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venerdì 15 giugno 2018

Una favola a Manhattan di Alberto Ferraras

Proprio in questi giorni commentavamo su un gruppo di facebook la propensione delle donne a dedicarsi al genere rosa, rispetto ai maschietti ed ecco un romanzo frutto della penna di un rappresentante della minoranza, Alberto Ferraras, che mi sento di consigliare, se siete alla ricerca di una storia ricca di sentimenti, lontana dagli stereotipi. Parlo di Una favola a Manhattan, edito dalla Delai Editore nel 2012.



Bella Zavala – detta B., perché Bella su di lei pare un paradosso – vive e lavora a New York. B. ha una peculiarità: è ed è sempre stata grassa. Che sia per colpa della baby-sitter che la inondava di zuccheri da piccola, o del metabolismo troppo pigro nonostante diete e palestra, B. è armata di curve generose, che non fanno che osteggiarla quotidianamente. Specie a Manhattan, dove la magrezza sembra un obbligo morale. Boicottata da Bonnie – la sua capa poco brava e molto stronza – che le nega la promozione a causa di quei chili in più che la renderebbero impresentabile ai clienti, e senza un fidanzato, B. decide di reinventarsi. Decisivo l’incontro con Natasha Sokolov, che la introdurrà nel circolo – di cui lei è maîtresse – per uomini feticisti della ciccia. Avrà così inizio un percorso di rigenerazione che vedrà B. conquistare sex appeal e autostima proprio in virtù del suo difetto. Nonché l’uomo giusto e l’amore.

Quando ho iniziato a leggere questo romanzo ero molto curiosa. Non solo, perché mi diverte leggere il punto di vista maschile, nella stesura di un romanzo d'amore, ma anche per apprezzarne le diverse sfumature, nella percezione dei sentimenti, nel modo in cui viene vissuto e descritto il sesso da un uomo e qui l'esperienza è davvero particolare, perché Ferraras ce la racconta attraverso gli occhi di Bella, la protagonista, che è una ragazza come tante, con qualche chilo in più e le difficoltà di una società abituata ad omologare i comportamenti di tutti. Ho trovato davvero calzante e anche tristemente vero l'ambiente lavorativo, in cui si trova a muoversi la nostra "eroina", tanto quanto surreale e originale il modo in cui Bella riesce a fare pace con il suo corpo. Il mondo dei feticisti mi ha fatto arricciare il naso più di una volta e devo confessarvi che, almeno all'inizio, trovato antipaticissima Natasha, la matrona del circolo di strambi, ma poi mi sono affezionata a tutti loro, in un mondo di solitudine, dove, pur di restare anonimi nella noiosa normalità, ci sono persone disposte a pagare una barca di soldi per tenere nascoste le proprie stranezze, fino a quando Bella conosce l'uomo che ricambierà i suoi sentimenti. L'opposto di ogni stereotipo, come d'altronde lo è anche lei con i suoi chili di troppo e le sue tante fragilità. Mentre leggevo pensavo se poterlo definire un romanzo rosa, ma i sentimenti sono così tanti e così ben descritti che, a mio parere, merita a pieno questa recensione sul blog.

Naturalmente, se vi aspettate un romanzo tipico, con i due protagonisti che si incontrano, si piacciono e si innamorano, allora lasciate perdere, perché dareste una connotazione negativa a una storia che è molto di più. Ogni pagina è carica di significati che scavano nella parole. E' una sottile critica alla società odierna, ma anche una dichiarazione d'amore a quei personaggi che la rendono vivibile e tra loro c'è Natasha che, con i suoi modi spiccioli, andando avanti nella storia, dimostra tutta la sua maternità e saggezza.

Se penso al protagonista, mi viene da sorridere. Non è il solito aitante e bellissimo. Anzi diciamolo pure è bruttino, ma attraverso gli occhi di Bella riusciamo a vedere oltre l'apparenza, scoprendo particolari affascinanti che lo rendono unico. Lavora nel mondo dell'arte, è molto ricco ed è anche molto frustrato dalle regole del mercato, ma è anche un uomo profondo, tenero, intelligente e  fragile. Ed è proprio nella sua fragilità che scopriamo un mondo bellissimo, nel quale Bella può essere finalmente se stessa.
Voto: ♥♥♥♥

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