PRIGIONIERI DEL PASSATO di Terri Brisbin
Ad attirarmi verso la lettura di PRIGIONIERI DEL PASSATO è stata sicuramente la trama, presentata con un pizzico di mistero e di avventura che sempre mi coinvolgono in questo tipo di storie e alla fine del viaggio devo dire che ne sono compiaciuta e spero di trovare anche gli altri volumi della saga, in quanto subito si capisce che siamo nel bel mezzo di una storia molto più ampia in cui io sono precipitata per caso.
Royce è un uomo che si nasconde dal suo passato e dalla sua vecchia identità, quella di William de Severin, un cavaliere che si era schierato al fianco del crudele principe Giovanni per ambizione e denaro. La sua storia, oscura e drammatica più di quello che una lettrice di rosa sarebbe abituata ad aspettarsi, ci viene raccontata per completo solo nelle battute finale, quando disperato ed innamorato apre se stesso e le tenebre che si porta dentro per far capire alla donna che ama quanto sia indegno di starle al fianco.
Quando però lo incontriamo all'inizio del romanzo, nulla sappiamo di questo guerriero tranne la sua tenacia ed il suo desiderio di salvare la vita ad una donna trovata moribonda nel bosco nei pressi della sua capanna. La sconosciuta è stata brutalmente colpita da qualcuno che non si è fermato davanti alla sua bellezza o alla sua giovinezza. Grazie all'aiuto di Wenda, una curatrice del posto, e alle sue amabili cure, la donna si salva, ma al suo risveglio sembra aver dimenticato tutto del suo passato, compreso il suo nome.
Ribattezzata Isabel, Royce è profondamente turbato dalla sua presenza, pian piano che la giovane ritorna in forze. Abituato alla solitudine e a fuggire dal contatto con gli altri esseri umani, la convivenza forzata lo induce ad aprirsi in un modo del tutto nuovo. Terrorizzato al pensiero di riprendere a vivere, dopo che per tre anni ha fatto di tutto per rimanere nell'ombra, Royce prega il suo signore di accogliere al castello Isabel.
Entrata nelle simpatie di Lady Margaret, donna volitiva e affascinante, Isabel si trasferisce al castello, pur sentendo un legame speciale per l'uomo che l'ha salvata, ma che la tratta con freddezza. Se lui sfugge al suo passato, Isabel vorrebbe fare di tutto per scoprire da dove viene e che cosa le è successo, anche perché i ricordi che pian piano emergono sembrano raccontarle una storia di dolore e disperazione. Ed in quel contesto l'amore sboccia stravolgendo tutti i piani ed inducendo Royce a venire allo scoperto.
Il racconto è coinvolgente perché ben misurato nell'analisi dei turbamenti umani che coinvolgono i due protagonisti, con Isabel che cerca di ritrovare se stessa per essere sicura di poter donare il suo cuore e Royce che reputa ormai di aver perso il diritto di avere una vita tutta per se. Quando i protagonisti sono così sinceri nel loro amore e nel loro donarsi all'altro, un lettore si lascia trascinare via dalla loro storia. Attenta anche a ricostruire le loro vicende, la Brisbin saggiamente decide di disseminare il racconto di piccole rivelazioni sul passato di Isabel fino a quanto le tessere del mosaico non si ricompongono definitivamente offrendoci il quadro completo del suo passato, così come quello di William de Severin.
Innegabile la curiosità per Catherine, la sorella di lui la cui vita è in pericolo e per la quale rinunciare a tutto, persino all'amore, colpevole delle sue sofferenze e del male subito. Quando sul finale ci viene detto che anche per lei è arrivato il lieto fine, non si può che rivendicare un libro che ne sveli la storia e che ne racconti il percorso. Una piacevole scoperta.
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