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domenica 11 febbraio 2018

Angelica Schiava d'Oriente di Anne e Serge Golon - Vol. VIII


Il romanzo precedente, ANGELICA L'INDOMABILE, ci aveva lasciato con l'ennesima separazione e con un nuovo imprevisto sul cammino della nostra eroina, ovvero con la cattura da parte del Grande Eunuco, deciso a fare di lei la terza moglie del potente Sultano Muley Ismael.


In un clima estremamente sensuale, fatto di donne, tutti addestrate ad essere pronte per il momento in cui il grande sovrano sceglierà una di loro per intrattenersi, Angelica è catapultato in una nuova corte, anche se completamente diversa da quella di Luigi XIV, da cui era fuggita nella romantica speranza di ritrovare suo marito.


Il ricordo di Joffrey, divenuto vivo e doloroso alla fine de ANGELICA E L'AMORE DEL RE, sfuma sempre di più, sostituito dal dolore, dalla resistenza, dall'orrore difronte ai soprusi sofferti dai cristiani fatti prigionieri.


Tra gli schiavi, catturati, spicca per carisma l'avventuriero Colin, una sorta di pirata, per niente aristocratico, divenuto però un leader, a cui tutti i cristiani, in un modo o in un altro si rivolgono. Mentre Angelica viene sottoposta ad una sorta di addestramento, da parte dell'astuto Grande Eunuco, che pensa di fare di lei la nuova moglie del Sultano, la nostra protagonista finisce per conoscere le dinamiche dell'harem, i giochi di potere, tra la prima moglie e la seconda, le aspirazioni delle altri, il desiderio innegabile di fuga, con il quale lotta quotidianamente.


Se l'interazione tra lei e il Grande Eunuco, finisce per aprire spesso conversazioni interessanti, tutta la tensione narrativa sembra concentrarsi sul momento in cui il Muley Ismael poserà gli occhi sulla bellissima Angelica, tenuta in serbo per una grande occasione.


Peccato che il momento tanto attesa avverrà nel più drammatico dei modi, tanto da scoraggiare qualsiasi possibilità di relazione tra Angelica e il Muley, così come, infondo, era stato impossibile per lei diventare la favorita di Luigi XIV, al quale comunque la donna si rivolgerà nella speranza di essere riscattata.


Sarà l'estremo sacrificio del vecchio Savary, che Angelica è arrivata ad amare come un padre, a permetterle di evadere dall'harem del sultano, unica donna che sia mai riuscita a farlo. Peccato che avverrà, grazie all'intervento di Colin, proprio nel momento in cui il Grande Eunuco era sul punto di rivelare il segreto del Rescator e la ragione per cui il Muley Ismael l'avrebbe riconsegnata al suo precedente proprietario senza nessun timore.


L'ultima parte è dedicata alla pura avventura, con la grande fuga attraverso il deserto, dopo essere riuscita a scappare grazie alla complicità interessata della prima e della seconda moglie del Sultano. Entrambe le donne, infatti, hanno capito che Angelica rappresenta un pericolo da evitare e che, una volta entrata nelle grazie dell'uomo che l'ha punita per aver cercato di ucciderlo, non sarà più possibile per nessuna di loro avere il predominio.


Angelica, Colin, insieme agli altri cristiani fuggiti, intraprendono una corsa disperata, nel tentativo di sfuggire alle guardie del sultano che li cercano. Svaniranno tra le sabbie del deserto uno ad uno e solo Angelica e Colin riusciranno nell'assurda impresa di bussare alle porte di Ceuta, baluardo cristiano nel mezzo del regno dei mori.



Ovviamente l'amore, o meglio un'intenso legame tra Angelica e Colin maturerà, fino alla scoperta da parte dell'avventuriero che la donna salvata e di cui si è innamorato non è altro che una potente aristocratica per la quale persino il Re di Francia ha scomodato i suoi uomini per poterla riscattare.


Tutto sembra perduto per Angelica, anche perché Colin non vuole più saperne niente di lei; la speranza di ritrovare Joffrey è naufragata nel dolore delle esperienze vissute, e Luigi XIV ordina che venga arrestata e ricondotta a forza in Francia. La barca del Rescator mi appare quanto mai lontana, anche se sembra che una nuova angelica sia emersa da questa dura esperienza.


FRASI TRATTE DAL ROMANZO 





Algeri. All'improvviso cominciò a sentirsi la città,  che inviava il suo rumore ruggente, la sua voce fatta di mille voci, e apparve bianca, arida, tra due moli, che si prolungavano in torri. La galera principale entrò nel porto trascinando dietro di se, sulle onde, lo stendardo dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme.


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Quel Mohamed  Raki, gioielliere arabo, nipote di  Alí Mektub, era l'unico che aveva la certezza di aver conosciuto Joffrey de Peyrac nella sua seconda vita. E adesso non avrebbe più parlato!



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«Se piango adesso, sarà perduta...Se grido, se resisto...sarò perduta».(Angelica dopo la cattura)



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«Dove vorresti vivere? Per che mondo sei stata creata, Angelica, sorella mia?», le diceva a volte Raimundo, suo fratello, guardandola con i suoi penetranti occhi da gesuita.


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 Non comparire tra le «presentate» era il peggiore degli esili.  Si perdeva successivamente la speranza di vedersi ammesse a dividere i piaceri del sultano. Era  l'inizio del oblio, della vecchiaia, di un esilio crudele a pochi passi dal centro di tutte le felicità.



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  «Quale impero non si è formato sulla strage, le guerre ed il sangue?». (Grande Eunuco Osmar Frarradjii ad Angelica)


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«Ho conosciuto piaceri meravigliosi nelle sue braccia».«Parlate del mostro?».«Ha bisogno di far soffrire. In lui è una forma di lussuria».(Angelica parlando del sultano Muley Ismael con una delle sue favorite)


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 Angelica,  con  le braccia sotto la nuca, sognava...Sul mare azzurro, una nave bianca, inclinata come un gabbiano nel vento...Un uomo che l'aveva comprata al prezzo di una flotta! Quell'uomo che l'aveva voluta pazzamente per se, dov'era? Si ricordava ancora della bella prigioniera che era fuggita? Perché era fuggita?, si chiedeva adesso.


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Quella donna era come un paese sconosciuto il cui orizzonte si rivelava lentamente, un posto nemico da conquistare, un avversario da trapassare, una città chiusa dove bisognava trovare il punto debole.(Il Gran Eunuco pensando ad Angelica)


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«Sei mutevole come l'orizzonte e fissa come il sole...Sembri adattarti a tutto e, nonostante ciò, continui ad essere ingenuamente latina nella tua volontà, diretta verso un solo obiettivo. Assomigli a tutte le donne e allo stesso tempo non sei uguale a nessuna». (Il grande Eunuco ad Angelica)



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«Perché sei fuggito dal Rescator?», mormorò alla fine. «Sarebbe stato l'UNICO  uomo con abbastanza forza per allearsi con te e forse anche Muley Ismael, ma ... Adesso non so se il rischio sarebbe stato peggiore! Agli uomini che si innamorano di te, tu porti la morte...È così!»(Il Grande Eunuco ad Angelica)



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«Parla! Perché sei fuggita? Non hai sentito che il destino di quell'uomo e il tuo, vi univano?Rispondi! Non hai sentito?».Adesso la guardava e la sua voce si era fatta imperiosa. Lei balbettò, umilmente.«Sì, l'ho sentito».«Oh, Firuzé!» esclamó quasi con dolore. «Ti ricordi quello che ti ho detto?» «Non si deve forzare il destino e quando si percepiscono i segni, non bisogna ignorarli...Il segno personale di quell'uomo incrocia  il tuo cammino»(Il Gran Eunuco parlando del Rescator)



***


«È una buona cosa non voler morire», disse. «A condizione di non averne paura. La morte forma parte del nostro gioco, di quello che siamo noi vivi. Ho sempre pensato che bisognava considerarla una buona compagna, legata ai nostri passi. Così, camminiamo con la vita e la morte come compagni.  Entrambe hanno lo stesso diritto su di noi. No c'è ragione per trasformarle in fantasma, né l'una né l'altra. Così è e questo è il gioco».(Colin ad Angelica)



***


«A volte, quando dormivate», mormorò lui. «... vi guardavo e mi dicevo: non so nulla di questa piccola né lei sa nulla di me. Cristiani catturati in Barberia...è l'unica cosa che ci avvicina. Ma...io la sento come mia. Ha sofferto, è stata umiliata, macchiata... Ma sa rialzare con orgoglio la testa. Ha navigato, ha aperto gli occhi al vasto mondo. La sento della mia stessa razza». (Colin ad Angelica)

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