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sabato 12 novembre 2016

IL RUBINO di Tori Phillips


Tra le grandi saghe che Mondadori ha pubblicato diversi anni fa, ho ritrovato tre romanzi di Tori Phillips, scrittrice americana con un passato nel cinema e nella televisione. Incuriosita dalla professione insolita dell'autrice e dall'ambientazione del romanzo poco utilizzata, ho deciso di leggerli, anche se i tre volumi che sono riuscita a ritrovare fanno parte di una saga molto più lunga, che ruota intorno alle vicende della famiglia Cavendish e dei loro discendenti.



IL RUBINO è stato il primo libro della Phillips che ho letto e subito quello che risalta più di tutto è l'atmosfera insolita ed interessante, ovvero quella dei Tudor e di Enrico VIII. L'Inghilterra sta attraversando un grosso cambiamento e la chiusura di chiese, monasteri e ordini religiosi, non riduce nel popolo e negli aristocratici il senso di terrore nei confronti del maligno e del peccato. Il libro infatti è impregnato da un senso di superstizione particolare che però, allo stesso tempo, non ha niente di magico o di oscuro, come poteva essere in un'atmosfera più medievale. Tutto è visto e filtrato attraverso un occhio contemporaneo che forse lo rende troppo prosaico, privandolo di qualsiasi magia.



In generale la storia presenta molti elementi capaci di appassionare i lettori che non vogliono solo il rosa, in quanto il libro racconta si una storia d'amore, ma si presenta anche come un racconto d' avventura. Basti pensare ai personaggi in scena: un cavaliere, una dama in pericolo, uno scudiero ed un amico servitore che proviene da un paese lontano.

Mark Hayward, da poco tornato dall'Irlanda, viene ricevuto da Sir Brandon Cavendish, che gli affida l'incarico di salvare la figlia Belle, tenuta prigioniera dal cognato (alla morte del marito) nel suo stesso castello. Mark accetta in cambio di una lauta ricompensa, ovvero un'enorme pezzo di terra dove finalmente mettere radici. In realtà il suo rapporto con Belle, che conosce fin da quando era una ragazzina, è sempre stato piuttosto turbolento, ma è deciso comunque ad aiutarla.



Una volta arrivato al castello di lei, però, si troverà davanti ad una situazione imprevista, in quanto Belle non è disposta a lasciare quello che le appartiene di diritto (l'unica cosa che sia davvero solo sua) e vuole indurre suo cognato ad abbandonare il proposito di privarla delle sue proprietà. Mark si lascerà coinvolgere, anche perché segretamente è sempre stato affascinato dalla ragazza, che con gli anni è diventata ancora più bella.

Sicuramente è il cattivo il personaggio più debole di tutto il racconto: lui e la sorella bruttissima che sogna un marito a tutti i costi  diventano alla fine due caricature prive di spessore. I personaggi negativi, a mio parere, hanno un'importanza maggiore anche di quelli positivi, in quanto è grazie a loro che il racconto si muove. Quando invece ci propongono figure alquanto fragili, quasi ridicole, tutto perde credibilità e drammaticità, senza per questo offrirci una chiave comica di lettura. In questo racconto i limiti sono spesso legati proprio a queste due figure, che poco convincono e coinvolgono.

Il timore  del soprannaturale (pur credibile in quel contesto) viene articolato in modo macchinoso e poco riuscito con il risultato di un ibrido non del tutto capace di emozionare o divertire. Inoltre nella parte centrale il romanzo ristagna per la  mancanza dell'azione. Altro punto debole è  anche la motivazione del cattivo che vuole il rubino a tutti i costi fino al punto di uccidere il proprio fratello e cercare di eliminare la cognata quasi si trattasse del Santo Graal.



Tra gli elementi positivi c'è sicuramente l'interazione tra i due con lei che subisce un'evoluzione nel corso delle vicende offrendoci una sorta di crescita emotiva, basti pensare a Mark che pian piano si rende conto di avere sempre amato Belle, o lei che capisce di aver messo in gioco la sicurezza di un uomo che ha cercato di aiutarla in tutti i modi per un capriccio ed una rivendicazione di principio.



Il finale e' chiaramente un richiamo alla scena de IL MERCANTE DI VENEZIA con Bianca che nei panni di un avvocato cerca di aiutare Antonio, l'amico del suo amato. Qui lei cerca di difendere l'uomo che l'ha salvata ed il dibattito è sicuramente ad effetto. Perde nuovamente mordente quando lei rivendica una dichiarazione d'amore assolutamente inutile, in quanto già fornita in precedenza. Nel complesso comunque è un tentativo apprezzabile di creare qualcosa con un movimento maggiore ed un'ambientazione non spesso sfruttata.

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