Translate

domenica 6 novembre 2016

LEMONADE di Nina Pennacchi


Oggi ho voglia di parlarvi di un romanzo letto un po' di tempo fa che mi ha lasciato alquanto turbata, anche se in definitiva  è riuscito a catturare la mia attenzione al punto tale che ancora oggi lo ricordo con un misto di attrazione e repulsione. Si tratta di LEMONADE di Nina Pennacchi.  Mi sono ritrovata per caso a leggerlo, in una fase in cui il protagonista bello e dannato esercitava una sorta di potere su di me e questo racconto ci offre una figura maschile, oscura e potente, che si allaccia a tutte le fascinose figure di un romanzo gotico.


La  Pennacchi comincia il suo romanzo come possono iniziare tanti del genere, con un bambino che ha vissuto un trauma che lo segnerà per tutta la vita, ovvero la morte prematura e terribile della madre. Da questa esperienza si sviluppa il desiderio ossessivo di Chistopher Davenport di vendicarsi di colui che reputa responsabile di tutte le sue disgrazie, ovvero l'aristocratico DeMercy.


La nostra eroina romantica invece è  Anna Champion, che vive una vita umile in un tipico paesino della campagna del Kent, nel 1826.  Anna, che ha perso anche lei la madre, si prende cura dei fratelli più piccoli e del padre malato con il solo aiuto della governante. A rallegrare la sua vita grigia c'è l'amicizia con la splendida ereditiera Lucy e l'amore segreto per Daniel DeMercy, aristocratico compagno d'infanzia delle due ragazze. Quando Christopher Davenport arriverà in paese il destino di Anna ne sarà completamente stravolto.



Il loro rapporto inizia all'insegna dell'antipatia e del'astio. Lui la giudica una semplice arrampicatrice sociale, lei un bruto arrogante che le ha volutamente versato un bicchiere di limonata (quella del titolo, ma deduco anche un riferimento al loro rapporto alquanto aspro) sul suo vestito durante una festa. La tensione del loro rapporto cresce violentemente, abilmente narrata dalla scrittrice, fino ad esplodere in una scena memorabile, quella della biblioteca, dove Anna sarà costretta ad umiliarsi e Christopher, lungi dal essere vincitore, si perderà completamente in un bacio rubato inizialmente più per rabbia che per passione.


L'oscuro Davenport è giunto a Coxton  mosso dal segreto intento di mandare in rovina Leopold DeMercy, il padre di Daniel. In un primo momento, Christopher è convinto che Daniel sia interessato alla ricca e spigliata Lucy, ma quando scoprirà che l'oggetto d'amore del giovane è proprio Anna, la donna che stranamente riesce ad accenderlo e stravolgerlo, la reazione dell'uomo sarà imprevedibile, distruttrice ed irrimediabilmente segnerà la vita della giovane per sempre.


Anche se alcuni temi trattati dal romanzo sono alquanto aspri e poco digeribili, l'autrice non arriva a toccare le esagerazioni di SCHIAVA PER VENDETTA, regalandoci invece un racconto con un protagonista più solido e psicologicamente approfondito, con una scrittura attenta, intelligente ed acuta che apre uno squarciato sull'anima di Davenport, profondamente ferita dalla tragica morte della madre e dai primi anni vissuti in un bordello fino alla sua fuga disperata.


Per Christopher il colpevole di tutti i suoi patimenti è il padre  biologico, ma allo stesso tempo è giunto alla conclusione di non essere capace di amare, sminuendo completamente il mondo intorno a lui, come se non volesse dargli valore per motivare la sua incapacità. Così Anna diventa per lui brutta, scialba, insignificante e stupida. Ma se la sua mente cerca di combattere, il suo istinto lo porta a pensare a lei ossessivamente, tanto che difronte alla possibilità di perderla, impazzisce completamente e la trascina nella sua oscurità.


Parlare di LEMONADE come un romanzo d'amore è alquanto difficile, soprattutto se si pensa al modo in cui Christopher tratta Anna per buona parte del romanzo. Anche se l'abile scrittura dell'autrice riesce comunque a far filtrare l'amore che lui prova per lei, anche se lui continuamente lo nega anche a se stesso.  Il cammino della redenzione sarà duro e difficile, ma pian piano Christopher scoprirà di non essere capace di fare del male a chiunque, indiscriminatamente. Questa sicuramente sarà una lezione d'amore.



Onestamente una certa amarezza per il finale mi è rimasta, soprattutto perché la mia natura vendicativa chiedeva il trionfo di Christopher sul suo nemico, ma con una logica meno passionale e più analitica bisogna dire che la vera vittoria è giungere a capire di non essere in fondo  la creatura oscura che pensava di essere e da qui la redenzione e la dichiarazione, con il ritorno da Anna e la richiesta di perdono, con l'assunzione di colpa. Ma possibile, mi chiedo, che DeMercy, creatura rozza ed oscura, squallida e tristemente banale nella sua malvagità possa rimanere impunita? E la bella Lucy a chi aprirà il suo cuore? Al deluso Daniel o al simpatico cugino di Christopher? Mai come in questo caso si desidera un seguito che credo ancora non sia stato scritto. Romanzo, comunque, che nel bene o nel male decisamente cattura.



FRASI TRATTE DAL ROMANZO

E l’odio, quando non è ricambiato, fa soffrire quanto l’amore, è inevitabile.

*****

Ripensò a sua madre, che non era stata seconda, ma millesima, milionesima, ennesima. Sua madre – quel povero zero nella somma del mondo.

****

Quando il tempo fa il suo mestiere, pensò Christopher, agli uomini non resta che vederne appassire i frutti.

****

Vostro padre mi ha nominato tutore dei vostri fratelli, e dei suoi beni.» Non suonava neppure male, no? Forse si stava preoccupando per niente. Anna l’avrebbe presa benissimo. Benino, almeno. Maluccio, in verità.

****

Christopher non rispose subito. Era stato preso di sorpresa, quell’uomo che sapeva sempre cosa fare in guerra, e che poi era così impacciato in pace.

****
Il rimorso è come vedere il cielo ed essere all’inferno.  (Edward George Bulwer Lytton)

****

Quell’uomo, che era sempre stato acuto e robusto, ora faticava a camminare, a parlare perfino – proprio lui che, quando era bambina, la sollevava come fosse un fuscello e, mettendola di traverso sulle proprie spalle, la faceva roteare senza sforzo, mentre lei, con gli occhi chiusi, apriva le braccia e sognava di volare.

****

Sai cosa si dice dei volti nuovi: che nascondono vecchi inganni.

*****

Il ricordo è l’unico paradiso dal quale non possiamo venir cacciati. (Jean Paul Richter).

Nessun commento:

Posta un commento