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sabato 3 dicembre 2016

I MILLE VOLTI DI FANTINE di Katherine Greyle


Non amo molto le storie di spionaggio. Non ho mai visto un film di James Bond e l'idea della spia che lotta per il proprio paese poco mi affascina. Sarà che infondo dentro di me sono sempre stata un po' anarchica, ma non sono in sintonia con il potere e la figura della spia suscita in me una profonda diffidenza. L'unico che mi ha strappato un sorriso tenero è stato Jason Bourne, ma solo per la faccia da bravo ragazzo di Matt Damon e per il suo desiderio di tagliare tutti i ponti con un mondo marcio.  Fatto sta  che queste figure non animano la mia fantasia romantica, anche se mi rendo conto che hanno fatto versare fiumi di inchiostro.



I MILLE VOLTI DI FANTINE pero' è finito sul mio comodino per colpa di un'amica che me lo ha consigliato vivamente. L'autrice è l'ennesima penna a me sconosciuta, ma questo non è mai stato un deterrente. "Leggilo che ti sorprenderà", mi ha detto e anche se con una certe reticenza, conscia che i gusti sono sempre soggettivi, mi sono lasciata tentare, mossa anche dal fatto di aver letto in giro cose positive.



La storia inizia con l'eroe di turno, Marcus Kane, conte di Chadwick, che viene convocato da un vecchio amico e politico, Penworthy. Questi è a conoscenza del fatto che Marcus, dopo la perdita del fratello tre anni prima, non ha più preso parte a nessuna azione di spionaggio, deciso a stare lontano da un mondo che ha richiesto un sacrificio cosi alto. Il problema è che qualcuno ha attentato alla vita di Wilberforce,  figura politica di spicco, sostenitore dell'abolizione della schiavitù. Nel salotto di Penworthy c'è anche una strana prostituta, che subito suscita l'astio di Marcus per via dei suoi modi volgari. Si tratta di Fantine Delarive, una vecchia conoscenza dell'uomo, che spesso l'aiuta con le informazioni che riesce a procurarsi nei bassifondi.



La collaborazione tra Fantine e Marcus in un primo momento è caratterizzata da una certa tensione. I due si ostacolano e si sfidano, creando situazioni a volte anche divertenti, mentre cercano di capire chi voglia la morte del loro protetto.



La verità è che mentre procedevo con la lettura di questo romanzo che tante lodi ha suscitato, mi chiedevo cosa ci fosse di sbagliato in me da non riuscire a coglierne la bellezza o la profondità. Sicuramente è interessante il personaggio di Fantine, cresciuta nei bassifondi praticamente da sola, rifiutando l'appoggio condizionato di un padre arrivato troppo tardi, e intimorita dall'idea dell'amore che ha praticamente trascinato nel fango la madre. Così come è carina l'idea di un eroe attivo per gli interessi del suo paese che è bloccato dal lutto per un fratello perso troppo presto. Il loro rapporto dinamico di attrazione e fastidio è anche un buon espediente, ma i pregi sono solo questi e a mio parere non reggono il peso dei difetti.



Fantine è un personaggio alquanto infantile, basti pensare allo scherzo della collana fatto a Marcus durante la festa dove sono andati a spiare. La sua immaturità emotiva può anche essere comprensibile, ma onestamente nella pratica il suo comportamento spesso irresponsabile fanno di lei più una caricatura volta a strapparci un sorriso che un personaggio a tutto tondo con una sua credibilità.  Certe situazioni andrebbero bene per una quindicenne non per una donna abituata a vivere per strada ormai da più di un decennio.



Anche Marcus presenta questi limiti. Vedendolo mentre viene bastonato da Fantine, mentre cade mentre si arrampica goffamente su un muro di casa sua, quando viene menato per il naso da una apparente cameriera, ci si chiede come possa essere stato il fratello a farsi uccidere e non lui. Difficile vederlo capace di aggirare il suo prossimo e di muoversi nelle ombre. Dal punto di vista narrativo inoltre continuare a ridicolizzarlo non lo rende affascinante agli occhi della lettrice e poco importa che l'ormone di Fantine si turbi quando lo vede. La perplessità dovuto delle lettrici lo priva di carisma e forza.

Inoltre le sue intenzioni sono alquanto stridenti e incoerenti. Quando scopre di chi è  figlia decide di volerla aiutare e promette al padre di proteggerla, poi cerca di farne la sua amante offrendole una vita agiata ma disonorandola. Decide poi di chiedere l'aiuto di sua sorella per farla debuttare in società ( il cui unico scopo risaputo è quello di trovare un marito), ma ovviamente non la vuole far sposare con nessuno.



Il romanzo mi sembra che giri a vuoto senza coerenza o uno schema preciso ed è un peccato perché resta uno scheletro vuoto, senza carne né anima. Come al solito una nuova possibilità sprecata. Peccato. Non mi aspettavo sicuramente l'adrenalina di Jason Bourne, né il romanticismo di VITE SOSPESE (splendido film degli anni 90 con Michael Doublas e Melanie Griffith), ma questa mancanza di contenuti è davvero avvilente. A volte viene quasi da pensare che il rosa sia tutto qui, ovvero una trama approssimata, personaggi senza profondità, nessuna accuratezza storica e qualche scena hot. Per fortuna so che non è così e che il mondo della letteratura rosa è molto molto di più di tutto questo.

3 commenti:

  1. Peccato per il libro ma le immagini sono bellissime

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  2. Ciao Lucilibera! Grazie per il tuo commento.

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  3. Grazie per il tuo commento anche da parte mia lucilibera! :) La storia poteva essere carina, gestita diversamente. Un peccato perché a volte ci sono buone idee che non sempre vengono portate avanti con la stessa coerenza. :(

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