ANGELICA L'INDOMABILE di Anne e Serge Golon - Vol. VII
La parte finale di ANGELICA E L'AMORE DEL RE mi aveva lasciato in un punto cruciale della storia, come il più classico e moderno dei cliffhanger. Inevitabile quindi il passaggio successivo a ANGELICA L'INDOMABILE, soprattutto per scoprire che fine avesse fatto un personaggio carismatico ed affascinante come quello di Joffrey de Peyrac.
La storia di Angelica e Joffrey, per molti versi, è facilmente avvicinabile alla saga di Claire e Jamie, ovviamente togliendo gli elementi fantasy, ma se c'è un punto decisamente diverso è la mancanza del punto di vista di Joffrey, cosa che invece non accadeva con la Gabaldon, che ci regala anche la visione del mondo e dell'amore attraverso gli occhi di un personaggio leggendario come Jamie Fraser.
Joffrey de Peyrac resta invece un fantasma per buona parte dei libri precedenti, una sorta di vera leggenda oscura, poi rimossa dalla coscienza dei singoli che lo hanno incontrato, perché l'orrore della sua morte, ingiustificata, era stato tale da non poter essere facilmente gestito.
Angelica è andata avanti con la sua vita. È risalita coraggiosamente dal baratro dove era caduta, salendo tutte le scale per arrivare fino al Re. Si è risposata ed ha avuto un altro figlio; è diventata nuovamente vedova e probabile nuova favorita di Luigi XIV, ma a questo punto arriva la grande rivelazione, fattale proprio dal Re. Joffrey de Peyrac non è morto sul rogo.
Disperata, ansiosa di scoprire cosa sia successo, Angelica chiede l'aiuto dell'amico di sempre, Desgrez, che in un primo momento cerca di cacciarla, dopo che si erano separati con la promessa di non rivedersi mai più. Il problema, però, è che il re stesso ha messo Desgrez al comando di alcuni uomini che devono vigilare sulla Marchesa di Plessis- Bèlliere, affinché non lasci per nessuna ragione al mondo Parigi.
Intrufolatosi di notte nella casa della donna, Desgrez le svela di aver scoperto già anni prima, quando lei si era risposata con Philippe, che il suo primo marito non era morto, ma che, mentre cercavano di trasportarlo in una prigione segreta, si era lanciato nel fiume e che da quel momento lo avevano inutilmente cercato. Anni dopo, un mercante arabo, era arrivato a Parigi chiedendo notizie della vedova di Joffrey de Peyrac e Desgrez si era visto costretto a raccontare del suo nuovo matrimonio e della sua posizione a corte.
Angelica non si vuole rassegnata ed è pronta a tutto pur di rintracciare quel mercante per scoprire se Joffrey è davvero ancora vivo. Si confida con il figlio maggiore, Florimond, che apre una porta su un mondo che lei, fino a quel momento aveva ignorato. Sia Florimond che Cantor avevano scoperto la storia del proprio padre e nella vecchia casa parigina di Joffrey de Peyrac, avevano trovato un sotterraneo, probabilmente usato dall'uomo dopo la sua fuga, per recuperare dei gioielli che gli permettessero la fuga.
Angelica è decisa a ritrovarlo ed utilizzando proprio quel labirinto riuscirà a fuggire al controllo vigile di Desgrez per lanciarsi in una folle avventura nel Mediterraneo, attraversato da pirati, mercanti di schiavi, e dal leggendario Rescator, un pirata ricchissimo, liberatore di schiavi, avvolto da un mito insondabile.
Utilizzando il suo fascino, Angelica seduce Vivionne, comandante di una nave, e riesce a farsi portare nel Mediterraneo. Il suo obiettivo è quello di arrivare a Candia, ma finirà per cadere nelle mani del Terrore del Mediterraneo, un ex aristocratico francese, ormai pirata, feroce e perverso, che deciderà di venderla in un'asta leggendaria, dove Angelica sarà comprata proprio dal Rescator.
E che il Rescator abbia molto da dirci e soprattutto da raccontarci sulla sua vera identità è un dato di fatto, anche se mi chiedo che fine abbia fatto quel leggero zoppicare che era un tratto distintivo di Joffrey de Peyrac e che qui sembra praticamente non più esistente.
E quando Angelica è sul punto di seguirlo nel suo magico palazzo, dove probabilmente svelerà la sua vera identità, la complicità di alcuni suo amici le permetterà di fuggire dalle mani del suo nuovo padrone, mentre Candia brucia nel cuore della notte.
Romanzo decisamente accattivante, che ti tiene con il fiato sospeso, in un contesto ambientale e storico completamente diverso e pieno di avventura, con il solito pizzico di sensualità che caratterizza un personaggio come quello di Angelica.
FRASI TRATTE DAL ROMANZO
ANGELICA L'INDOMABILE
Ovviamente è importante. Non ci sarebbe bisogno di infastidire la polizia per una sciocchezza. Con voi, la cosa è sempre seria: siete sul punto di essere assassinata, di suicidarvi o avete deciso di ricoprire di spazzatura la famiglia reale, turbare il regno, scontrarvi con il Papa...che ne so?(Desgrez parlando con Angelica)
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Dieci anni...Un lasso di tempo all'apparenza molto corto e allo stesso tempo le sembrava aver vissuto varie vite da allora. Era stata, alternativamente, nella miseria più profonda e all'apice della ricchezza. Si era sposata di nuovo. Aveva regnato nel cuore di Luigi XIV. Tutto quello svaniva come in un sogno.
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«Era il signore di Tolosa», disse lui. «Il padrone di Tolosa già non esiste. Regnava in un palazzo...Già quel palazzo non esiste più... Era il signore più ricco del regno...Lo hanno privato delle sue ricchezze...Era un saggio conosciuto in tutto il mondo...Adesso è uno sconosciuto...Dove potrebbe esercitare la sua scienza?».«Desgrez, non potete capire l'amore che un uomo come lui può ispirare».(Angelica e Desgrez parlando di Joffrey de Peyrac)
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Tutto si concentrava in quella visione lontana di una certa barca sulla riva del fiume, in una notte di inverno. A partire da quello, iniziava a vivere di nuovo. E si dimenticava del suo corpo che altri avevano posseduto, del suo nuovo viso, quel viso di una perfezione consumata, la sua comparsa faceva tremare il Re, e dei segni di una vita che un destino brutale aveva impresso su di lei. Ritornava ad essere miracolosamente pura, con l'ingenuità selvaggia dei suoi vent'anni, come una donna completamente nuova, adorabilmente tenera, che si girava verso di lui.(Angelica pensando al primo marito)
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Sono sua moglie e lui è mio marito. Per questo lo cercherà. La terra è grande, però se vive in qualche angolo di questa terra, lo troverò, anche se dovessi camminare tutta la vita...Fino a cento anni!
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Como Flipot poco prima, con un misto di orrore e di paura l'antico ladruncolo della Piazza dei Miracoli aveva riconosciuto Nicolás Calembredaine, l'illustre bandito che credevano morto dopo gli scontri della feria di Saint-Germain e che, da circa dieci anni, espiava i suoi crimini in una galera del re.
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«Non so cosa mi succeda con te», disse lui. «Mi...mi appassioni. Era così mutevole, piena di mistero e di sorpresa. Un attimo prima ti mostri raggiante. Siamo tutti come docili agnelli sotto il potere del tuo sguardo e delle sue risate. E poi ti ritrovo debole , come atterrita dal pericolo che ti minaccia e contro il quale vorrei difenderti. È una sensazione che non ho mai sperimentato, sai? Tranne con i bambini». (Vivionne a Angelica)
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