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mercoledì 12 febbraio 2025

Cuore Selvaggio di Cardidad Bravo Adams e Maria Zarattini

 



Ci sono storie che arrivano dritte al cuore e si impongono, grazie anche alla televisione, nell'immaginario collettivo, passando da generazione in generazione.
Una di queste trame indimenticabili è quella di Corazon Salvaje della celeberrima Caridad Bravo Adams, che ha firmato grandi successi radiofonici e televisivi. La versione più famosa e amata è quella rivista dall'italianissima Maria Zarattini che per anni ha lavorato in Messico come sceneggiatrice di prodotti per la televisione, Cuore Selvaggio con Edoardo Palomo ed Edith Gonzales.




Dalla mente di Caridad Bravo Adams è nato l'indimenticabile personaggio di Juan Del Diablo, noto anche in Italia per la straordinaria interpretazione di Edoardo Palomo, a cui faremo riferimento per ricostruire il suo personaggio.




Figlio illegittimo, cresciuto senza genitori, vive di contrabbando e ha sostituito il nucleo familiare con i suoi uomini. Uno di quei personaggi leggendari, che vivono fuori dalle regole della società, ma portano con sé un bagaglio di valori che farebbe impallidire il più fervente rivoluzionario. Uomo di grande carisma, che ha un pessimo carattere, ma è anche molto generoso e attento ai bisogni dei deboli e delle donne. Un'autentico paladino della giustizia, che dà voce a chi non ne ha.





A questo personaggio così complesso la nostra scrittrice affianca una donna che all'apparenza è il suo opposto, nella tipica contrapposizione di Angelo e Demonio. Divertentissimi sono i dialoghi tra Juan e Monica, da noi nota come Beatrice.




Monica è cresciuta nella convinzione che sposerà il cugino Andrés e fin da piccola è stata educata per diventare un'ottima moglie. Così, quando il suo promesso si dichiara innamorato della più giovane e avvenente Aimée, la nostra protagonista si vede cadere il mondo addosso, ma da perfetta eroina, anziché combattere, si rinchiude in convento, salvo poi essere rifiutata dall'ordine religioso, per la mancanza di vocazione.
Ed in questa condizione di suora rinnegata che la conosce Juan.




L'ultima donna che avrebbe potuto attirare la sua attenzione, ma il destino, soprattutto se aiutato dalla fervida mente di una brava scrittrice, gioca strani scherzi, e così questi due personaggi così diversi finiranno con l'innamorarsi perdutamente, ma prima di coronare il loro sogno d'amore, dovranno superare mille ostacoli, come da tradizione.





Il protagonista assoluto della storia è comunque lui, Juan Del Diablo. Figlio bastardo di un proprietario terriero cresce senza l'amore di una famiglia, vivendo di contrabbando.
Il suo spirito libero, insofferente alle regole e le sue attitudini al comando ne fanno il punto di riferimento dei suoi uomini, che sanno di poter sempre contare sul suo aiuto e gli sono fedeli e leali fino alla morte.




Juan, dicevamo, conosce le sue origini. Il patrigno lo ha privato della dignità di un cognome, perché sua sua moglie lo ha generato fuori dal matrimonio con un ricco proprietario terriero, e per questo, non avendo un regolare riconoscimento, al paese lo conoscono come il figlio del Diavolo.

Un giorno, però, un uomo lo viene a cercare. È un signore distinto, un ricco proprietario terriero, che lo porta a vivere nella sua tenuta e lo sollecita a fare amicizia con suo figlio.

Juan è un ragazzo sveglio, abituato alla strada e non tarda a comprendere l'identità di quell'uomo, ma la sorte vuole che muoia prima che possa riconoscerlo e la vedova ne approfitterà per scacciarlo dalle sue proprietà.

L'avvocato Noel Mansera, amico intimo del padre e legale della famiglia Alcázar y Valle, si offre di dargli il suo cognome, ma Juan rifiuta, perché non vuole la pietà di nessuno e tanto meno quella del giovane, Andrés, che durante la sua permanenza nella tenuta lo seguiva come un cagnolino. Dopo la morte del padre è stato spedito in Europa, insieme alle cugine, Monica e Aimée e ora che è tornato, lo cerca per mantenere fede alla promessa fatta al padre, prendendosi cura di lui.

Come se potesse accettare l'elemosina di un patrimonio che in realtà spetterebbe anche a lui. Come reagirebbe il signorino alla notizia che lui, Juan Del Diablo, è in realtà suo fratello?








Certo, non è stato lui a cacciarlo di casa, dopo la morte improvvisa del proprietario della tenuta, né è stato lui ad impedire al padre di riconoscerlo, ma comunque siano andate le cose, oramai sono troppo diversi per trovare un punto di accordo.
Un bastardo, sarà sempre un bastardo e anche se lui si offre di aiutarlo, non potrà mai accettarlo per quello che è veramente. Meglio che ognuno prosegua per la sua strada.

Peccato però che Juan non sappia che quella bellissima aristocratica, la contessina Aimeé de Altamira, che lo spia di nascosto, mentre si fa il bagno, è la cugina di Andrés e la futura moglie del giovane Alcázar y Valle. Juan le si avvicina e tra i due nasce una relazione.






Finalmente qualcosa di bello e pulito arriva ad alleviare le sue ferite, almeno così pensa, mentre organizza il suo ultimo viaggio per mare, prima di tornare a terra e dedicarsi al esclusivamente commercio, come un ricco signore di città.
Aimée è come lui, priva di pregiudizi, di regole convenzionali e straordinariamente bella ed elegante. Non ci sono ostacoli reali alla loro relazione, perché lei lo ama e lo aspetterà, glielo ha promesso. Le convenzioni sociali sono delle sciocchezze a cui i ricchi hanno fatto ricorso per darsi delle regole, per guardare dall'alto al basso gli altri.
Convenzioni sociali e perbenismo gli riportano alla mente Monica, la sorella maggiore di Aimèe che lo affronta con piglio battagliero, chiedendogli di stare alla larga da sua sorella. Ma la si può considerare un ostacolo? Una che preferisce rinunciare alla vita, per chiudersi tra quattro pareti di un convento? Ma perché dovrebbe farlo, una donna bella e giovane come lei?



Lo scoprirà suo malgrado al ritorno dal suo viaggio. Il rientro è stato ritardato per i soliti problemi, che si possono incontrare svolgendo l'attività di contrabbando, ma nulla di preoccupante. Felice di rivedere la sua amata, scopre che lei non c'è e che tutti cercano di nascondergli qualcosa. Ma cosa?
La contessina Aimée De Altavilla si è sposata con il giovane Alcázar y Vallee e sono tutti alla tenuta per il matrimonio.


Quella sgualdrina di una pseudo contessa lo ha ingannato per tutto questo tempo e mentre condivideva con lui il suo letto, usava le sue grazie per sedurre anche Andrès Alcázar y Valle, convincendolo a sposarla, assicurandosi così una posizione economica ed un cognome di tutto rispetto.
Non avrà nessuna pietà si dice, mentre in sella al suo cavallo raggiunge la tenuta di suo padre. A fermarlo, prima dell'ingresso è Monica, la sorella in procinto di farsi suora, che stranamente non indossa il velo e lo scongiura di non commettere una follia!



Ma è quello che farà, perché nessuno potrà rubargli la sua donna, tanto meno quel damerino di suo fratello, che dalla vita ha già avuto tutto.
Nonostante gli iniziali intenti, Juan si rende conto, che deve mantenere a freno i suoi spiriti bollenti, se vuole vincere quella battaglia. A dire il vero, è confuso. Aimée appena lo vede sviene per la sorpresa e la paura, mentre suo fratello lo accoglie a braccia aperte, come se tra loro non esistesse alcuna ostilità e gli offre il posto di amministratore della tenuta, in nome della loro vecchia amicizia.





Chi sembra sinceramente preoccupata e determinata ad evitare una tragedia è "Santa Monica", sostenendo che è per il bene di sua sorella, ma soprattutto per il povero Andrés... Lui non ha colpe, perché è stato ingannato come tutti loro.
Juan vorrebbe agire come al solito, prendendo di petto la situazione, ma c'è qualcosa in quella donna, dall'apparenza angelica, che lo spinge a restare in silenzio e ad aspettare l'evolversi degli eventi.
E' evidente, che nella tenuta, soprattutto tra i domestici, la sua comparsa ha creato non poco scompiglio. Non passa inosservata la sua somiglianza con il defunto Francisco Alcázar y Vallee e la vedova Sofia farebbe di tutto per toglierselo nuovamente dai piedi, perché teme che il figlio possa venire a conoscenza del legame di sangue che li unisce.


La permanenza alla tenuta, dopo l'iniziale sorpresa, è molto gradita alla giovane e bella sposina, che spera di riprendere la relazione interrotta, con l'aitante Juan.
Juan non è insensibile al richiamo della carne ed ha sempre pensato che Aimée gli appartenesse, ma qualcosa si è rotto tra loro e sua sorella Monica fa di tutto per impedire che riallaccino il vecchio legame, fino al punto di offrirsi in moglie ad un uomo senza cognome, come Juan Del Diablo.




Juan è diffidente, ma è anche lusingato. Le settimane trascorse alla tenuta gli hanno permesso di scorgere sotto l'apparenza la sostanza dei vari personaggi che lo circondano. Andrès Alcàzar y Vallee è un giovane e ricco proprietario terriero, cresciuto sotto la protezione asfissiante si sua madre, che non viene lasciato libero di pensare ed agire da solo. Sofia, la fredda e calcolatrice matriarca, è impegnata invece a mantenere sotto controllo la vita di tutti, inclusa quella della debole e succube Contessa, che utilizza per cercare di tenere a bada le due giovani figlie, la frivola e civettuola Aimée e la sensibile ed intelligente Monica.
Dietro quella donna così timida ed impaurita si nasconde una donna energica e determinata, che conosce la pietà ed il perdono, che sa amare e sacrificarsi per gli altri.
La sua offerta di sposarsi con lui lo sorprende e lo mette sulla difensiva, perché Monica sa che è figlio di Francisco Alcàzar y Vallee ed è consapevole che presto porterà il cognome del dottor Mansera, se non addirittura quello del padre, se riusciranno a convincere Sofia. Nonostante tutto, accetta la proposta della contessina e chiede formalmente la sua mano.


La notizia sconvolge tutti. Il perbenismo imperante fa si che un uomo come Juan sia ben accetto ed elevato al rango di amministratore, fino a quando non voglia equipararsi a loro, sposando una nobile. Juan resta a guardare con distaccato cinismo, la caparbietà e la determinazione della futura moglie, che cercando di salvare Andrés di cui è segretamente innamorata, finisce tra le sue braccia.



Nonostante tutto, Juan scopre per la prima volta che quella donna all'apparenza così fragile nasconde una sua forte volontà e che la persona che ha sposato è in realtà una persona non solo dolce, ma anche appassionata, leale e buona, nel senso più puro profondo del termine. In poco tempo, il pirata, ritirato a vita privata scopre che la donna della sua vita, quella che potrebbe conciliarlo con il monto, è lei Monica De Altamira. Sempre che il suo repentino innamoramento non sia solo frutto dell'attrazione fisica che provano l'uno per l'altro.
Ma giorno dopo giorno, nonostante la sua divorante gelosia, Monica si conferma tenera, appassionata e completamente innamorata di lui e solo di lui. Andrès e la sua infatuazione per lui sono solo un lontano ricordo.
Juan si lascia andare e capisce che ha trovato la forza positiva che vincerà il suo cuore selvaggio, riconciliandolo definitivamente con il mondo, tornando in pari con la vita.
Se tanto gli è stato tolto dall'infanzia, altrettanto gli è stato restituito con Monica e con la possibilità di ricostruirsi una famiglia con lei.




Il tenebroso e volubile pirata, si rivela un marito intelligente e sensibile, una persona di straordinaria modernità, che coinvolge la moglie nelle sue decisioni, spingendola ad esprimere sempre le sue opinioni e i suoi sentimenti, fino anche allo scontro, nel rispetto più totale.
L'apparente mancanza di modi, così importante nella società dei primi del Novecento, si rivela una patina falsa e ingannevole, sotto cui si nasconde un uomo di gran cuore, che tratta i suoi dipendenti con dignità e stima, rivendicando pari sentimenti, che nel contraccambio sono espressi in lealtà e dedizione.





I problemi non mancano e Juan si rivela un personaggio sempre in lotta contro il mondo, per riavere il suo cognome, che ora ha un valore ancora più alto, perché lo unisce legalmente alla donna che ama e poi contro il suo stesso fratello, che scoperta la natura della relazione tra sua moglie ed il fratellastro decide di vendicarsi, cercando di rubargli Monica.




La furia di Juan è inarrestabile, farà di tutto per ottenere quanto si è faticosamente conquistato e non permetterà a nessuno di prendersi l'amore di Monica, l'unica donna che abbia veramente amato in tutta la sua vita.
Juan è un vulcano in continua attività, pronto ad esplodere e a trascinare con se tutto quello che trova sulla sua strada, ma è anche un uomo buono, come ripetono a tutti l'avvocato Mansera e la moglie Monica e così, con il terremoto che sconvolge Campo Real, Juan si ritrova faccia a faccia con quel fratello minore, che si è sempre sentito in competizione con lui, nonostante la vita gli abbia sempre dato tutto quello che all'altro era stato tolto.
L'odio di Andrès per il fratello è così intenso, che lasciarlo morire sotto le macerie sarebbe facile, ma Juan non se lo perdonerebbe mai. E così gli salva la vita, con la speranza che le cose tra di loro un giorno si possano chiarire, perché lui non desidera altro, che ritrovare la sua Monica, persa durante il terremoto e riconciliarsi definitivamente con il mondo.
Con la consueta caparbietà si lancia alla ricerca della donna che ama e nonostante ci siano poche speranze di ritrovarla viva, lui inizia una nuova battaglia con il destino, fino a quando non la ritrova e può finalmente riabbracciarla.





La vita è una ruota, che scompiglia le cose per poi rimetterle in ordine. Tutto torna al punto in cui queste hanno avuto inizio e così, dopo che anche Andrès si riavvicina al fratello, consapevole che il suo odio nei confronti di quell'uomo messo così a dura prova dalla vita, aveva origine nel senso di inferiorità che lo aveva accompagnato in tutti questi anni, tutto si predispone, per la ricompensa e la meritata serenità.

Per chi mi conosce, sa che scrivo. Bene, a questa storia ho dedicato un romanzo, molto liberamente ispirato a Cuore Selvaggio, che si chiama "La duchessa & il boss" d. Ambientato negli anni Cinquanta a Napoli, che è un omaggio al nostro  Lo trovate su Amazon in cartaceo e in ebook. Vi lascio il link, per leggere l'estratto e valutarne l'acquisto: La duchessa & il boss.

martedì 11 febbraio 2025

Hercai: amore e vendetta


Che sono un'appassionata di telenovelas lo sapete e neanche la lingua mi ferma (diciamo così...). La mia preferenza resta per il mondo latino, ma negli ultimi mesi ho conosciuto le dizi turche e devo dire che hanno degli elementi apprezzabili. Uno tra questi è il ritmo della narrazione, spesso incalzante.




Ne accadono davvero di ogni e non indugiano mai troppo su una situazione. Questo per me è un grande merito, perché mi annoio presto.

D'altro canto, per noi occidentali, le scene di sesso sono pochissime, quasi inesistenti. Tutto è sempre molto sfumato, ma in compenso le dizi turche puntano molto di più sulle scene romantiche, sulle dichiarazioni da togliere il respiro e su un'attenzione all'altra persona che va oltre la semplice attrazione fisica. Insomma, se siete un po' celebrali come me, riuscirete ad apprezzarle, senza problemi, perché l'amore ha mille sfaccettature e, se sai raccontarlo, ti basta suggerire, senza mostrare.




Detto questo, dopo aver interrotto Endless love con l'avvicinarsi del finale, per me assai indigesto, anche se molto coerente con la narrazione creata fin dal primo episodio, mi sono appassionata a un altro prodotto turco, trasmesso in Italia da Real Time, che meriterebbe, davvero, maggiore visibilità, perché ha tanti meriti, di cui vi parlerò di seguito. A chi mi riferisco? Ma a Hercai! Una storia d'amore e di vendetta.




Per chi non lo sapesse, Hercai, la dizi, è liberamente tratta dall'omonimo romanzo della scrittrice turca Sümeyye Ezel.


 

Il gancio è potentissimo: un uomo sposa con l'inganno una giovane e ingenua donna e, dopo la prima notte di nozze, la ripudia, ma si accorge di essere perdutamente innamorato di lei.
Se tutto ciò accadesse nel mondo occidentale, poco male. L'uomo verrebbe definito con una valanga di epiteti poco carini e lei, prima di fidarsi di un altro uomo ci penserebbe due volte. Ma Reyyan non vive a Roma o a Londra. Non risiede neppure a Istanbul, come l'autrice del romanzo. Vive nella lontana e incantevole, Myat, nell'Anatolia, dove la tradizione vuole che, se una ragazza viene restituita alla famiglia, dopo la prima notte di nozze, significa che qualcosa di grave ha commesso e l'onta ricade su tutta la stirpe.



La povera Reyyan, però, non ha nessuna colpa. A meno che non si consideri tale l'essersi perdutamente innamorata del giovane e avvenente socio della famiglia che, dopo averla soccorsa per strada, l'ha chiesta in moglie, ottenendo il permesso di frequentarla, in attesa delle nozze.
Non è dello stesso parere il marito, Miran Aslabey, che per portare a termine la sua missione, ha per lungo tempo intrattenuto rapporti commerciali con la famiglia di Reyyan, sotto falso nome. Ai suoi occhi, Reyyan ha una grandissima colpa: è la figlia di Hazar Şadoğlu, l'uomo che ha violentato sua madre, prima di ucciderla, insieme a suo padre. 
Quando la verità viene rivelata, con spregio, alla famiglia è troppo tardi. I Şadoğlu hanno già condannato a morte Reyyan e Miran si è appena reso conto di non poter più vivere senza sua moglie.
La prima stagione della serie è un vortice di eventi al cardiopalma, durante i quali, Reyyan attraverserà l'Inferno e nella sua costante ricerca dell'oblio, per non soffrire più, avrà alle calcagna quello che dovrebbe essere il suo aguzzino, determinato, invece, a dimostrarle che dedicherà la sua intera esistenza a renderla felice.



E se la prima stagione si conclude con una risposta su un perdono che non si sa se sarà accordato, la seconda servirà a costruire un rapporto che è assetato di fiducia e verità.
La terza stagione, invece, quella conclusiva, servirà a far venire al pettine tutti i nodi ancora non sciolti, permettendo a un personaggio complesso e ben caratterizzato come Miran di essere finalmente e pienamente se stesso: un uomo buono, giusto, capace di perdonare e soprattutto di amare.
Non scendo in particolari, per non fare spoiler, ma se il nucleo centrale è ben costruito, interessante e ben scritto, con il prolungarsi della serie qualche filo viene meno, complice anche il Covid. Personaggi introdotti e poi fatti sparire, senza valide giustificazioni nella trama, lungaggini senza senso, soprattutto con l'ultima cattiva, e situazioni che sfidano la fantasia più sfrenata, che portano questa serie dal dieci inziale a un sette pieno. 



Il voto resta alto, perché c'è tanto che funziona. Innanzitutto Miran. Nella serie è il personaggio meglio costruito, un antieroe che ha dalla sua una profonda umanità. All'inizio Miran mi ricordava il tipo protagonista dei Romane, bellissimo, freddo, apparentemente cinico, con quei modi da "io non devo chiedere mai", ma poi si rivela un uomo, con tanti pregi e altrettanti difetti, che affronta davvero un'altalena di emozioni, fino a quando non troverà finalmente un suo equilibrio, andando incontro alla sua vera natura. A parte Miran, l'idea della vendetta che si ritorce contro chi l'ha alimentata per tanti anni, mi sembra una trovata riuscitissima. Gli attori, poi, sono bravissimi, dal protagonista alla piccola Gül . Meravigliosa la fotografia. In questa serie è superlativa, da film. E vogliamo parlare della musica? Da Oscar. Le location scelte sono da perderci il cuore.
Scene di sesso inesistenti? Sì, ma nessuno saprebbe parlare meglio d'amore.
E Reyyan? Non dico nulla su di lei? Reyyan è la tipica protagonista delle serie televisive di lunga durata: bella, buona e giusta. Ha una capacità di perdonare che è rara ed io sono una che apprezza, ma alla fine il suo personaggio resta statico. È la spalla perfetta per Miran, ma lei non ha un'evoluzione. Dall'inizio alla fine resta se stessa. Ed è perfetta così, perché lei rappresenta il faro verso cui guarda Miran, l'unica che può regalare al protagonista la tanto agognata felicità, perché lei è ciò che Miran ha sempre voluto essere. Ed ecco che il famoso "Non c'è Miran, senza Reyyan" assume un senso profondo, che va oltre le parole.
Fidatevi, se vi capita a tiro, non fatevela sfuggire e quando Miran si alza in piedi, dopo aver ricevuto delle pallottole, riuscendo anche a portare in braccio la sua amata, lasciate correre. Pensate che sia un po' una fiaba, perché il resto vale la pena.