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sabato 17 dicembre 2016

LA BREVE SECONDA VITA DI BREE TANNER di Stephenie Meyer


Devo confessarvi che questo libro (letto un po' di tempo fa) non era nel mio elenco segreto dove ogni tanto aggiunto qualche titolo di volumi la cui storia prima o poi dovrà assolutamente conoscere. Ho amato la Meyer in modo particolare, dopo aver vinto il pregiudizio iniziale che l'aveva ingiustamente liquidata come autrice di romanzi per ragazzine in fase ormonale. Lo so era un pensiero cattivo, che per fortuna ho abbandonato, soprattutto alla luce della scoperta che ero vittima del suo incantesimo narrativo e che TWILIGHT era molto di più di un semplice racconto di vampiri in una scuola di Fork, ma un libro poetico dove si impara che una vera scrittrice riesce a farti scivolare con armonia sotto la pelle di ciascun personaggio.


Eppure, dopo la magia della saga e la scoperta di una penna a me particolarmente affine, non credevo che un racconto dedicato ad un personaggio così insignificante, quello della piccola Bree Tunner, così come era apparsa a tutte nei nella scena della radura in ECLIPSE, potesse avere qualcosa da dirmi oltre al noto. Comunque un giorno in una libreria del mio paese ho visto questo volumetto sottile che mi fissava dalla sua mensola e visto che ero in una fase di noia nei confronti delle solite penne, mi sono detta che potevo tentare, in quanto la scrittura della Meyer sarebbe riuscita a rendere meno banale anche più piatto dei racconti.

Confesso di averlo finito in un giorno di vacanza, in cui fuori pioveva ed il freddo non mi incentivava ad uscire. Seduta sul mio divano, persa in questo mondo inquietante e pur fascinoso, il breve racconto dedicato alla giovane Bree è scivolato via con la delicatezza di una piuma soffiata via dalla brezza della sera.

Le vicende sono quelle note a tutto il pubblico e amante della saga. Bree è un giovane vampiro neonato, ovvero trasformato da poco, preda di un desiderio di sangue incontrollato; è una creatura invisibile (ed in questo le similitudini con bella sono chiare, anche se nella piovosa cittadina di Fork per la nostra eroina era impossibile passare inosservata, né tra i vivi né tra i "freddi"). La nostra Bree, invece, ci riesce grazie a Freaky Fred, altro neonato con un talento prezioso, ovvero quello di respingere gli altri infondendogli un senso di repulsione, potere che sicuramente avrebbe attirato il desiderio di Aro nella famosa battaglia finale con i Cullen.

Tra tutti i personaggi che incontriamo nell'esercito che  Riley sta formando per marciare su Fork ed uccidere la nostra amata Bella, infliggendo ad Edward il dolore assoluto ed eterno della perdita del proprio amore, è l'unico che riuscirà a salvarsi, fuggendo verso il Canada e la libertà, una diserzione provvidenziale, che sembra quasi voler aprire una possible porta su un ulteriore spin-off della saga.

Ci sono momenti carini in questa storia "breve", un potenziale che viene falciato via in quella terribile scena di ECLIPSE, Resta il fascino di alcuni momenti, come la scoperta di Bree e Diego del vero effetto della luce del sole su di loro, nella scena della grotta sottomarina, così come lo smarrimento e la confusione di creature che non conoscono nulla di loro stessi e che imparano da soli, senza la guida di un padre amorevole come Carlisle. Certo manca a questa storia della Meyer quell'amore assoluto e appassionato che Bella Swan ed Edward Cullen, che rende magica tutta la saga, ma ne abbiamo un breve fulgore nel punto finale del racconto, ovvero quando compaiono tutte le figure che conosciamo ed amiamo: Carlisle, Esme, Jasper, Alice.


E ritroviamo la pietà di Carlisle, la compassione di Esme, la forza di Emmett, la rapidità di Alice...ma anche Bella, l'umana che contro ogni regola angelica e demoniaca è strettamente legata agli Occhi-gialli, come li chiama Bree, ovvero i Cullen. Ma il momento più interessante è l'arrivo di  Edward, che non viene mai chiamato per nome. Bree lo indica come "il rosso" per via dei suoi capelli color del bronzo, o "quello che legge nel pensiero", eppure  tra di loro si instaura un dialogo silenzioso in cui Bree svela ad Edward il coinvolgimento dei Volturni.


Ma la seconda vita di Bree è troppo breve, come dice il titolo, e Jane è annoiata e vuole andare a casa.
Così il rosso la guarda con dolore stringendo a sé l'amata umana, mosso da un momento di pietà, mormorando quell'unica frase (che noi già conosciamo da ECLIPSE) che assume quasi, dalla prospettiva della nostra piccola eroina, un suono colmo di pietà nei suoi confronti:
- Non guardare!
E Bree, quasi parlasse con lei, chiude gli occhi.


Storia intensa, ovviamente ben scritta, ma troppo breve per conquistare come l'altra, ma sicuramente da leggere per tutti gli appassionati di questa scrittrice.

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