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lunedì 26 dicembre 2016

NEVI INFUOCATE di Diana Gabaldon


Ho affrontato la lettura de LE NEVI INFUOCATE, prima parte del romanzo dal titolo originale A BREATH OF SNOW AND ASHES (Un respiro di neve e ceneri), con la convinzione che mi sarei ritrovata tra le mani la lettura di un volume dal ritmo più lento, pieno di indizi che mi avrebbero poi portato verso la risoluzione dell'enigma verso la fine della seconda parte, sempre in base alle scelte editoriali italiane che reputano (e forse onestamente a ragione visti i commenti che leggo in giro) che la maggior parte dei lettori non comprerebbe mai un libro così voluminoso. Fatto sta che, malgrado tutti i miei ragionamenti, alla fine Diana Gabaldon è riuscita a sorprendermi ancora una volta.


Certo bisogna onestamente confessare che la magia raggiunta dalla coppia formata da Jamie e Claire è qualcosa di assolutamente singolare ed unico, anche nella stessa storia creata dall'autrice ed ormai affollata di tantissimi personaggi che pur conquistando le nostre simpatie non riescono a farci innamorare perdutamente come loro. Basti pensare a Roger e Brianna, che sono due personaggi dotati di una loro bellezza oggettiva e personale, interessanti e fascinosi, ma la loro storia d'amore (pur avendo trovato un vasto seguito) non ripropone la magia che i genitori di lei sono in grado di trasmettere e tutto si deve sicuramente al carisma che Jamie e Claire conservano malgrado la giovinezza ormai sia sempre più lontana. 


Temevo il proseguimento della storia, gli anni tumultuosi che ci avvicinano alla Rivoluzione Americana e che segnano in qualche modo il tramonto definitivo di quella gioventù appassionata che ci ha conquistato nei primi romanzi, ma alla fine era pur sempre l'illusione del primo romanzo, in quando già con il secondo ci eravamo trovati davanti ad una donna di circa cinquant'anni che aveva vissuto la sua vita. La verità è che non siamo abituati a trovare romanticismo e avventura in persone più mature, ma il carisma e la personalità non hanno a che fare con la cronologia e Jamie e Claire continuano ed essere il faro di tutta la comunità e della loro famiglia, tanto da mettere in ombra tutti gli altri. 


In questo decimo volume ormai la guerra è alle porte e Jamie cerca di muoversi con cautela tra le pretese della Corona (che gli ha concesso terre e diritti) e la consapevolezza del futuro che non arride agli Inglesi. Il Governo gli offre la nomina di agente per gli indiani (e qui la mia mente "telefilmica" mi riporta inevitabilmente a LA SIGNORA DEL WEST con Sully da mediatore e Dottor Mike che assiste la comunità), anche  lo scopo di Jamie è meno nobile di quello del marito di Michaela, in quanto deve convincere i pellerossa ad appoggiare gli Inglesi nella possibile guerra che si avvicina. Nel frattempo tutto precipita ed il territorio diventa ancora più selvaggio e pericoloso, in quanto si verificano strane spedizioni punitive, dove persone  vengono uccise e case e corpi dati alle fiamme. La neve del titolo originale si riferisce all'inverno e la cenere è quella dei roghi.


Mentre tutto sembra precipitare irrimediabilmente verso il caos della guerra, l'esistenza al Ridge continua scandita dalle piccole ed infinite difficoltà quotidiane con un unico punto fermo, ovvero la solidità di un amore ormai maturo e sereno, ma un evento terribile si abbatte sulla nostra Claire e su tutta la sua famiglia. Un giorno la donna si reca nel capannone del maltaggio, dove i Fraser producono il loro whiskey, e Claire e Marsali, quest'ultima in avanzato stato di gravidanza, vengono brutalmente aggredite da una banda di uomini che vogliono derubarle del whiskey. Mentre Marsali viene abbandonata ferita, i banditi, guidati da Hodgepile, fuggono portando con loro Claire. È uno dei momenti più drammatici di tutta la saga.



Onestamente questa parte non è per le anime delicate (malgrado la Gabaldon sappia curare perfettamente la parte emotiva e sentimentale del racconto), ma la durezza di queste pagine resta nella memoria dei lettori, così come anche il sapiente gioco dell'attesa che è riuscito a tenermi con il fiato sospeso fino all'incredibile salvataggio, dove lo spirito guerriero di Jamie e dei suoi uomini si abbatte sui rozzi e violenti uomini di montagna come la potenza di un dio sterminatore, la cui carica è annunciata, nel silenzio della notte, dal rumore dei tamburi bodhran che segnano l'inizio del riscatto. Ancora una volta Claire e Jamie dominano le pagine con la loro forza espressiva; mentre Roger è sconvolto da quello a cui è stato trascinato nella vendetta della donna, tutta l'attenzione viene risucchiata dagli altri due, che cercano di fare i conti con un nuovo profondo dolore ed il timore che la tragedia possa in qualche modo cambiarli ed allontanarli.


Ma un amore come il loro non si distrugge facilmente e Calire con fatica riuscirà a riprendere le redini della sua vita, aiutando anche la povera Marsali a mettere al mondo il suo terzo figlio, quel piccolo Henri-Christiane, il bambino nano, apparentemente destinato al dolore e all'umiliazione per via della sua condizione nefasta, arrivato a sconvolgere l'equilibrio della vita di Fergus e Marsali, toccandoci nel profondo ancora una volta, con la descrizione del dolore di un padre che ha conosciuto gli orrori della vita e che noi abbiamo adottato simbolicamente (insieme a Jamie) fin dai lontani giorni tumultuosi della Parigi di Luigi XV.


Anche questo volume è innegabilmente pieno di parti  prolisse e piene di dettagli, ma nulla ci riporta nel limbo de LA CROCE DI FUOCO, fortunatamente attraversato e sconfitto. Le parti emozionanti sono troppe per dare spazio alla noia e un lettore si perde nuovamente nel racconto della vita di Jamie e Claire, ritrovando con piacere anche un personaggio lasciato indietro, ma mai dimenticato, ovvero il giovane Ian che con gli anni e la tragedia silenziosa che ha vissuto si offre alla lettura con una nuova malinconia che in qualche modo gli rende grazia, malgrado il suo spirito ironico ancora sia presente.



Gli altri personaggi si riscoprono più intensi e dinamici rispetto al passato, come la piccola e fragile Lizzie, e l'emblematica Malva Christie, la nuova assistente di Claire. E mentre Roger fa la scelta di diventare pastore (cosa di cui decisamente non sentivo il bisogno), sembra che siano gettati semi per una possibile evoluzione nella seconda parte del romanzo. Nel complesso però la storia mi ha molto emozionato e ne sono rimasta piacevolmente colpita, dopo la delusione di quello precedente. Merito sempre di una coppia che a mio avviso neanche Diana è riuscita a ricreare.



FRASI TRATTE DAL ROMANZO

«Ti ha mai detto nessuno che sei un tipo comico, Zio Jamie?» «No.» Richiuse l’occhio. «Bene, perché non lo sei>>

(IAN A JAMIE)

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E, se il Tempo è in qualche modo affine a Dio, suppongo che la Memoria debba essere il Demonio.

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«Che mi dici di Fergus, allora?» chiese, riprendendo il filo della conversazione. «A quanto sento, nemmeno lui ha avuto una vera infanzia, ma mi sembra piuttosto civilizzato.-
«L’ha cresciuto mia zia Jenny, da quando aveva dieci anni», obiettò. «Tu non l’hai conosciuta, ma, credimi, sarebbe riuscita a civilizzare anche Adolf Hitler, se se lo fosse messo in testa. E poi Fergus è cresciuto a Parigi, e non in mezzo a una foresta... anche se viveva in un bordello. Un bordello d’alta classe, a quanto dice Marsali.»

(BRIANNA E ROGER)


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 «Perché devi arrivare così di soppiatto?» «Esercizio», rispose Jamie, dandomi un bacio sulla fronte. «Non mi piacerebbe affatto perdere la mia abilità nell' inseguire furtivamente una preda. Perché parli da sola?» «Perché in tal modo sono certa di avere una brava ascoltatrice», dissi acida.

(CLAIRE E JAMIE)

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«Se muoio», sussurrò nel buio, «non seguirmi. I bambini avranno bisogno di te. Rimani qui, per loro. Io posso aspettare.

(JAMIE A CLAIRE)

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«Si può essere molto vicini a una persona», disse alla fine. «Puoi starle vicino, sentire il suo sudore, strofinare i peli del tuo corpo contro il suo, e non vedere nulla della sua anima.

(JAMIE A CLAIRE)

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Poi tornai a guardare lui, e capii che era spaventato quanto me. Ma – tipico di Jamie – aveva semplicemente deciso di fare quello che poteva, in previsione del giorno del disastro.

(CLAIRE)

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«Neuf», fece lei, colpendo dei punti a caso sul suo palmo, e poi afferrandogli un dito e scuotendolo per sottolineare le sue parole. «Sulla tua mano c’è un nove. E c’è la morte», aveva aggiunto, sbrigativa. «Morirai nove volte, prima di riposare nella tomba. 

(LA ZINGARA AD UN GIOVANE JAMIE)

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«A volte, morire non fa male, mon p’tit chat», gli aveva urlato dietro, prendendolo in giro. «Ma molto spesso sì.»

(LA ZINGARA)

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«Ti amo, come la carne ama il sale-

(JAMIE A CLAIRE)

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«Tu sei stato uno dei miei fantasmi», dissi. «Per molto tempo. E, per molto tempo, ho cercato di lasciarmi te alle spalle.» 

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«Vuoi sapere qual è la cosa di te a cui non riesco a resistere?» mi chiese. E, dal blu scurissimo dei suoi occhi, capii che era serio. Annuii, muta. «Di tutte le creature della terra», sussurrò, «tu sei la più fedele.»

(JAMIE A CLAIRE)

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«Ci sono solo due persone al mondo a cui non mentirei mai, Sassenach», disse, piano. «Una sei tu. L’altra sono io.»

(JAMIE A CLAIRE)




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Ha fatto un giuramento», disse ad Arch, e mi resi vagamente conto che stava ancora parlando in gaelico, sebbene lo comprendessi chiaramente. «Non può uccidere, se non per compassione o per salvare la propria vita. Sono io che uccido per lei.

(JAMIE VENDICANDO CLAIRE)

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 In effetti, non riuscivo a decidere che cosa mi andasse di fare. Non avevo voglia di fare niente. A parte slacciare la zip della mia pelle, togliermela di dosso e correre via... il che non sembrava fattibile.

(CLAIRE)



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Sei sangue del mio sangue, ossa delle mie ossa. Sei stato tu a dirlo. La colpa che ricade su di te è anche mia.» «Allora, che la tua promessa possa redimermi», sussurrò.

(JAMIE)




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Uccidimi. Gli occhi di Randall erano lucidi per la febbre. Uccidimi, disse. È il mio cuore che te lo chiede.

(JAMIE RICORDANDO RANDALL)

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A quel punto, Jamie pianse. Pianse in silenzio, i muscoli tesi fino a fargli male: non voleva tremare, non voleva che lei si svegliasse e lo vedesse così. Pianse fino a sentirsi vuoto, fino ad avere il respiro rotto, fino a inzuppare il cuscino. Poi rimase lì disteso, esausto, troppo lontano dal sonno per ricordare che cosa fosse. Il suo unico conforto era il piccolo e fragile peso che giaceva sul suo cuore, caldo, e respirava. Poi le mani di lei si sollevarono e si posarono su di lui. Le lacrime gli si congelavano sul viso. Il biancore di Claire era limpido come la neve silenziosa che copre sangue e carbone, e soffia pace sul mondo.

(JAMIE SOFFRENDO PER CLAIRE)

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. Questo è il momento in cui dobbiamo rientrare nel ventre del mondo, sognando sogni di neve e silenzio. Ci svegliamo scioccati davanti ai laghi ghiacciati sotto la luce della luna che si fa più debole, davanti al sole freddo che arde fioco e blu tra i rami degli alberi coperti di ghiaccio.

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«La tua sposa», disse infine Uccello, immerso nei suoi pensieri, «l’hai pagata molto?» «Mi è costata quasi tutto quello che avevo», rispose, e il suo tono ironico fece ridere gli altri due. «Ma ne è valsa la pena.

(JAMIE PARLANDO CON GLI INDIANI)

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Quella sconcertante sensazione di violazione, perdita, dolore e isolamento se n’era andata: adesso era solo un’ombra nella mia mente. E la cosa più bella era che Jamie era lì; una presenza solida e fisica, che sapeva di sudore, di whisky e di cavalli... Era lì. Non lo avevo perduto.

(CLAIRE)

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