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sabato 22 ottobre 2016

UN CONTE DA SEDURRE di Christine Merrill


La maggior parte dei romanzi rosa ci racconta una storia di un incontro, un innamoramento (passionale o spirituale), di una strada disseminata di ostacoli e del coronamento dell'amore spesso con un grande matrimonio che celebra il trionfo dell'amore. Questi libri in qualche modo raccontano da noi "bambine cresciute" la favola di cenerentola (regalandoci anche elementi "hot" che la nostra natura cresciuta in qualche modo esige). Quasi mai affrontiamo il dopo favola, ovvero quella vita dopo le nozze. Ovviamente è un criterio piuttosto generale basato sulla media. Ogni tanto però il matrimonio arriva durante il racconto, o addirittura prima, come nel caso di UN CONTE DA SEDURRE.


Non avevo ancora letto niente di Christine Merrill e, pur avendo una decina di autrici a cui a volte mi affido con piacere e compiacimento, mi piace sperimentare anche stili nuovi che possano regalarmi qualche minimo di sorpresa, e quindi ho affrontato questo nostro incontro piuttosto ben propensa a trovare un'altra "amica" da aggiungere alla mia lista personale.


Il plot è sicuramente l'elemento di forza su cui la Merrill costruisce il suo racconto, regalandoci una vicenda dove il capovolgimento della situazione da un certo respiro. Lady Emily è sposata da quasi tre anni con Adrian. Lui era il miglior amico di suo fratello e il vicino di casa conosciuto da sempre. Ragazza timida ed impacciata, aveva accolto con gioia ed emozione l'ipotesi delle nozze: un matrimonio combinato, sfociato in maniera naturale, come tanti dell'epoca.



Adrian, dopo solo poco tempo, le aveva lasciato la gestione delle sue proprietà, trasferendosi a Londra per condurre una vita dissoluta e oziosa, tipica di tutti i nobili. Quando il romanzo inizia, Emily è assediata dal cugino del marito, che non avendo più incontrato Adrian, sospetta che il parente possa essere malato o addirittura morto e che la vedova abbia inscenato una storia per coprire la dipartita e continuare a gestire le proprietà che gli spettano di diritto, in quanto erede più prossimo del conte.


Stanca di essere la moglie dimenticata, Emily decide di partire per la capitale, decisa ad affrontare l'uomo che non vede da anni e di rivendicare un suo ruolo più attivo nel loro matrimonio. Grande è la sorpresa quando scopre che Adrian ha perso la vista, a causa di una malattia degenerativa, e che è questa la ragione che lo ha tenuto lontano.

L'uomo, per un equivoco, non riconosce la donna come la propria moglie, ma la identifica come una gentildonna alla ricerca del marito perduto. In lui scatta subito una forte attrazione, non provata in realtà neanche per la giovane sorella del suo miglior amico. Emily sta al gioco, anche per svelare le insicurezze di un uomo che ha amato in maniera romantica ed infantile, e che adesso sta imparando a voler bene come donna.



Peccato che, malgrado la relazione nata tra i due, ben presto, per una serie di equivoci, Adrian comincia a sospettare che la moglie si sia trovato un amante e che sia a Londra per vivere pubblicamente la sua relazione extra-coniugale. Una strana gelosia nei confronti del supposto amante della moglie interviene a scombinare nuovamente le carte.

È innegabile che tutto l'interesse sta proprio in questo gioco di equivoci e di ruoli, con Emily che si ritrova amante del proprio marito, Adrian geloso di se stesso, mentre i due imparano a conoscersi e ad amarsi grazie all'espediente della cecità.


Lo stile della Merrill non brilla per carisma, innovazione o fascino suggestivo ed evocativo. È piuttosto classica, senza mostrare la solidità dei suoi predecessori, e onestamente non riesce a suggerire neanche un'atmosfera alquanto seducente, come richiederebbe la trama, ma nel suo complesso è piacevole e divertente, adatta ad una lettura non troppo impegnativa, che offre un respiro nuovo all'intreccio ormai usato ed abusato da tutte le autrici del rosa.

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