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domenica 8 maggio 2016

GIGLI SUL LAGO di Kathrine Kingsley



Le autrici di rosa sono davvero tantissime. Quando credo di aver letto praticamente tutte le penne note, ecco che spunta un nome che mi sembra familiare, ma che poi scopro essere nuova. Mi piace leggere nuove scrittrici; mi interessano i nuovi punti di vista sull'argomento principale che è appunto l'amore. Eccomi dunque a raccontarvi del mio incontro con Katherine Kingsley.


La storia è quella di Portia Merriem, una ragazza di una ricca famiglia inglese, aristocratica e bellissima, con centinaia di corteggiatori, ai quali è poco interessata, ed una grande vera passione, ovvero la storia dell'Egitto. Così quando alla fine riesce a convincere i suoi genitori a lasciarla partire, in compagnia di Isabel Bryson, una ragazza meno avvenente di lei, ma sua grande amica, le sembra di coronare il sogno di una vita.


Appena arrivate al Cairo però il sogno si trasforma in un incubo, quando Isabel le fa una confessione destinata a sconvolgere la loro esistenza: la ragazza aspetta un bambino. Sole e senza la possibilità di raccontare la verità a nessuno le due cambiano il loro itinerario, fittano una chiatta sul fiume e trascorrono i mesi successivi esplorando questo paese misterioso e aspettando la nascita del figlio di Isabel.


Il parto si rivela più drammatico del previsto e quando Portia si rende conto che l'amica sta morendo, cerca aiuto. A salvarla da quella situazione arriva John Henry Lovell, suo amico di infanzia, innamorato respinto per le sue umili origini, che in qualche modo non l'ha mai dimenticata. John Henry riuscirà a salvare il bambino, ma non Isabel e si farà carico della situazione, aiutando Portia a nascondere al mondo quello che è successo.


Portia pian piano si rende conto di quanto sia cambiano il ragazzo e di quanto sia stata sciocca e superficiale lei, ma all'amore che pian piano sembra nascere tra di loro si oppongono incomprensioni, bugie e timori che non gli permettono di essere sinceri fino in fondo.


La parte migliore della storia è sicuramente l'inizio, con l'arrivo al Cairo, il segreto di Isabel che cambia tutta la prospettiva del viaggio, la scena dolorosa e terribile del parto con la nascita del piccolo Peter. Con il ritorno in Inghilterra sembra quasi che le vicende finiscano per ritornare sui binari della normalità, senza grandi emozioni che il contesto orientale sembrava offrire, una variante interessante di un intreccio abbastanza scontato.

Anche se la storia presenta dei particolari carini, sicuramente la cosa che più ho odiato solo i nomi. John Henry, pur essendo adatto all'epoca e al contesto, mi sembrava alquanto macchinoso e poco poetico ed il diminutivo di Portia, con cui l'autrice continuava a chiamarla, decisamente fastidioso, Pip.


A parte questo, Portia è tra le protagoniste femminile che ho avuto maggiore difficoltà ad amare. Il suo rifiuto di John Henry quando erano ragazzi nasce da un pregiudizio di classe che, date le condizioni ed il modo in cui ha vissuto prima delle seconde nozze della madre, mi appare alquanto ridicolo.


Se è vero che la loro amicizia durante l'infanzia, conserva un certo fascino, che emerge nei loro ricordi, la maturità ce la mostra egoista e superficiale. Inoltre la sua decisione di abbandonarlo dopo aver scoperto il suo passato in India e le bugie sulla proprietà, appare un pretesto narrativo piuttosto debole in quanto lei ha le sue ragioni per dubitare di lei.


La storia presenta dei punti deboli, ma anche alcuni elementi positivi, Resta la bellezza dell'inizio e l'ambientazione esotica che accresce il fascino di questa storia d'amore.

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