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lunedì 9 gennaio 2017

LA SPOSA AMERICANA di Brenda Joyce


Il quarto volume della saga dedicato alla famiglia De Warenne e O'Neil ci porta avanti di diverse generazioni rispetto al precedente IL SIGNORE DEI MARI, dove le ambientazioni erano quelle del periodo Tudor. Qui ci ritroviamo ai primi dell'ottocento, con il primo di una serie di libri che racconteranno la storia dei vari membri della stessa famiglia senza salti temporali. 

L'inizio delle vicende ci regala un prologo drammatico che segna tutte le vicende successive. Vediamo un Devlin bambino nel bel mezzo della rivolta irlandese dove suo padre viene brutalmente massacrato da Hughes. La morte del genitori lascerà una traccia profonda nell'animo del nostro protagonista portandolo a diventare quell'uomo duro e assetato di vendetta che conosceremo nei capitoli successivi.  Riferimenti al passato emergono dalla storia, come l'antica armatura che si trova nel castello di Dev ed i riferimenti ad un antenato che godeva del favore di una potente regina inglese, ovvero Elizabeth. 



Se da una parte abbiamo il solito protagonista alla "Joyce" ovvero divorato dal desiderio di vendicarsi del male subito e quindi spesso poco amabile con la nostra eroina, Virginia, la sposa americana, ci viene presentata come un maschiaccio, non bella secondo i canoni del tempo, ma lei non sembra curarsene, presa com'è dal suo desiderio di riscattare la sua fattoria. Questa è la ragione che la induce a lasciare il suo paese ed imbarcarsi per l'Inghilterra per raggiungere lo zio a cui chiedere aiuto. È tra tutti i personaggi femminili della saga, incontrati fin'ora, quella più intraprendente e l'incontro con Devlin è di quelli che lasciano il segno. 



Quando il nostro protagonista si rende conto dell'identità di Virginia, pensa che lei sarà l'arma ideale per "gettare sale sulle ferite di Hughes", ma finisce per trovare pane per i suoi denti, basti pensare al loro arrivo a Limerick, Virginia colpisca in testa il povero Guy con un candelabro, gli rubi i vestiti e fugga via perdendosi nella folla e cerca di imbarcarsi sul MYSTERE, come mozzo, insinuando che Devlin è un capitano con una certa perversione per i ragazzini, calunniando quello che viene considerato un mito nell'ambito marinaio. Peccato che il suo tuo tentativo di fuga vada a rotoli perché tutti sanno che è una ragazza. 



Se Virginia suscita la simpatia delle lettrici, Devlin è profondamente complicato e difficile da amare completamente, anche perché il trauma subito durante la sua infanzia lo induce a rifiutare l'amore e a ferire colei che suscita in lui sentimenti che non vuole accettare. Se lui respinge Virginia,  Sean invece  è molto dolce, ma ovviamente la ragazza è troppo addolorata per accettare la sua proposta, dopo essere stata sedotta ed abbandonata al proprio fratello.  Il suo desiderio di vendetta però lo riporterà sui suoi passi, sempre desideroso di vendicarsi di Hughes. Quando si rende conto che all'uomo poco importa di Virginia, Devlin pensa che la soluzione sia quella di utilizzare la ragazza, presentandola alla società come la sua amante, screditando così il buon nome dell'uomo. 

 

Certo Devlin non è propriamente malvagio, ma piuttosto accecato dal demone della vendetta che lo rende irrequieto e a volte crudele nei confronti della stessa Virginia che lo ama al di là di qualsiasi razionalità. Alla fine sarà il timore di perderla ad abbattere tutte le difese di Devlin e a indurlo a rinunciare ai suoi proposti. 


Sul finale compare la folla variopinta e fascinosa dei De Warenne, tra i quali spiccano Sean, ancora innamorato di Virginia, e la piccola Eleonor De Warenne, che lo adora in silenzio, ma che è ancora troppo giovane per "la stagione dell'amore". Nel complesso comunque il romanzo è molto interessante, corale, intenso e con una protagonista che finalmente non si fa odiare ed un personaggio maschile meno scontato di quello che immaginavo. 


 FRASI TRATTE DAL ROMANZO:

Devlin: Lei è proprio irritante per essere una cosa così piccola!

[...]

Virginia Hughes: Vada all'inferno, che è dove sicuramente finirà un giorno non molto lontano!

[...]

Il volto di un dio e il corpo di un guerriero.
[...]

DEVLIN O'NEILL: Questa gente ha bisogno di un eroe, uno qualsiasi, sempre e quando sia irlandese e cattolico, anche se sia solo frutto di un'immaginazione troppo vivida.

[...]

VIRGINIA HUGHES: Un giorno ballerò allegramente sulla sua tomba, maledetta canaglia.

[...]

DEVLIN: Si può pensare che sei come il mare, mutevole e capricciosa, sempre libera, ma in realtà sei come la terra, oscura e profonda, solida e irremovibile.

[...]

VIRGINIA HUGHES: Sei un'isola, Devlin, sei un'isola rinchiusa in te stesso e tutto il mondo lo sa.

[...]

Virginia sorrise e come se uscisse il sole nel grigio cielo d'Irlanda.

[...]

Aprì la bocca per dire che non era colpa sua...ma lo era. Tutto era colpa sua.

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