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sabato 9 aprile 2016

DEBITO D'AMORE DI LIDIA CONETTI


Questo romanzo mi era capitato tra le mani diverse volte e leggendo la trama, ambientata  in India sul finire del Settecento, la mia mente non si era resa conto che si trattava di una storia nata dalla penna di un'autrice italiana. I nomi inglesi in qualche modo mi avevano fuorviato. Quando ho cominciato la lettura, pian piano mi sono resa conto che la storia era profondamente imbevuta di influenze anglosassoni, anche letterarie.

La storia di DEBITO D'AMORE è quella di un matrimonio d'interesse, nato come promessa fatta ad un amico morente, ovvero quella di ritrovare la figlia avuta da una donna amata di cui ignorava l'esistenza. Harry Dale, Marchese di Teasdale, ha promesso che se il frutto di quella relazione fosse stato una femmina l'avrebbe sposata e protetta. Quando il destino gliela fa incontrare in una casa di appuntamenti londinese, pur rispettando la promessa, è ben deciso a non lasciarsi stravolgere la vita.

Eliza vive da ben due anni in una villa lontana dalla città di Bombey dove il marito (che ha visto si e no un paio di volte) ha lasciato la sua sposa bambina, per poi dimenticarsene e continuare con la sua vita mondana, tra amanti e piaceri. Un giorno però l'uomo, spinto soprattutto dai suoi amici, decide di fare ritorno a casa e scoprire che ne è stato della ragazza.


Eliza è diventata bellissima, ma l'approccio rude del marito, la induce a rifiutarlo e l'uomo l'abbandona nuovamente, sempre più convinto che il matrimonio sia stato un errore. Poco dopo giunge la notizia che la sua infatuazione per una giovane ed avvenente vedova, Olivia, si stia trasformando sempre di più in ossessione e che l'uomo sembrerebbe anche disposto a chiederle il divorzio, ponendo fine alla loro relazione solo formale. Peccato che Eliza la pensi diversamente e che da quando ha incontrato Harry, si sia invaghita di lui e sia disposta a tutto pur di conquistarlo.


Da qui scaturisce un piano "shakesperiano" che dovrebbe permetterle di conquistarlo. Grazie all'assistenza del suo maestro di scherma, un nobile italiano, Eliza decide di assumere i panni di un uomo, facendosi passare per un innamorato della Marchesa di Teasdale, in modo da risvegliare l'interesse dell'uomo.


Tutto sembra andare per il meglio, peccato che Olivia abbia conosciuto in passato un uomo estremamente somigliante e che lo abbia amato sinceramente.


Innegabile il riferimento a LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare, dove Olivia era innamorata di Sebastian, fratello gemello di Viola, che assume le sue vesti per avvicinarsi ad Orsino (che lei ama), ma che corteggia la bella vedova.


Se da un punto di vista teatrale la commedia del grande Bardo funzionava allora come funziona anche oggi, nel romanzo apparivano situazioni alquanto forzate, malgrado la costruzione dell'ambientazione creasse un'atmosfera davvero magica e surreale.


Se dobbiamo infatti trovare un pregio al racconto, sta sicuramente in questa India colorata e piena di profumi, dove la natura e l'architettura la fanno da padrone, combinandosi con una sapienza ed un fascino decisamente singolari.


Avrei dato maggiore sviluppo alla nascita dell'amore tra Eliza e Harry, alla fine liquidato quasi come una forma di gelosia nella contesa di un oggetto di proprietà. L'idea è decisamente interessante, ovvero quella di una moglie pronta a tutto pur di conquistare il cuore del marito, ma la forzatura del travestimento nel gemello perduto è chiaramente un espediente più teatrale che adatto ad un romanzo simile. Nel complesso comunque la storia ha anche dei punti interessanti ed è una lettura

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