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sabato 17 dicembre 2016

BEAUTIFUL BASTARD di Christina Lauren


A volte si ha voglia di leggere qualcosa di leggero e non troppo impegnativo. Intraprendere viaggi complicati (che sicuramente possono offrire una soddisfazione infinita, ma sono anche piuttosto articolati da compiere) richiede una certa disposizione d'animo, e sinceramente non sempre sono in quella predisposizione di animo che ci induce ad affrontare certe letture. Ci sono sere in cui, dopo una giornata pesante, si vuole sfogliare un "romanzetto" che non richieda troppa drammaticità, che ci faccia sorridere e che non richieda pensieri troppo articolati, un po' come quando ci vediamo un film leggero, una commedia americana divertente e dal finale felice. Ebbene questo romanzo è in qualche modo proprio tutto questo.


Primo volume dell'ennesima inutile saga letteraria, dove a cambiare a volte sono solo i nomi ed il colore dei capelli e degli occhi dei protagonisti (ma non sempre in quanto a volte le autrici per un gusto personali ce li presentano anche fisicamente tutti fratelli), BEAUTIFUL BASTARD  di Christina Lauren conserva anche in italiano il titolo anglosassone per una forse di sudditanza psicologia nei confronti del mondo anglofono o forse semplicemente perché BELLISSIMO BASTARDO aveva un non so che di poco poetico.


Nella scelta di questo volume comunque il titolo incide poco, ma sicuramente la brevità delle pagine, circa duecento, ha fatto si che lo preferissi ad altri che di solito di attirano solo per l'idea che mi troverà davanti ad un viaggio ricco di avvenimenti. Qui volevo una storia che andasse al nocciolo della questione ed effettivamente è quello che ho avuto, un racconto agile, senza grandi pretese.


La trama è familiarmente la solita cosa: un lui ed una lei, una forte attrazione sessuale, incomprensioni più o meno verosimili e lieto fine che arriva senza grandi traumi. La bella di turno è  Chloe Mills, stagista di turno, fresca di una brillante carriera universitaria, con un futuro pieno di prospettive davanti. Ovviamente è anche piuttosto avvenente. Pensate se fosse stata una sorta di Betty La Fea (per chi ha conoscenze "telenovelesche") dove la fatale attrazione come quella tra lei ed Armando Mendoza ci avrebbe almeno strappato qualche risata di cuore. Invece qui tutto ci appare piuttosto logico e scontato.


Lei è bella ed il suo capo è bellissimo. Bennet Ryan, promettente manager, a cui è stata assegnata nota subito che la sua assistente è particolarmente avvenente, anche se apparentemente i due si odiano e si scambiano battute al veleno. Provateci voi a rispondere a tono al vostro capo nello stesso modo, giusto per fare una prova. Ma ovviamente Chloe è bella ed intelligente e l'astio nasconde solo la passione che un giorno, durante una riunione a due nell'ufficio del capo, divampa senza possibilità di resa.



Chloe finisce  per ritrovarsi coinvolta in una storia che nasce come solo istinto e passione, ben lontana dalla ragione, anche perché ogni volta che stanno insieme l'attrazione è potente, ma l'astio non si consuma, malgrado l'affetto della famiglia di lui per lei e dei loro tentativi in qualche modo di scuotere la situazione. Le cose ovviamente cambieranno, complice un viaggio d'affari, due camere d'albergo troppo vicine, ed una familiarità che finirà per svelare un sentimento più profondo che li avvicinerà.


La storia è carina, senza grandi pretese, ma ovviamente non presenta neanche una grande presa. Sicuramente l'alternarsi dei punti di vista, con un capitolo dedicato a lui ed un capito dedicato a lei, creano un certo movimento narrativo che non dispiace. Per il resto è un romanzo che sicuramente non lascia nessuna traccia profonda nel cuore o nella mente del lettore. Qualcosa di fresco da leggere rapidamente e facilmente dimenticato.

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