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venerdì 20 ottobre 2017

NON VOGLIO L'AMORE di Connie Brockway


Di autrici rosa ne ho conosciute tante nella mia lunga vita di lettrice: nomi più o meno famosi, illustri sconosciute, penne imbarazzanti e intelletti briosi; eppure Connie Brockway non aveva mai incrociato il mio cammino. Mi sono lasciata tentare non tanto dalla trama, ma dai primi righi del romanzo, dove la nostra eroina di turno, la bellissima ed insensibile Fia Merrick, viene presentata come una creatura bellissima e allo stesso tempo un concentrato di cattiveria.


Nei romanzi rosa più classici, da quelli che risalgono al lontano settecento (basti pensare a qualche volume di Ann Radcliffe), la figura dell'eroe tenebroso è piuttosto diffuso, ma una lei altrettanto malvagia è sicuramente una novità della nostra società ed ho pensato che il capovolgimento dei ruoli potesse essere alquanto salutare.


Fia è l'unica figlia di un vero e proprio villano dal cuore di tenebra, Ronald Merrick, che, negli anni dopo Culloden (periodo storico che dopo LA STRANIERA sembra in qualche modo perseguitarmi) mentendo e sfruttando le sue conoscenze ha letteralmente sterminato il clan dei McClairen, per impadronirsi delle loro terre, in modo particolare lo spettacolare castello noto come Maiden's Blush, sacrificando anche la sua prima moglie, Janet, lanciandola dall'alto dei bastioni dell'imponente edificio.


Mentre i figli maschi sono in qualche modo riusciti a fuggire e a sottrarsi alle sue grinfie, Fia è l'unica che è rimasta con lui, cresciuta ed esibita come un trofeo, in attesa di trovarle il marito adatto che gli porterà maggiore prestigio. Il cuore di Fia però si è come congelato dopo che, ragazzina, ha scoperto dalle labbra di Thomas Donne la verità sulla sua famiglia.


Quando anni dopo la ragazza rivede Thomas a Londra, è disposta a tutto pur di vendicarsi di lui e della pessima opinione che lui ha sempre avuto su di lei, pronta anche a sedurlo per spezzargli il cuore. Quello che ignora è la vera identità dell'uomo che ha vissuto tutta la sua vita coltivando il sogno di ricostruire il clan disperso dopo Culloden, ricostruendo la terra della sua infanzia e della sua famiglia.


Per colpa di un equivoco, Thomas crede che Fia voglia sedurre James Barton, l'uomo che lo ha salvato quando era uno schiavo, ed ora suo amico e socio. Deciso a tutto pur di allontanare da lui una donna che crede spietata come il padre, finge un patto con il demonio stesso (ovvero Ronald Merrick) per rapire Fia e condurla lontano da Londra per un po'.


Quello che scopre, avendola riportata sulle terre scozzesi dove è nato, è un donna completamente diversa da quella immaginata, fragile, ironica, onesta che, allo stesso tempo, rimarrà per lui un sogno proibito, fino a quando un capovolgimento di eventi non permetterà di coronare l'amore.


Il romanzo mi ha conquistato fin dal principio per uno stile decisamente più lirico ed articolato rispetto agli altri dello stesso genere, per la dimensione più profonda ed un'atmosfera in qualche modo evocativa di un'epoca lontana. 


Si risente lievemente del fatto che sembra parte di una saga le cui storie precedenti (quelle dei fratelli di lei e della sorella di lui) sono già state raccontate. Forse in alcuni punti appare alquanto scontato, come il ritorno di Janet che avrei preferito rimanesse una fantasia partorita dalla mente malata di Merrick, e sul finale cala di tensione e si risolve troppo rapidamente, ma nel complesso il romanzo resta interessante e la Brockway un'autrice da scoprire.

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