sue idee poco conformiste, ha accettato di lavorare come commessa e, poco dopo, ha trovato spazio anche in redazione, scrivendo articoli per il Paradiso Market, la rivista diretta da Roberto Landi.



La scorsa stagione ha segnato una svolta per Rosa, che ha assunto un ruolo centrale nella narrazione, attirando l’attenzione di uno dei “cattivi” della serie: Tancredi di Sant’Erasmo. L’interesse dell’editore ha risvegliato la gelosia di un altro volto molto amato, Marcello Barbieri. Rosa sembrerebbe incline a ricambiare le attenzioni dell’amico e coinquilino, ma Marcello è sentimentalmente legato alla contessa Adelaide di Sant’Erasmo, a cui deve gran parte del suo successo.



A maggio, delusa dalla freddezza dell’amico e dall’ennesimo inganno di Tancredi – a cui aveva concesso una possibilità – Rosa ha lasciato Milano per tornare a Bologna. La sua decisione, seppur comprensibile, ha deluso tutti coloro che speravano di scoprire come si sarebbe evoluta questa storyline. Le prime indiscrezioni parlavano di un mancato ritorno della “Venere” al Paradiso, ma le recenti foto dal set suggeriscono il contrario: Rosa Camilli sarà ancora con noi! Per noi sostenitori – me compresa – è un’ottima notizia. Ci sarà ancora spazio per la redenzione di Tancredi, o sarà Marcello a fare chiarezza nei suoi sentimenti?



Per ora, sono felice di sapere che potrò continuare a seguire questa storia, che lo scorso anno aveva già acceso il mio interesse.

E voi? Che ne pensate della vicenda di Rosa? La vorreste con Tancredi o con Marcello?


martedì 15 luglio 2025

L'attesa è finita: Liberty Rose ci riporta in Grecia con "Il sentiero dei passi perduti"

Siete pronti a un'ultima, indimenticabile avventura tra segreti, misteri e un amore che supera ogni confine? L'ultimo, attesissimo capitolo della saga "Mikos" di Liberty Rose è finalmente disponibile in preorder. "Il sentiero dei passi perduti" è più di un semplice romanzo: è una porta che si spalanca su un passato inesplorato e un futuro tutto da scrivere.




Il romanzo ci presenta Hanna, una donna che si trova a pochi giorni dalle nozze quando una foto misteriosa fa crollare ogni sua certezza. Una madre scomparsa e un passato nascosto la conducono su un'isola greca, dove il destino la attende in agguato.

Qui incontra Alexios, un uomo dal fascino oscuro e dai segreti profondi, e inizia un viaggio che la porterà a scoprire non solo la verità sulla sua famiglia, ma anche la sua vera identità. Il filo conduttore di questa storia è la misteriosa Yiota, una donna che ha lasciato un'ombra indelebile nella vita di chiunque l'abbia conosciuta. Quale legame unisce Hanna a questa figura enigmatica? E quali segreti si nascondono dietro la famiglia Karydakis?

Liberty Rose è un'autrice amata per la sua capacità di creare mondi narrativi ricchi di dettagli ed emozioni. Le sue storie non si limitano a raccontare un'avventura romantica, ma ci portano a esplorare temi come la famiglia, il destino e la scoperta di sé. Con "Il sentiero dei passi perduti" l'autrice chiude un cerchio narrativo, offrendo ai suoi lettori il gran finale che aspettavano.

Se siete amanti delle storie che uniscono sentimenti profondi, mistero e ambientazioni suggestive come la Grecia, questo è il libro che fa per voi. E per chi non ha ancora scoperto la saga, non c'è momento migliore per iniziare: l'intera serie è ora completa e pronta a essere divorata.


Non perdere l'occasione di essere tra i primi a leggere l'ultimo capitolo di questa storia indimenticabile.

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