Buongiorno amiche di Leggo Rosa.
Lo sapete, ogni tanto mi invento qualcosa... Una pagina al giorno un estratto dai miei romanzi che corrisponde al calendario. Oggi ne abbiamo cinque? Bene, sfogliamo "Prendimi al laccio" e scopriamo a che punto della storia siamo. Poiché le prime pagine sono occupate da indice e varie, iniziamo il conteggio dall'inizio del romanzo... La cinque corrisponde alla pagina dodici del cartaceo, nuova versione. Per chi volesse controllare.
Prima di tuffarci nel testo di oggi, ecco a voi la trama:
🔥 Passione, battibecchi, tequila e seconde possibilità nel cuore del Messico! 🔥
Ana Alvarez ha sempre sognato Hollywood, ma la sua carriera d’attrice è un disastro… proprio come la sua vita sentimentale. Dopo aver sorpreso il suo potente ex tra le braccia di un’altra, torna a Guadalajara con un cuore spezzato e un trolley glitterato. Ma suo padre ha deciso: basta privilegi. Se vuole rimettersi in piedi, dovrà trasferirsi a Santiago de Tequila e lavorare… per Demetrio Torres.
Lui, l’uomo che una volta ha desiderato più di ogni altro. L’unico che lei ha respinto senza voltarsi indietro. E che ora è il suo nuovo capo.
Demetrio non ha mai dimenticato Ana, né il modo in cui lo ha lasciato senza spiegazioni. Ritrovarsela tra i piedi è l’ultima cosa che vuole, ma dire di no a Enrique María Alvarez, l’uomo a cui deve tutto, non è un’opzione. Ora sono costretti a lavorare fianco a fianco, tra litigi, attrazione e vecchie ferite pronte a riaprirsi. Ma quando la scintilla tra loro torna a bruciare, Ana dovrà chiedersi: ha finalmente trovato il suo posto? E Demetrio? Rischierà di nuovo il cuore per l’unica donna che lo ha sempre mandato in tilt?
🌶 Un romanzo autoconclusivo della serie Latinos, perfetto per chi ama le storie d’amore intense, frizzanti e indimenticabili.
Se può essere nelle vostre corde, ecco la pagina di oggi:
(...)
si piegò nelle spalle.
Ana si guardò intorno con aria divertita. «C’è una telecamera nascosta da qualche parte?». I suoi occhi passarono in rassegna l’elegante salotto, dominato da un’isola di divani in pelle scura e cuscini colorati. «Come se io potessi davvero lavorare per quello...». Nervosa, si scostò una ciocca di capelli dal viso. «Papà, lo sanno tutti che Demetrio ed io non…», si morse un labbro. «Non andiamo d’accordo».
«Un’occasione in più per dimostrare a te stessa quanto sei in gamba!».
«Non dire sciocchezze!». La ragazzina pestò i piedi, con aria di sfida. «Demetrio Torres è un semplice capataz, o se preferisci, un sorvegliante di operai, mentre io sono…».
«Mia figlia», concluse al suo posto, con tono indulgente, ma le bastò un’occhiata per capire che non c’erano margini di trattativa. «Se vuoi continuare a vivere sotto questo tetto, dovrai scegliere tra le due opzioni che ti ho offerto».
Ana si alzò di scatto, i tacchi che rimbombarono sul pavimento. «Tra un mese lascerò questa casa. E non tornerò mai più», gli promise, con voce rotta dal pianto, voltandogli le spalle.
Enrique s’impose di non seguirla. Dopotutto, Ana era un’Alvarez, e gli Alvarez non si arrendevano mai.
«In un modo o nell’altro, se la caverà».
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