C’è un momento, nella vita di ogni lettore, in cui un libro si insinua sotto la pelle. Il sentiero dei passi perduti è uno di quei romanzi che non si leggono soltanto: si attraversano, come si fa con i ricordi, le radici, i segreti. E alla fine non si è più gli stessi.
Hanna ha tutto: un matrimonio imminente, un equilibrio costruito con cura, una vita che sembra aver preso la giusta direzione. Ma tutto cambia quando riceve una fotografia che svela un’assenza e, con essa, un’intera storia mai raccontata. In quell’immagine si cela una madre scomparsa, un passato sotterrato, e una voce silenziosa che la chiama da un’isola greca. È lì che comincia un altro viaggio: non solo verso una terra lontana, ma dentro sé stessa.
Mikos non è un luogo qualsiasi. È memoria, mistero, vento salato, luce che svela e confonde. È un’isola che trattiene i destini di chi la attraversa, e che qui diventa teatro di un ritorno necessario. Ad aspettarla c’è Alexios, un uomo segnato, sfuggente, che conosce troppo bene il dolore del silenzio. E poi c’è Yiota: la donna che tutti ricordano, ma nessuno sa raccontare fino in fondo. Un’ombra che ancora plasma il presente, che vive nelle parole taciute, nei gesti trattenuti, negli occhi di chi ha amato e perso. In questo intreccio di identità smarrite, di verità che lacerano e liberano, Hanna inizia a comprendere chi è davvero.
Liberty Rose non racconta una semplice storia d’amore. Racconta la frattura tra ciò che ci è stato detto e ciò che abbiamo dimenticato, la tensione fra la scelta di restare e il bisogno di cercare. Con una prosa evocativa, mai banale, porta il lettore dentro l’anima dei suoi personaggi, svelandone le paure, le colpe, i desideri repressi. Lo fa con delicatezza e coraggio, accendendo la narrazione di sfumature emotive profonde, di silenzi eloquenti, di battiti trattenuti.
In un panorama dove il romance si accontenta spesso della superficie, questo romanzo invita a scendere in profondità. Perché non c’è amore senza verità. Non c’è passione senza memoria. E non c’è futuro, se non si ha il coraggio di fare i conti con ciò che è stato. I temi dell’identità, dei legami familiari, delle madri perdute e dei fratelli ritrovati vibrano in ogni pagina. L’amore tra Hanna e Alexios non nasce dall’attrazione facile, ma dalla riconoscenza reciproca tra due anime sopravvissute. È una connessione che brucia lentamente, scavando sotto la pelle, senza promesse vuote ma con una potenza che resiste al tempo e al non detto.
Per chi ha seguito la saga Mikos fin dall’inizio, questo è il ritorno a casa che aspettava. Ma Il sentiero dei passi perduti può essere anche un perfetto primo passo per chi ancora non conosce questa serie. Perché ogni romanzo di Liberty Rose ha una sua autonomia emotiva, e questo capitolo finale è capace di incantare anche da solo. Eppure, dopo averlo letto, il bisogno di scoprire tutto il percorso precedente diventerà quasi inevitabile.
Con questo ultimo volume, Liberty Rose chiude il cerchio con un’abilità rara: non solo regala un epilogo coerente e potente, ma invita il lettore a ripensare l’intera saga in una nuova luce. È un romanzo che sa quando restare in silenzio e quando far tremare le fondamenta, che non teme le zone d’ombra e sa restituire dignità a ogni frammento di verità.
Il sentiero dei passi perduti è, a tutti gli effetti, un romanzo che lascia il segno. Per chi cerca emozioni vere, per chi ama storie che parlano di famiglia, identità, amore e perdita. Per chi non ha paura di perdersi un po’, prima di ritrovarsi davvero.
★★★★★ – Un romanzo che incanta, commuove e lascia il segno.
Un epilogo intenso, sensuale e potente che chiude la saga Mikos con grazia, profondità e verità.
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