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lunedì 12 dicembre 2016

Dopo di te di Jojo Moyes

Se non avete letto Io prima di te, aspettate a scoprire questa recensione, perchè per apprezzarla pienamente, dovrete prima fare la conoscenza di Will.

Solo in questo modo potrete capire fino in fondo l'importanza di quest'uomo nella vita di Louisa Clark. Sopravvivere  dopo la sua morte, può sembrare un fatto naturale, ma non è così. Si va avanti per inerzia e per giustificare questo strano attaccamento alla vita, Lou si ripete che glielo ha promesso. E ce la mette tutta, ma il dolore la investe come un tornado, che rischia di spazzarla via, privandola della giovialità e dell'energia che la caratterizza. 

Le cose, però, a volte, non vanno come ci si immagina e mentre Lou cerca di mettere insieme i pezzi di quello che le resta, ecco che alla sua porta bussa la vita, recuperando qualcosa dal passato, che sembrava perso, per presentarle un pezzo di futuro. Per lei la vita continua e può essere bella, molto bella. Lou deve solo imparare a correre, vincendo la paura.


Dopo la morte di Will, Louisa si è lasciata trasportare dalla corrente. Sua madre non vuole più saperne di lei e Lou nell'immediato non si pone domande. Ha delle mete da raggiungere. Sono quelle promesse all'uomo che le ha cambiato la vita. Ed eccola a Parigi, prima commossa, poi annoiata e infine depressa, a vivere una vita che non è sua. Stordita e avvolta nel dolore, viaggia, visita posti, ma il senso di impotenza non la lascia in pace. Forse, se fosse stata migliore, se fosse stata più in gamba... Se solo fosse riuscita a fargli cambiare idea!

Il legale di Will le ricorda della sua eredità. Che vuole fare dei soldi che le ha lasciato? Lou non lo sa, ma deve essere qualcosa di importante, che le resti e così compra una casa, ma tiene i vestiti negli scatoli e si rifiuta di arredarla. E' come se avesse perso ogni interesse per la vita.

Ma un grave incidente le impone una svolta. Conosce due persone che diventeranno molto importanti nella sua vita: una ragazzina che la spia dalla rampa delle scale che portano al terrazzo sul tetto e un bel paramedico che le salva la vita.

Un incidente gravissimo potrebbe strapparla a quell'esistenza che sembra aver perso senso o restituirla in condizioni precarie. I familiari accorrono. Qualsiasi cosa abbia fatto non è nulla a confronto dell'idea di perderla e per la prima volta Lou assapora il piacere di ritrovare la famiglia, con i suoi difetti, ma anche con i suoi inestimabili pregi.

Le sembra di essere tornata bambina, quando poteva tenere fuori dalla sua cameretta le paure, ma è un'illusione destinata a durare poco. La vita va avanti e non consente di tornare indietro. Gli eventi l'hanno cambiata  e non è più la Louisa di un tempo. Ora può solo decidere cosa fare della sua esistenza. Eppure qualsiasi scelta faccia, che resti a Londra o parta per New York, ha sempre come l'impressione che Will sia al suo fianco.

E ora la sua morte sembra anche non aver cancellato tutto di lui. Resta una figlia. Una ragazzina di appena sedici anni, problematica e così simile al padre. Bussa alla sua porta e le chiede aiuto e Louisa ha come la sensazione di poter ricambiare almeno in parte quello che Will ha fatto per lei. Può sicuramente fare da tramite tra Lily e la sua famiglia paterna.

C'è tanto oltre il tunnel del dolore.  La vita l'aspetta e se saprà mettere a tacere la paura potrà innamorarsi ancora e vivere, come le chiedeva Will.

La lettura di questo romanzo mi ha confermato il talento di una scrittrice come Jojo Moyes che entra in punta di piedi nelle dinamiche familiari e riesce a coinvolgere il lettore. Amo il suo modo di scrivere e la sua capacità di entrare nella psicologia del personaggio, di coinvolgere chi è al di là della pagina, fino a farlo partecipare emotivamente alla storia. Per quanto riguarda la trama, devo ammettere che mi ha spiazzato. Pensavo a qualcosa di diverso per Lou, ma la descrizione del dolore e la sua evoluzione è molto realistica e alla fine ti prende. Si ha come l'impressione di affrontare il tunnel insieme a lei, scoprendo di riuscire a vivere anche se Will non è più al suo fianco.

Detto questo, bisogna ammettere che se la protagonista è  Lou, Will è subito dopo di lei. Tutti gli altri personaggi fanno da cornice a questa storia. Sam, il paramedico giunto in suo soccorso, è un personaggio molto carino e nella vita tutte vorremmo incontrarlo, ma il carisma del paraplegico è imbattibile e per tutto il romanzo si ha voglia di rimandare indietro il tempo, per rivederlo e così i ricordi della madre di Will diventano un prezioso scrigno dove rovistare alla ricerca di episodi della vita di lui, che non conoscevamo.




E cosa dire di Lily? E' una piacevole scoperta, a cui ci si aggrappa sapendo che lui non può tornare ed è lo strumento attraverso il quale la Moyes ci dimostra, ancora una volta, l'eccezionalità di questa donna, che vive con il cuore ed è in grado di fare scelte difficili, come lasciarsi travolgere da un amore impossibile e farsi carico di una ragazzina problematica, cresciuta senza un padre, al fianco di una madre tutta concentrata su se stessa. A questo punto vi chiederete, perché leggerlo se il continuo di Io prima di te, non è altro che  l'elaborazione del dolore per la scomparsa di qualcuno che si è amato. Insomma, non ne abbiamo abbastanza di nostro, per  impelagarci in letture così tristi? Vi risponderò così: se avete amato Lou e Will non potete accontentarvi di un finale aperto. Il lieto fine è d'obbligo, anche se non è come lo avreste desiderato.

2 commenti:

  1. Questo seguito a me è piaciuto moltissimo. Certo non mi ha regalato le stesse forti emozioni di Io prima di te, ma non le volevo neanche, non poteva e non doveva essere struggente come il precedente.

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    1. Ciao Erica. Grazie per il tuo commento. Sì, alla fine il libro è godibilissimo, anche se a me Will è mancato tanto. Tutti i personaggi di questa storia sono molto carini e descritti molto bene, ma Will aveva una marcia in più e il pensiero vola sempre a lui, anche se Sam è un amore. Un'altro volume come "Io prima di te", con la stessa densita emotiva mi avrebbe distrutta. Già così i fazzoletti volavano...

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